Lo scatto proviene dal Trofeo Kima dello scorso 26 agosto, una delle tre prove italiane delle MiguRun Skyrunner World Series 2018
Immancabilmente, con l'arrivo di Natale e degli ultimi giorni dell'anno, è tutto un fiorire di bilanci, riassunti, riconoscimenti e soprattutto … classifiche! Inutile provare a sottrarsi, quindi … ecco la “foto dell’anno”. Quella che – a mio parere - rappresenta e racchiude il 2018 della corsa in alta quota: trail e skyrunning. Lo scatto è del bravissimo Roberto Moiola dell’agenzia fotografica ClickAlps e proviene dal Trofeo Kima dello scorso 26 agosto, una delle tre prove italiane delle MiguRun Skyrunner World Series 2018. Le altre erano la Livigno SkyMarathon di metà giugno e la LimonExtreme di metà ottobre a Limone sul Garda, finale mondiale.
Come detto appena sopra, il criterio di scelta è estremamente soggettivo, legato ad emozioni e memorie personali, divise con un ristrettissimo gruppo di amici e colleghi, quella mattina di tarda estate tra le montagne della Val Masino. Facciamo così: chi durante le feste si trovasse a … passare tra queste righe ed a visualizzare questa foto, sostituisca entrambe con la propria immagine-simbolo del 2018 e con i propri pensieri e si abbandoni al più intenso dei ricordi. Si, perché “questo” è il momento giusto: una breve ma profonda sosta prima di prepararsi a ripartire, anzi prima di riprendere la corsa. Intanto, se vi va, ecco il mio ricordo e le mie sensazioni.
La splendida immagine di Roberto ritrae Alexis Sevennec e Kilian Jornet alle prese con i saliscendi sui pendii appena sotto la testata di granito della Val Qualido. Il Kima 2018 era entrato nel vivo un’oretta prima. Raggiunto ed oltrepassato il Rifugio Ponti, gli skyrunners del gruppo di testa avevano superato la Bocchetta Roma (una specie di “porta del paradiso”), quindi il Passo Cameraccio e, lasciato alle spalle anche il Rifugio Allievi-Bonacossa, avevano “doppiato” il Passo dell’Averta, scendendo in Val Qualido. Ed ora eccoli qua, Alexis e Kilian: i due leaders della corsa. Per registrarne il passaggio li avevamo preceduti salendo fin lì in quattro con l’elicottero del “mitico” Maurizio Folini. Il tempo necessario per piazzare l’attrezzatura e provare le inquadrature e finalmente eccoli sbucare oltre il dosso, Sevennec e Kilian: skyrunners e scialpinisti (a seconda delle stagioni) in entrambi i casi di caratura mondiale. Pochi mesi a separarli … alla nascita (entrambi classe 1987), numero tredici di pettorale e numero uno. Più compatto Alexis, più slanciato Kilian, Francia vs. Spagna. Se vogliamo … Team Scott vs. Team Salomon. Ci passano davanti trotterellando senza sforzo apparente e, mentre Moiola e Maurizio Torri entrano in azione con reflex e GoPro, non riesco a fare a meno di provare invidia per i due supermen che non smetteranno di correre nemmeno di lì a poco sulle rampe del Passo Qualido … poco più avanti! Al tempo stesso mi ritengo superfortunato (di più: un privilegiato) per il semplice fatto di essere in quel luogo meraviglioso, in quel preciso istante, insieme a dei veri professionisti: della corsa e della comunicazione.
Quella foto l’ho “riaperta” più e più volte nelle settimane e nei mesi successivi, fino ad oggi. Altri ricordi di corsa in montagna sono seguiti a quello, altri erano venuti prima ma il ricordo di Kilian ed Alexis che si “studiano” su e giù dai dossi della selvaggia Val Qualido lasciandosi alle spalle il Monte Disgrazia … beh, mi rimescola ancora adesso l’anima. Già, il Disgrazia: la sua parete sud, ancora più “wild” della Val Qualido. La sua, di anima, fatta di roccia e di ghiacci, emerge per contrasto dai prati verdi cosparsi di massi. Sembra incombere come lo squalo di Spielberg, come un’onda gigantesca, sui due atleti che corrono leggeri, essenziali, capaci pure di scambiare qualche battuta volante con noi … Ma la montagna che separa Val Masino e Valmalenco pare al tempo stesso vegliare sulla loro enorme classe, sulle scarpette rosse di Kilian e sulla fascia azzurra di Alexis. Di più: i due sembrano come “partoriti” dalla montagna. Le loro sagome svelte infatti continuano verso il basso la linea di cresta del Disgrazia, come un unico movimento, come scaturissero direttamente dalla roccia (lontana invece in linea d’aria una decina di chilometri) per correre verso il prossimo “snodo” della corsa al Rifugio Gianetti, prima della lunga picchiata fino al traguardo, indirizzati sulla via giusta dalla bandierina rossa e dal caratteristico “ometto” di pietra, loro pure … in qualche modo protagonisti di questa immagine. La prima (sgargiante ma provvisoria) sparirà presto dal panorama, l’altro resterà invece lì, muto ed affidabile come tutti i suoi “simili” sparsi lungo i sentieri, ad indicare ancora una volta la via agli escursionisti ed agli skyrunners: quelli che sognano di prendere parte ad uno dei prossimi “Kima” e quelli che di sicuro lo faranno. Ma solo tra un paio d’anni, per la prossima edizione della “Grande Corsa sul Sentiero Roma”, che in un certo senso nel 2019 farà spazio nel calendario delle World Series alla ZacUp Skyrace del Grignone di metà settembre. Per il Kima invece appuntamento già fissato per l’ultima domenica di agosto del 2020. Eh già: tra dodici mesi dovrò proprio rassegnarmi a cercare altrove la foto dell’anno. Ma Le Alpi sono un terreno di gioco vastissimo e di una cosa sono già certo: non avrò che l’imbarazzo della scelta!