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Kipchoge per la Storia: così proverà ad abbattere il Muro delle 2 ore in maratona

Obiettivo 1h 59' sui 42,195 km: l'evento trasmesso in diretta da Mediaset

25 Feb 2020 - 14:37

La partenza dal Ponte Imperiale di Vienna alle 8.15. La decisione definitiva è arrivata questo pomeriggio, presa di comune accordo tra gli esperti meteorologi ingaggiati dalla Ineos e dallo stesso Eliud Kipchoge. La parola definitiva è stata la sua, perché sarà lui a dover correre per 42,195 km alla media di 2' 50" al km: circa 1,2 km per raggiungere dallo start la ruota panoramica del Prater e poi un circuito di 9,6 km da ripetere per 4,4 volte lungo la Hauptalle. Questo il teatro dell'impresa che vedrà protagonista il maratoneta keniano nel tentativo di coprire la distanza della maratona in meno di 2 ore. Prova che potrete seguire in diretta streaming a partire dalle ore 8 su SportMediaset.it e su Canale 20, con il commento tecnico di Giorgio Rondelli.

Il già primatista mondiale della specialità (2:01’39, Berlino 2018) dovrà correre come detto alla media di 2’50”/km, aiutato in questo da 41 lepri che si daranno il cambio, entrando e uscendo di scena e schierandosi a cuneo davanti al protagonista, come nel ciclismo, per ridurgli la resistenza dell’aria. Un’auto, subito davanti, proietterà sul terreno un raggio laser che farà da riferimento sia dal punto di vista del ritmo sia per indicare la via più corta, come nelle “linee blu” delle maratone ufficiali di un tempo. L’eventuale primato, però, non potrà essere omologato, per il percorso e per l’intervento di pace maker che non partiranno dall’inizio. Lo stesso accadde per il 2:00’25” fermato a Monza nel 2017, tempo già inferiore al record del mondo (che in quel maggio del 2017 era il 2:02’57” di Dennis Kimetto, Berlino 2014).

Kipchoge è arrivato a Vienna martedì, portando con sé, per la prima volta, la moglie Grace e i loro tre figli, Lynne, Griffin e Gordon: "Il mio allenamento è stato lo stesso, il mio coach è lo stesso, il mio manager è lo stesso. Adesso, però, la testa è diversa" ha dichiarato all’arrivo rispondendo alla domanda sulla differenza tra il tentativo di Monza 2017 e quello attuale. "Vogliamo dimostrare che non si può essere fisicamente in forma se non si è anche mentalmente in forma.

Per essere pronto alla sfida, Eliud Kipchoge si è allenato sotto la guida di coach Patrick Sang lungo le piste rosse della foresta attorno a Kaptagat (tra i 2.400 e i 2.800 m di quota), in quel mare infinito di colline verde scuro che vanno dal Kenya verso l’Uganda, coprendo settimanalmente circa 220 km.

L’esperienza di Monza 2017 ha dimostrato agli organizzatori l’importanza di disporre di pacemaker freschi e abituati ai ritmi elevati tipici del mezzofondo veloce. Dal momento che non si punta a omologare il record, si fa largo uso anche di mezzofondisti top level, specialisti delle distanze corte, come i fratelli Ingebrigtsen o l’evergreen Bernard Lagat. Le “lepri” sono 41, praticamente una per ogni chilometro, ultimo escluso. L’elenco completo dei pacemaker farebbe la felicità e la fortuna di ogni organizzatore, big della corsa comprimari per un giorno.

Eccoli: Thomas Ayeko, Selemon Barega, Emmanuel Bett, Hillary Bor, Mande Bushendich, Matthew Centrowitz, Paul Chelimo, Augustine Choge, Victor Chumo, Henrik Ingebrigtsen, Filip Ingebrigtsen, Jakob Ingebrigtsen, Philemon Kacheran, Stanley Kebenel, Justus Kimutai, Shadrack Kipchirchir, Noah Kipchemboi, Gideon Kipketer, Jacob Kiplimo, Marius Kipserem, Eric Kiptanui, Moses Koech, Shadrack Koech, Micah Kogo, Alex Korio, Jonathan Korir, Ronald Kwemoi, Bernard Lagat, Lopez Lomong, Abdallah Mande, Stewart McSweyn, Kota Murayama, Ronald Musagala, Kaan Kigen Ozbilen, Jack Rayner, Chala Regasa, Brett Robinson, Nicholas Rotich, Patrick Tieman, Timothy Toroitich, Julien Wanders.

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