La terza edizione dell'evento offre agli skyrunners la possibilità di scoprire un teatro d'operazioni fuori dal consueto e decisamente sorprendente
di Stefano Gatti© Francesco Pierini
È un terzo atto all’insegna della crescita e maturità quella che il comitato organizzatore di Team Mud&Snow ASD propone quest’anno agli skyrunners a più ampio giro d’orizzonte con Lago Santo Skyrace, in programma sabato 12 ottobre con campo base nella stazione appenninica di sport invernali (ma non solo, appunto!) di Sant’Annapelago e svolgimento sul crinale spartiacque tra Emilia e Toscana, provincia di Modena e provincia di Lucca, in equilibrio tra conferme e novità. La campagna iscrizioni è in pieno svolgimento nella modalità online sulla pagina web di Lago Santo Skyrace fino a giovedì 10 ottobre ma offre una “last chance” anche agli indecisi dell’ultima ora: quella di staccare il proprio pettorale direttamente il giorno della gara al campo sportivo di Sant’Annapelago, località del comune di Pievepelago. Tutte le gare in programma (le due prove agonistiche e le due proposte non competitiva e giovanile) si sviluppano nel territorio della conca glaciale del Lago Santo Modenese e nel territorio del Parco del Frignano e possono contare sull’esperienza e la competenza di un team "alargato" che - a Mud&Snow ASD - affianca la comunità e lo Sci Club di Sant’Annapelago, l’Associazione “Sentiero delle Cascate” e gli sponsor tecnici (e per così dire storici) ATK Bindings e SCARPA.
© Francesco Pierini
L'evento Lago Santo Skyrace nasce dall’esperienza del Team Mud&Snow ASD che a partire dal 2017 aveva organizzato Lago Santo Mountain Race. La gara-clou chiama gli skyrunners ad un impegno ad alta intensità lungo la collaudata traccia-gara da 29 chilometri di sviluppo e 2000 metri di dislivello positivo che - nelle prime due edizioni - è stato affrontato (e nobilitato) da alcuni grandi campioni della corsa in natura, sia in campo maschile che femminile, totalizzando nelle due occasioni circa trecento atleti. Alla voce “conferme” anche i partners strategici e tecnici ATK Bindings e SCARPA. La grande novità 2024 è invece rappresentata da un itinerario completamente ridisegnato rispetto allo scorso anno, che abbandona il sottobosco del Sentiero delle Cascate e porta… in vetta gli atleti che scelgono la prova d’ingresso dell’evento, tagliando fuori i tratti più tecnici e di maggiore esposizione, che restano il vero carattere distintivo della prova-clou.
© Francesco Pierini
Nel fin qui breve ma già prestigioso albo d’oro di LSS ci sono nomi importanti della corsa in natura. A imporsi due anni fa nella prima edizione furono Jean-Baptiste Simukeka e Anna Comet Pascua. Il ruandese prevalse sui due top runners italiani Daniel Antonioli e Marco De Gasperi, la campionessa spagnola la spuntò da parte sua nei confronti di Angelika Eckl e Giulia Botti. Alla fine del mese di settembre dello scorso anno invece Antonioli fece… l’ultimo e decisivo balzo verso il gradino più alto del podio, prececendo lo sloveno Klemen Spanring e il comasco Gabriele Gaggero, mentre la beniamina di casa (o quasi, è originaria di Sasso Marconi) Chiara Lelli ebbe la meglio sulla altoatesina Eckl e su un’altra atleta local, la reggiana Botti che… confermarono i rispettivi piazzamenti sul podio del 2022! Il record sulla distanza appartiene a Daniel Antonioli e Anna Comet Pascua. Il top runner lecchese del Team SCARPA lo strappò dodici mesi fa per diciotto secondi a Simukeka, fissandolo in due ore, 55 minuti e 42 secondi. La sua compagna di colori spagnola Pascua detiene con tre ore, 46 e 35 il primato-donne, mancato nel 2003 dalla nostra Lelli, vincitrice con un tempo di poco meno di tre minuti più alto.
