Lo scozzese e la statunitense si sono confermati sul trono della grande classica sul granito della Val Masino
di Stefano Gatti© Maurizio Torri
Due stelle brillano di luce propria nel cielo del Trofeo Kima: sono quelle di Finlay Wild e di Hillary Gerardi che hanno lasciato il segno più profondo si sentieri (ma soprattutto sui sassi) della ventiduesima edizione della Grande Corsa sul Sentiero Roma della Val Masino. Sia lo scozzese che la statunitense ormai quasi naturalizzata francese hanno ripetuto le loro vittorie di due anni fa, ma non si sono... fermati sulla linea di arrivo (e partenza) del "pratone" di Filorera. Wild ha messo a segno un nuovo e straordinario record sui 52 chilometri e i 4200 metri di dislivello positivo (e negativo dell'anello di gara), abbassando di oltre quattro minuti il precedente primato, strappandolo nientemeno che a Kilian Jornet che (dopo che gli era stato tolto una prima volta dal nepalese Bhim Gurung) se ne era riappropriato e lo deteneva dal 2018. Gerardi non è riuscita a migliorare il primato femminile che già le appartiene (oltre a quello in modalità "solo" sul Sentiero Roma in versione integrale dalla Val Codera alla Valmalenco) ma ha colto la sua terza affermazione consecutiva dopo quelle dello stesso 2018 e (dopo la cancellazione-Covid del 2022) e di due anni fa, di fatto sognando già il poker!
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Nata in ricordo del soccorritore e guida alpina Pierangelo Marchetti, l’Associazione Kima ha festeggiato il trentennale della fondazione con un’edizione memorabile, incorniciata la suo capolinea (o meglio nel suo terzo tempo) da una grande festa finale per atleti, accompagnatori, appassionati e popolazione locale.
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I numeri e l’internazionalità dell’evento sono impressionanti: nonostante l’alto livello tecnico del tracciato e le rigide norme di selezione, ai nastri di partenza si sono presentati 403 atleti da trentatré differenti nazioni, compreso il gotha mondiale della specialità. Considerando le prove che hanno completato la locandina dell’evento (Kima Extreme Skyrace, Kima Trail e Mini Kima), il numero totale dei concorrenti è raddoppiato, toccando le ottocento unità, con una significativa percentuale di “quote rosa” pari al 24,5%, quasi un quarto del totale.
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Sei ore, cinque minuti e quattro secondi. Per la sua seconda vittoria in altrettante partecipazioni (e per il suo ormai imminente quarantesimo compleanno-il prossimo 8 settembre), Finlay Wild si è regalato un sabato da sogno nel classico appuntamento della Val Masino che prevede il superamento in sequenza di sette valichi alpini in modalità “via ferrata” oltre i 2500 metri di quota, con GPM-gara ai 2950 del Passo Cameraccio, il secondo in ordine di percorrenza della prova che quest’anno è valida come prima delle due tappe italiane di Merrell Skyrunner World Series, che torna in Italia tra un mese per la MAGA Skymarathon nella bergamasca Val Serina.
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Nonostante il forfait pre-gara di Nadir Maguet e William Boffelli, (entrambi alle prese con acciacchi fisici), ma con l’aggiunta last minute del campione del mondo Cristian Minoggio (top runner di Altitude Skyrunning Team), la starting list era di altissimo livello. Fin da subito è stato chiaro che il record fissato sei anni fa da Kilian Jornet in sei ore, nove minuti e 19 secondi era sotto assedio. Sul primo dei sette passi di giornata (la Bocchetta Roma) sono transitati insieme lo scozzese Finlay Wild (Green Runners), l’americano Jack Kuenzle e lo spagnolo Manuel Merillas del Team SCARPA. Quest’ultimo è presto uscito di scena a causa di una cadute sulle placche della Val Torrone.
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Ad inserirsi nella lotta per il podio è stato proprio Minoggio, seguito dai lecchesi Daniel Antonioli (Team SCARPA) e Mattia Gianola (Team Valtellina ASD) e dal veneto Mattia Tanara, campioncino del Team SCOTT. I primi tre hanno continuato a spingere sino alla fine. Un forcing che ha spinto Wild - originario di Thurso, nelle Highland scozzesi - al secondo successo consecutivo con un crono finale che abbassa di ben quattro minuti e quindici secondi il primato di “King Kilian”, di fatto detronizzandolo, almeno per quanto riguarda il Kima!
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A rendere l’idea del livello del Kima 2024, anche il secondo classificato Jack Kuenzle (al traguardo con tre minuti e 11 secondi dal vincitore), è sceso sotto il vecchio primato per un minuto e quattro secondi. Da parte sua, Minoggio ha sigillato il podio con il tempo finale di sei ore, 11 minuti e 36 secondi A completare la top five Daniel Antonioli e Mattia Gianola.
