Le condizioni meteo sfavorevoli hanno costretto agli straordinari gli organizzatori dell'evento valdostano
di Stefano Gatti© Maurizio Torri
Podio maschile interamente tricolore, tutte le nazioni dell'arco alpino occidentale rappresentate invece su quello femminile nella terza edizione di SkyClimb Mezzalama, ancora giovane ma già imperdibile appuntamento sui ghiacciai del Monte Rosa che può essere considerato (con le dovute differenze) l’equivalente estivo dello storico Trofeo Mezzalama di scialpinismo. Ad autografare la vittoria in campo maschile il binomio ad altisssimo tasso di classe e talento formato da Tadei Pivk e William Boffelli. In gara-donne la spunta la coppia elvetica Marianne Fatton e Gaelle Perrier. Quest’anno niente passaggio a quota quattromila (e oltre) sulla vetta del Castore. Oltre a comportare lo slittamento di ventiquattro ore in avanti rispetto al piano originale, la perturbazione che ha imperversato su molte parti del settore più occidentale dell’arco alpino nella giornata di sabato 29 giugno (con una coda di residua instabilità domenicale) ha convinto il comitato organizzatore a optare per il “piano b” che prevedeva comunque un itinerario spettacolare e alpinistico in vero “Mezzalama Style” che ha portato gli atleti fino ai comunque ragguardevoli 3585 metri di quota del Rifugio Quintino Sella. Tutto come da programma, invece per la prima edizione in formato vertical, andata in scena sull’itinerario di sola salita con traguardo ai 3400 metri slm del Rifugio Guide di Ayas.
© Maurizio Torri
Segnale di partenza alle sette in punto del primo mattino di domenica 30 giugno con la variazione del percorso messa in opera dal comitato organizzatore e dai suoi componenti più autorevoli: la Guida Alpina Adriano Favre e i suoi collaboratori: gli alpinisti - loro pure GA - François Cazzanelli e Emrilk Favre. Modifiche varate per garantire il regolare svolgimento della manifestazione e soprattutto risparmiare rischi inutili sia alle novanta squadre iscritte, sia ai numerosi volontari dislocati lungo il percorso.
© Giacomo Meneghello
A tagliare il traguardo per primo è stato il team composto dagli azzurri Tadei Pivk e William Boffelli con il tempo finale di due ore, 39 minuti e 20 secondi. Alle spalle dell’esperto skyrunner friulano di Team Aldo Moro NORTEC-Compressport/ KRAFT e del polivalente atleta bergamasco (valdostano per scelta e per professione) di Outdoor With Us. Come dire: l'intero arco alpino rappresentato sul podio alto di Saint-Jacques! Tutto italiano anche il secondo gradino del podio stesso con Paolo Bert (Podistica Valle Infernotto/Team SCARPA) e Lorenzo Rostagno di Team Marguareis (staccati di tredici minuti esatti). A completare il “clean sweep” tricolore Andrea Prandi e Iacopo Leonesio, rientrati al campo base di Saint-Jacques (in Val d’Ayas) due ore, 53 minuti e 44 secondi dopo averlo lasciato.
© Fabio Droghese
In campo femminile il successo è andato alla formazione rossocrociata di Marianne Fatton e Gaelle Perrier che hanno portato a buon fine la missione-vittoria dopo tre ore, 41 minuti e 48 secondi (ventiduesime della classifica assoluta da 81 coppie finisher). Secondo posto per il team transnazionale (franco-italiano) formato da Noémie Grandjean e Camilla Calosso di Team Marguareis, staccate di appena meno di un quarto d’ora (14 minuti e 58 secondi, 32esime della classifica generale M/F). A sigillare il podio montandone sul gradino più basso le francesi Mélanie Nobs e Lucile Ochs, al traguardo due minuti e 53 secondi dopo lo scoccare delle quattro ore di gara (36esime), a 21 minuti e cinque dalle vincitrici.
© Maurizio Torri
La scelta di spostare la gara da sabato a domenica era già stata fatta mercoledì 26 giugno, in previsione dell’avvicinarsi di una perturbazione importante. Visto il perdurare dell’instabilità meteorologica, nella serata di sabato 29 la saggia decisione di evitare la salita fino al 4226 metri della vetta del Castore.
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La modifica dell’itinerario ha ridotto i metri di dislivello che sono così scesi a 1900 invece che 2500 in salita, ma la fatica e il livello tecnico della gara non hanno subito variazioni di rilievo. Senza il transito sugli oltre 4000 metri del Castore infatti le coppie in gara hanno potuto gestire diversamente l’impegno, spingendo quasi uniformemente per buona parte della traccia di gara.