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LAGO SANTO SKYRACE
Il percorso principale ha uno sviluppo di 29 chilometri per 2000 metri di dislivello positivo, una carta d’identità non comune sugli Appennini, indice dello studio particolarmente accurato da parte del Team Mud&Snow ASD. Una skyrace come si dice in questi casi "fatta e finita", con tutte le carte in regola a livello tecnico e con un coefficiente di difficoltà atipico per al di fuori della catena alpina, a base di tratti molto ripidi sia in salita che discesa e di un fondo fortemente sconnesso sui residui detritici del circo glaciale interessato da una traccia-gara oltretutto molto varia e diversificata: dal bosco alla bassa vegetazione… d’alta quota, dalle strade bianche al sentiero single track, dai passaggi attrezzati con corde e catene ai tratti più scorrevoli e corribili. Particolarmente spettacolari sono gli effetti cromatici autunnali, sia nelle foreste che nelle distese di mirtilli che assumono il caratteristico color rubino.
Dai passaggi più in quota si potranno distinguere in direzione ovest le Alpi Apuane, il Golfo di La Spezia e le isole maggiori dell’Arcipelago Toscano, Isola d’Elba in testa. Pezzo forte della prova naturalmente la lunga cavalcata in cresta del tratto centrale: Monte Romecchio (1784 metri slm), Cima dell’Omo (1860) e poi l’impennata di Monte Giovo (GPM-gara con la sua piramide rocciosa che manca di soli cinque metri quota duemila) e del solo di poche decine di metri più basso Monte Rondinaio (quota 1963). Basta così? No, perché a tagliare le gambe degli ormai “provati” skyrunners, frapponendosi tra loro e l’arrivo, sarà ormai quasi nel finale di gara la breve ma secca rampa del Monte Nuda (metri 1775), in posizione isolata a nord dello spartiacque principale, a completare la "manita” di cime di Lago Santo Skyrace.
© Francesco Pierini
Ricco di ripidi canaloni sul versante nord (quello toscano), il circo di orgine glaciale che fa da teatro d’operazioni è libero da impianti di risalita sciistici ed è pertanto un piccolo luna-park per la pratica dello scialpinismo invernale, con percorsi ben tracciati sul Giovo e sul Rondinaio. Caratteristica della prova è quella di essere una skyrace che nulla ha da invidiare alle gare alpine, preparata in maniera impeccabile, ponendo la sicurezza come priorità imprescindibile. Tanto da essere adatta veramente a tutti: sia ai più esperti, sia a chi affronta questo sport per la prima volta. Per questi ultimi in particolare una particolare sfida è rappresentata dalla principale difficoltà alpinistica: la discesa dell’anticima del Giovo, nota anche come Grotta Rosa, una balza rocciosa di quattro metri, esposta ad entrambi i lati, ma agevolata nel suo superamento da una scaletta in acciaio e soprattutto dalla presenza sul posto da volontari esperti in alpinismo che sapranno suggerire ai meno esperti gli appoggi più opportuni per disarrampicare. Per chi però non se la sentisse tout court di affrontare questo ostacolo, esiste la possibilità di aggirare il passaggio lungo una variante su sentiero di percorrenza leggermente più lunga ma decisamente più agevole e totalmente priva di passaggi alpinistici. Tutta la discesa che segue la sezione-clou del percorso resta ancora a lungo tecnica ma appunto priva di difficoltà alpinistiche e comunque costantemente presidiata dai volontari: sia lungo il percorso (che per certi versi anche dopo il passaggio dal Lago Santo e dal Lago Boccia è parecchio selvaggio), che in prossimità dei quattro punti-ristoro.
© Francesco Pierini
LAGO SANTO TRAIL
La prova entry chiama i suoi iscritti ad una prova da 19 chilometri e 1100 metri D+ che ricalca la prima parte della skyrace (quella meno tecnica) e permette anche a chi non pratica il… culto dello skyrunning di guadagnarsi il paradiso di Lago Santo, toccando Monte Romecchio e Cima dell’Omo, all’interno del Parco del Frignano.
Per accompagnatori degli atleti, familiari e appassionati esiste la possibilità di assistere ai passaggi degli skyrunners sia sul Monte Giovo (ad un’ora di facile escursione dal campo-base dell’evento), sia dal Lago Santo Modenese e dal Lago Baccio, entrambi vicini a un comodo parcheggio e facilmente raggiungibili a piedi.