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In gara-donne Hillary Gerardi (Team SCARPA/Black Diamond) ha stroncato alla distanza la resistenza di un numero ristretto (una vera e propria élite) di qualificatissime candidate a toglierle lo scettro del Kima, ad iniziare dalla transalpina Elise Poncet (Arc'Teryx) e dalla messicana Karina Carsolio Avila (Black Diamond). A metà gara Elise ha tentato l’allungo, ma ancora una volta a raggiungere per prima il traguardo di Filorera è stata Hillary. Tempo finale da sette ore, 32 minuti e 58 secondi, vale a dire due minuti e 20 secondi sopra il record (sette ore, 30 minuti e 38 secondi) da lei stessa fissato due anni fa. Hillary chiude 30esima assoluta di una classifica assoluta da 232 finishers.
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Secondo gradino del podio per Poncet (32esima,staccata di due minuti e 22 secondi), terzo per la norvegese Henriette Albon di Arc'Teryx (moglie del toprunner inglese Jonathan), con il tempo finale di sette ore, 40 minuti e due secondi (34esima). Chiude ai piedi del podio Carsolio, mentre la top five si chiude come era iniziata, vale a dire con una atleta USA, curiosamente come la vincitrice dal cognome (e nel suo caso anche dal nome) “italiano”: Anna Demonte (RAB).
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Nella seconda edizione di Kima Extreme Skyrace, che ricalca in buona sostanza il tratto finale del Trofeo (e ne offre quindi una sorta di assaggio agli skyrunners più ambiziosi e lungimiranti), Lorenzo Rota Martir di GS Orobie/Team SCARPA ha messo tutti in fila con un tempo finale di un solo minuto e 27 secondi sopra il muro delle tre ore di gara. Rinviata al 2026 insomma la caccia al record fissato due ore fa in due ore, 58 minuti e 42 secondi da Luca Del Pero.
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Con Rota Martir sono saliti sul podio Extreme lo statunitense Daniel Curts dei Brooks Trailrunners (staccato di quattro minuti e 11 secondi dal vincitore) e il runner indipendente britannico Harry Bolton, che ha fatto rientro al campo base dopo tre ore, 30 minuti e 38 secondi di gara lungo un itinerario il cui GPM era rappresentato dai 2570 metri del Passo Barbacan che… separa il Rifugio Gianetti dal Rifugio Omio ed è il settimo e ultimo valico sulla “strada” del Trofeo.
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Mancato da Rota Martin in gara-uomini, il nuovo record è stato invece messo a segno in campo femminile dalla trentina Giulia Marchesoni (ASD Pegarun) che ha polverizzato il precedente primato di Giulia Compagnoni (tre ore, 40 minuti e altrettanti secondi), fermando il cronometro sul tempo di tre ore, 30 minuti e 38 secondi: dieci minuti e un paio di secondi in meno insomma per Giulia, che ha chiuso dodicesima di una classifica M/F da 168 finishers. Sul podio con la vincitrice in quest’ordine Alice Testini (staccata di un minuto e 47 secondi, 14esima assoluta) e Lisa Boschetti (Altitude Skyrunning Team), al traguardo in tre ore, 32 minuti e altrettanti secondi, a poco più di un minuto dalla piazza d’onore e infatti 15esima del ranking.
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Successo... di coppia per Luca Merli e Arianna Dentis nell’intenso e corribile Kima Trail da quattordici chilometri, quasi per intero ambientati nel suggestivo scenario della Val di Mello, non toccato dalle due prove “sky”. Il trentino Merli (Atletica Valchiese, società storica della corsa in montagna) si è imposto al maschile, chiudendo l’anello in 53 minuti e 43 secondi, precedendo di ben due minuti e 32 secondi Alex Rigo (Team KARPOS) e di tre e 30 Francesco Ceschi (SCARPA KARPOS Swiss Trail Youth Team).
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Da parte sua, la piemontese Dentis si è imposta in gara-donne con il tempo di un’ora, due minuti e 48 secondi davanti alla serba Sladjana Zagorac di Rakija Team (staccata di meno di un minuto, 39 secondi) e alla esperta top runner local Elisa Sortini (Team Valtellina ASD, un’ora tre minuti e 43 secondi). Portacolori di Atletica Saluzzo/Team KARPOS e compagna del vincitore di gara-uomini Merli, Dentis ha scalato la classifica assoluta addirittura fino al vivo della top ten (settima!), ma le sue compagne del podio sono state poco da meno: decima e undicesima di novantanove finishers. Un'ottantina infine i bambini al via del Mini Kima non competitivo da sei chilometri: i più veloci a raggiungere la linea d’arrivo sono stati Daniele Tombolato (GP Talamona) tra i ragazzi e l'esordiente Anna Rigonelli al femminile (settima assoluta!).
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Consegnata alla storia una ventunesima edizione con i fuochi d’artificio, il Trofeo Kima dà appuntamento tra due anni con protagonisti vecchi e nuovi. A proposito, con quello che consideriamo un augurio, chissà che - punto nell’orgoglio - nel 2026 l’ormai ex-recordman Kilian Jonet (attualmente impegnato nella collezione delle 82 punte da quattromila metri delle Alpi) non torni sui propri passi… e sui sette della Grande Corsa sul Sentiero Roma!
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