Ai ristori, nelle basi vita, sul percorso: ecco i volontari che assistono gli atleti del Tor des Geants
Passione, dedizione, fatica. Gioia. Sotto il sole, bagnati dalla pioggia, sferzati dal vento. Chilometri nelle gambe, salite interminabili, notti insonni. Sempre con il sorriso sulle labbra, pronti a intervenire, ad aiutare, a confortare. Li trovi ai ristori, nelle basi vita, lungo il percorso. Iniziano prima degli altri, tracciando la via, e finiscono dopo tutti, chiudendo (le mitiche scope, amate e temute al contempo) la lunga processione di runner che per una settimana circumnavigano la Valle d'Aosta. Sono i Volontor, i 3000 volontari che si dedicano anima e corpo alla riuscita del Tor Des Geants: tanti i valligiani, molti proveniente da tutta Italia e qualcuno arriva pure da oltre confine. Senza di loro, nulla sarebbe possibile.
Appassionati di tutte le età, tanti i ragazzi e le ragazze, trailrunner, veterani del Tor, neofiti, semplici amanti della montagna. Li abbiamo incontrati (grazie alla disponibilità di Luca Spada, presidente e fondatore di EOLO - main sponsor del Tor - due volte finisher e quest'anno sul percorso in veste di volontario), li abbiamo ascoltati e... ammirati. Ci hanno raccontato la loro esperienza, ricca di aneddoti, curiosità e tanta passione. A coordinarli c'è Erika Noro, presidente dell'Associazione dei VolonTor.
E' lei, assieme a suoi collaboratori, a vagliare le candidature che arrivano nei mesi precedenti la gara (per candidarsi basta andare sul sito del Tor e compilare l'apposito form presente e indicare giorni, orari, luoghi, mansioni per cui si dà la propria disponibilità) e a tessere la maglia dell'organizzazione. Sono loro che accolgono i runner ai ristori: sono la mano che li nutre, la parola che li incoraggia, il sorriso che li conforta, lo sguardo che coglie la fatica e magari l'affanno. Assistono e vigilano, si relazionano con i sanitari presenti sul percorso e interagiscono con i Commissari di gara, attenti al rispetto del regolamento ma anche "consulenti" dei corridori.
Ognuno dà quel che può e mette a disposizione le proprie competenze, come ad esempio i massaggiatori e i fisioterapisti (sono più di cento) che danno vita al servizio MassaggiaTor, professionisti che si prendono cura dei concorrenti alle prese con dolori muscolari, infiammazioni o le immancabili vesciche. O ancora i tracciatori e "le scope", i primi chiamati ad aprire il percorso e a risolvere eventuali intoppi sul tracciato di gara, le seconde - operative a gruppi di quattro su segmenti più brevi - chiudono invece la gara, "vegliano" sui concorrenti più lenti e "ripuliscono" i sentieri (tolgono le bandierine e i cartelli di segnalazione dopo il passaggio dell'ultimo runner).
Sono tanti, sono preziosi, sono indispensabili: per dieci, lunghi e intesi giorni, sono le donne e gli uomini più amati della Valle d'Aosta. Se il Tor des Geants è un'esperienza unica al mondo il merito è anche loro.