Oltre alle due prove riservate agli sportivi più ambiziosi, il programma di Lago Santo Skyrace prevede una camminata non competitiva e un minitrail riservato a bambini e ragazzi.
© Lago Santo Skyrace Press Office
WALK&RUN
Incantevoli cascate, pinete e faggete secolari, ampie forestali sterrate, l’ombra del sottobosco, di corsa o camminando. Sono questi gli scenari e le atmosfere di chi non si cura del cronometro e non nutre ambizioni competitive ma punta ad un’esperienza altrettanto ricca e motivante. Il tempo di percorrenza è di circa tre ore. La nuova proposta non competitiva di LSS misura una decina di chilometri… abbondanti e si sviluppa sul percorso del Sentiero delle Cascate. È considerato un trekking adatto anche ad escursionisti non esperti, famiglie e bambini tra i sei e gli otto anni.
MINI LAGO SANTO
Ai bambini dai sei anni in su e ai ragazzi fino a quindici anni è dedicato il Minitrail in formato sprint lungo un itinerario di un chilometro circa disegnato nei pressi della pista da fondo adiacente la partenza dei “grandi”. L’iscrizione alla MINI Lago Santo è gratuita e può essere perfezionato direttamente sul posto la mattina della gara. Al termine della corsa verrà offerta ai mini-atleti una merenda a base di pane e Nutella.
Come già ricordato sopra, iscrizioni online fino a giovedì 10 ottobre su www.lagosantorace.com e la mattina della gara direttamente in loco. Nel pacco-gara di LSS 2024 tante sorprese, prodotti del territorio e degli sponsor e - per gli iscritti alla gara-clou - l’esclusiva felpa Lago Santo Skyrace.
© Lago Santo Skyrace Press Office
FOCUS MONTE GIOVO
Detto “Il gigante di pietra” con la sua imponenza e la sua storia, il Monte Giovo è molto più del GPM-gara di Lago Santo Skyrace, ovviamente ed è stato da sempre oggetto (nonché ambientazione) di leggende e miti. Ecco alcune delle storie più affascinanti legate a questa montagna, per gli skyrunners che - all’impegno sportivo - affiancano la curiosità intorno ai luoghi attraversati e un’esperienza più consapevole e completa.
Da sempre, le montagne sono state fonte di ispirazione per l’immaginazione umana. La loro imponenza, l’inaccessibilità e i fenomeni naturali che vi si verificano hanno alimentato la creazione di miti e leggende. Le storie legate al Monte Giovo riflettono il bisogno dell’uomo di dare un senso al mondo che lo circonda, di spiegare fenomeni naturali e di trovare una spiegazione per l’ignoto.
Il nome dedicato a Giove evoca immediatamente la figura del re degli dei nell’antica Roma. L’origine del toponimo geografico è però dibattuta: alcuni sostengono che derivi proprio dalla divinità, altri lo collegano al termine “giogo”, riferendosi alla forma della catena montuosa. In ogni caso, il legame con la figura mitologica ha contribuito a creare un’aura di mistero e sacralità attorno alla montagna.
© Francesco Pierini
Tesori nascosti: si narra che nelle viscere del Giovo siano nascosti tesori inestimabili, custoditi da creature leggendarie. Oro, gioielli e antichi manufatti sarebbero stati nascosti in grotte segrete o in forzieri incantati, in attesa di essere scoperti da un eroe.
Streghe e fattucchiere: le pendici del Giovo erano considerate un luogo frequentato da streghe e fattucchiere, che qui preparavano i loro filtri e compivano i loro riti. Si diceva che durante le notti di luna piena, queste donne si radunassero sulle cime più alte per invocare le forze oscure.
Spiriti della montagna: la montagna era considerata la dimora di spiriti della natura, che proteggevano il territorio e i suoi abitanti. Questi spiriti, spesso rappresentati come figure barbute e corpulente, erano temuti e rispettati dagli uomini.
La battaglia dei giganti: una leggenda narra di una grande battaglia che si sarebbe svolta sulle pendici del Giovo, tra giganti e dei. Le rocce e i massi sparsi sui versanti della montagna e che contraddistinguono l’impegnativa salita che conduce alla cima, sarebbero le testimonianze di questa antica guerra.