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A circostanziare le scelte del comitato organizzatore di Fondazione Trofeo Mezzalama che organizza l'evento valdostano è stato Adriano Favre, Guida Alpina e coordinatore dello staff tecnico:
“L’incertezza meteo ci ha portato a decidere di tagliare la salita in quota e optare per un percorso comunque tecnico. Le squadre sono partite regolarmente da Saint-Jacques ma - invece di arrivare fino al Rifugio Guide di Ayas - poco dopo il Pian di Verra Superiore hanno deviato verso la Bettolina percorrendo in parte la traccia normale che va verso il Quintino Sella per poi piegare verso sinistra e sbucare all’inizio dell’itinerario classico attrezzato che porta al rifugio a quota 3585 metri. Dal Sella sono scesi verso Gressoney-la-Trinité, abbassandosi di quota di trecento metri circa lungo su una traccia creata appositamente per l’evento e possibile solo grazie ad una primavera ricca di precipitazioni. Qui, infatti normalmente d’estate c’è una pietraia, ma ora con la neve è stato possibile disegnare un percorso molto interessante. Dopo questa prima parte di discesa le squadre sono risalite verso il colletto sopra la Bettolina, poi giù verso il Colle della Bettaforca, Resy e infine Saint-Jacques”.
© Fabio Droghese
Tutto come da programma originale per la prima edizione del Vertical che è partita mezz’ora più tardi - sempre da Saint-Jacques - con l’arrivo al Rifugio Guide di Ayas a quota 3400 metri.
In campo maschile la vittoria è andata ad Andrea Gorret che ha raggiunto il traguardo un’ora, 33 minuti e 38 secondi dopo il via dal fondovalle. Piazza d’onore con un ritardo di tre minuti tondi dal vincitore per il bergamasco Giovanni Zamboni (ASD Gruppo Sportivo Alpini Sovere Atletica). Terzo Matteo Rodigari di ASD Pegarun a quattro minuti e otto secondi dal vincitore.
Al femminile successo per la lecchese Barbara Sangalli della storica formazione di AS Premana in un’ora, 53 minuti e 22 secondi (quattordicesima di una classifica assoluta da 94 finishers) davanti alla serba Sladjana Zagorac, con un ritardo di soli 38 secondi e infatti sedicesima assoluta. A completare il podio la local Elisa Arvat (APD Pont-Saint-Martin) che ha tagliato il traguardo tre minuti e quattro secondi dopo la vincitrice.
© Fabio Droghese
Archiviata con successo la prova estiva, nonostante le difficoltà ambientali, Fondazione Mezzalama riprende a lavorare in vista dello storico Trofeo scialpinistico che - alla fine del prossimo inverno - oltre al proprio valore intrinseco potrà contare su una ulteriore e doppia valenza: come prova unica di Campionato Mondiale ISMF Long Distance e come tappa del prestigioso circuito La Grande Course, il circuito biennale che riunisce le grandi classiche skialp della catena alpina e di quella pirenaica.
Tutte le informazioni, e la traccia del percorso si possono trovare sul sito www.skyclimb.it
© Giacomo Meneghello
Fanno parte della Fondazione Trofeo Mezzalama:
Unité des communes valdôtaines Mont-Cervin, Unité des communes valdôtaines Évançon, Unité des communes valdôtaines Walser, i Comuni di Valtournenche, Ayas, Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité e il CAI Valle d’Aosta.
Per completezza di informazioni e con l’augurio che vi si psosa tornare a correre in occasione di SkyClimb Mezzalama 2025, ecco la descrizione del tracciato originale da 25 chilometri circa di sviluppo (2.533 metri di dislivello positivo) e le principali caratteristiche tecniche e logistiche, come feed zone e cambi d’assetto.
© Giacomo Meneghello
Partenza da Saint-Jacques, una prima salita in un bosco di larici porta al piccolo abitato di Fiery (1878m). Da qui la salita è meno ripida e obliquando verso destra si raggiunge il Pian di Verra (2050m). Attraversata la piana, la mulattiera conduce al Lago Blu (2215m). Si segue poi il ripido filo della morena glaciale che porta al Rifugio Mezzalama (3036m). Oltre, il terreno si fa tipicamente pre-glaciale e roccioso e una facile lingua di ghiaccio pianeggiante conduce ai piedi delle ripide rocce di Lambronecca, alla cui sommità sorge il Rifugio delle Guide di Ayas (3400m).
Al Rifugio Guide di Ayas, prima FEED ZONE (organizzata nel rispetto delle norme anti COVID19) e CAMBIO DI ASSETTO. Si indossa l’imbrago, si calzano i ramponi e ci si lega in cordata, pronti per affrontare il ghiacciaio con le sue insidie. Le pendenze sono moderate fino al raggiungimento del Passo di Verra (3848m). Teatro della parte più tecnica ed impegnativa della gara sarà l’ascesa al Castore (4226m) per la parete Ovest, sulle tracce del Mezzalama classico.
© Giacomo Meneghello
La discesa seguirà la cresta Est e il Ghiacciaio del Felik fino al Rifugio Quintino Sella (3585m). FEED ZONE e CAMBIO DI ASSETTO. Si tolgono corda e ramponi. Un’aerea cresta rocciosa ben attrezzata porta alle pietraie che rapidamente conducono al Passo della Bettolina (3000m circa).
Da qui si prende sentiero che conduce al Colle della Bettaforca, poi un bosco di larici offre riparo al comodo sentiero che conduce ai Rifugi Ferraro e Guide Frachey (2060) a Résy, poi un’ultima ripida picchiata porta all’arrivo a Saint Jacques.
© Maurizio Torri