Nella prova da dieci chilometri che ha preceduto la partenza della skyrace iridata si sono imposti Alessio Gatti e Milena Pasin.
di Stefano Gatti
L’estate senza fine o per meglio dire il dolce autunno mediterraneo di Limone sul Garda ha fatto ancora una volta da sfondo (l’ottava, per la precisione!) alla finalissima di Skyrunner World Series. Scenari molto “rock” ed ambientazioni a tratti “western” che sarebbe sarebbero piaciute a Sergio Leone, lungo le quali hanno dato spettacolo i top runners delle corse a fil di cielo nel corso di un weekend uno e trino: dalla durissima Vertical all’altrettanto spettacolare Skyrace, passando per la veloce sky-sprint da dieci chilometri.
Per molti, ma non per tutti. LimonExtreme torna e lo fa con un'edizione di rinascita fedele alla propria anima ed in linea con una tradizione che pochi altre eventi di questo genere possono vantare. Soprattutto con due protagonisti assoluti: impossibili da battere, almeno quest'anno! Stiamo parlando di Nadir Maguet e di Denisa Dragomir.
Messo in archivio con il successo del marocchino Elhousine Elazzaoui e dell’austriaca Andrea Mayr il Vertical de la Mughéra del venerdì pomeriggio (finalissima della prima edizione di VK Open Championship, vinto dall'elvetico Roberto Delorenzi e dalla giapponese Yury Yoshizumi), a lanciarsi sugli impegnativi sentieri delle montagne dell’Alto Garda sono stati nella mattinata di sabato 30 ottobre i protagonisti dell’evento-clou del weekend limonese: la skyrace da 23 chilometri (e 2052 metri di dislivello positivo).
Ai nastri di partenza tanti campioni e tantissimi appassionati che - ancora una volta - per chiudere in bellezza la stagione hanno scelto la superclassica disegnata sulle montagne di confine tra Lombardia e Trentino. I tre eventi griffati Scarpa hanno richiamato ai nastri di partenza 650 atleti da trenta differenti nazioni, attirati dal ritorno della formula “open” che ha permesso agli amatori di misurarsi con i top runners della disciplina, caricati a molla dal surplus di autostima e motivazioni connesso a questa imperdibile opportunità.
Standing ovation - sul Lungolago Marconi a Limone Sul Garda - per un super Nadir “Mago” Maguet che ha dominato - è proprio il caso di dirlo - da cima a fondo, stoppando il cronometro sul finish time di due ore, 23 minuti e 3 secondi. Il campione del team CS Esercito/La Sportiva non ha abbassato il miglior crono dello sloveno Luka Kovacic (2 ore, 21 minuti e 23 secondi), autore della doppietta Vertical-Skyrace due anni fa ma ha "acceso" il pubblico con la sua irresistibile progressione lungo l'itinerario. Applausi a scena aperta anche per il secondo successo consecutivo della rumena Denisa Dragomir che riesce anche a stabilire il nuovo record femminile (due ore, 55 minuti e 23 secondi) e si aggiudica il primo posto finale nelle Skyrunner World Series, circuito che è tornato sui sentieri dopo la cancellazione dell'intero calendario 2020 e che - al maschile - è andato all’elvetico Christian Mathys, assente a Limone.
Altissimo il livello dei campioni al via di una gara “extreme” di nome e di fatto, come sempre affidata alla competenza ed all'esperienza di Giovanni Fedrici ed alla professionalità del suo team, che abbiamo ancora una volta potuto testimoniare sul terreno di gara ma anche... sorvolandolo in elicottero in compagnia di Davide Spini (Guida Alpina di Morbegno, in Valtellina), per poi trascorrere qualche minuto nella cabina di regia presidiata dallo stesso Davide e da Giovanni, vero e proprio guru della Limonextreme.
Banco di prova per i "orridori del cielo" un anello dall’alto tasso adrenalinico con una prima ascesa di quasi mille metri verticali (con pendenze a tratti proibitive) che - attaccata a Reamòl dopo i primi chilometri in falsopiano - ha portato gli atleti prima a Punta Larici, poi a Cima Mughera (dove era posto il traguardo della prova vertical) dopo aver "doppiato" Passo Rocchetta, quindi al GPM di Monte Carone, seguito da un interminabile rientro alla base culminato nella tecnica e difficile discesa di Dalco e da un ultimo strappo “traditore” ormai alle porte del paese, prima della meritata passerella finale in riva al Benaco e sulla retta finale di Lungolago Marconi.
