Drammatico testa a testa negli ultimi 300 metri della major statunitense: beffato l'etiope Desisa
Desisa prova ad allungare, Kipkemoi cede e si stacca di un paio di metri, Cherono invece no: mancano trecento metri all'arrivo e si prepara così una drammatica volata a due. Ma non stiamo parlando di un 1.500, siamo infatti sulla Boylstom Street, il rettilineo finale che porta al traguardo della maratona di Boston, la più antica, la più affascinante, la più prestigiosa tra le Majors. Non la più veloce, il tracciato non lo permette, ma il testa a testa è da sprinter veri e propri: a tre metri dallo striscione Desisa molla, Cherono ha vinto, giusto un paio di secondi in meno per chiudere in 2 ore 7 minuti e 57 secondi la 123esima edizione della 42,195 km statunitense.
Vittoria che va dunque al Kenya davanti all'Etiopia nell'eterna lotta tra i due stati africani, in una giornata dal meteo più clemente rispetto all'anno scorso che al femminile ha visto invece un ordine d'arrivo ribaltato con Worknesh Degefa, etiope appunto, a chiudere davanti alla keniana Edna Kiplagat. Qui, però, nessuna volata ma una lunga fuga iniziata dopo quattro miglia e un inseguimento non riuscito perché troppo tardivo: giusto così, perché il coraggio della Degefa andava in fondo premiato.