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La stagione dei record: Nadir Maguet riscrive la storia del Gran Paradiso

Salita e discesa da primato per l'alpino valdostano: 2h02'32"!

15 Lug 2020 - 10:33

Gran Paradiso, una sfida per due. I due alpini in forza al Centro Sportivo Esercito, Nadir Maguet e Daniel Antonioli hanno attaccato lo storico primato di Ettore Champrétavy al Gran Paradiso. A spuntarla in 2h02'32" (1h29 in vetta), con il nuovo record di salita e discesa è stato Nadir Maguet. L'altro alpino ha invece stoppato il cronometro sul tempo di 2h10'32". Mica male se si pensa che i due sono partiti dalla frazione Pont di Valsavarenche (1960 mslm), hanno risalito sentieri, pietraie, ripide pareti e la parte sommitale di ghiacciaio, sino a toccare i 4061mslm della vetta. Da lì, giù a rotta di collo in una e vera corsa contro il tempo.

Il loro obiettivo? Provare a migliorare il precedente storico primato di 2h21’36” (1h43’22” il tempo di ascesa) risalente al 1995. Un record per nulla scontato vista la caratura del personaggio ritenuto a suon di risultati uno dei migliori specialisti dell’epoca oltre che un grande conoscitore della “Granta Parei” come la definiscono i local in patuano. A suo tempo Champrétavy aveva invece battuto il record di Valerio Bertoglio, guardaparco di Ceresole Reale con un passato da atleta, che il 6 agosto 1991 fermò il cronometro sul tempo di 2h32’6” (1h50’il tempo di salita). 

Scialpinista valdostano il primo, lecchese e triatleta degli sport invernali il secondo, i due alpini del CS Esercito di Courmayeur sono accomunati dall’essere tra i più forti skyrunner attualmente in circolazione in Italia e non solo. In questa estate che si preannuncia senza gare, hanno pensato di sfidarsi su un banco di prova tra i più spettacolari e impegnativi: il Gran Paradiso, la terza vetta più alta tra quelle situate completamente sul territorio italiano.

Dopo essersi confrontati con Ettore Champrétavy, che non ha lesinato loro preziosi consigli, alle prime luci dell’alba i due alpini sono partiti da Valsavarenche per attaccare i 2.101 metri di tecnicissima ascesa che li ha portati a toccare i 4061m della vetta. Un compito non facile tenendo conto dei parziali fatti registrare da Champrétavy nel ’95. Lo stesso Champrétavy, si è unito al personale della Sezione Militare di Alta Montagna e ad altro personale tecnico del Centro Sportivo Esercito e dell’ambiente, per creare una cornice di sicurezza lungo il percorso permettendo agli atleti di compiere l’ascesa e la discesa in completa autonomia e in piena sicurezza seppur con limitato materiale alpinistico al seguito.

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