Superato il piemontese Cristian Minoggio (alla fine buon sesto e ventiquattr’ore dopo vincitore della 44K nel Trail del Monte Casto di Biella!), Maguet è partito per una lunghissima sgroppata solitaria e vincente "alla Clint Eastwood" lungo un itinerario estremo e come detto dagli scorci di frontiera (per la verità andalusi) stile spaghetti western. A seguirlo un ristretto drappello di top runners guidato dal già citato sloveno Kovacic che precedeva nell’ordine lo svizzero Valentin Marchon, l’altoatesino Armin Larch, il lariano Emanuele Manzi e il marocchino Elhousine Elazzaoui. Al femminile Denisa Dragomir ha subito provato a fare la differenza. A guidare l'inseguimento alla campionessa rumena si è messa Fabiola Conti, che si è tirata dietro Johanna Astrom e Camilla Magliano.
In vetta ai 1580 metri di Monte Carone Nadir il Mago ha perfezionato il proprio... incantesimo, sotto forma di un confortante margine di sicurezza di quattro minuti sullo svizzero Marchon. Molto vicini a quest’ultimo il giovane Gianluca Ghiano (Team Brooks), l'altro elvetico Roberto Delorenzi (Vibram) ed il marocchino residente in Svizzera Elazzaoui (Team Salomon Suisse), vincitore il pomeriggio precedente del Vertical davanti ad Andrea Rostan ed al giapponese Omi Ryunosuke. In discesa gli inseguitori di Nadir si sono dati battaglia ma il rimescolamento di posizioni non ha riguardato il campione valdostano, la cui leadership è rimasta inattaccabile. Maguet ha quindi tagliato in perfetta solitudine il traguardo, con un vantaggio finale di sei minuti e 39 secondi su Elazzaoui e di sei e 55 su Delorenzi. Per il marocchino - unico a riuscire nella "doppietta" - si è peraltro trattato della seconda apparizione sul podio di Limone a poche ore di distanza da quello della Vertical! Nella top five anche Johannes Klein e Gianluca Ghiano (primo italiano), sesto come detto l'inossidabile Minoggio.
Al femminile vittoria con record per Dragomir (Team Merrell-Red Bull, 55esima assoluta) che ha staccato di quattro minuti e 29 secondi la svedese Johanna Astrom (Arc’Teryx), alla quale solo.. l'insostenibile ritmo della Dragomir ha impedito di rinverdire la tradizione scandinava sui sentieri di Limone, con i successi 2017 e 2018 della connazionale Tove Alexandersson. Terzo posto finale a quattro minuti e 53 secondi dalla vincitrice per Fabiola Conti (ASD Autocogliati), migliore italiana all'arrivo ed ormai molto più che una semplice promessa dello skyrunning tricolore, pronta a vestire la maglia azzurra agli Europei di specialità del terzo weekend di novembre in Portogallo. Bene pure l'austriaca Stephanie Kroell (Mountainshop Hoerhager) e la piemontese Camilla Magliano (Team Salomon), rispettivamente quarta e quinta.
Con Maguet, Dragomir e con gli altri campioni del presente, puntano a confrontarsi nei prossimi anni i protagonisti della prova da dieci chilometri, andata in scena subito prima della “sorella maggiore”, su di un percorso decisamente più breve ma anche più corribile e quindi molto impegnativo. Ad imporsi il parmense Alessio Gatti e la trevigiana Milena Pasin.
Finish time di 53 minuti e 57 secondi per l’atleta del Team Mud&Snow Scarpa che ha avuto la meglio per soli diciannove secondi sul sondriese Simone Bertini (Team Scarpa) il quale - da parte sua - ha allungato proprio in vista del traguardo sull’austriaco Stefan Wernig, precedendolo di quattro secondi sotto l’arco del traguardo. Completano la top five Michele Sulli e Nicolò Lora Moretto. Al femminile tutte dietro Milena Pasin, vincitrice in un’ora, 7 minuti e 37 secondi. A farle compagnia sul podio l’austriaca Hannah Koestler (con un ritardo di un minuto e 58 secondi) e la spagnola Ana Laura Moro Martin, staccata di sette minuti e 54 secondi. Completano la top five Alessia Menel e Melanie Miorandi.