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SCIALPINISMO

Gachet e Bon Mardion nella storia della Pierra Menta davanti ai "mastini" Antonioli e Magnini

De Silvestro-Murada "best of the rest" in gara donne dietro alle irraggiungibili Mollaret-Harrop

di Stefano Gatti
21 Mar 2024 - 11:09
 © Getty Images

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Trentaquattro gradi (anzi, secondi) di separazione al termine della trentottesima edizione della Pierra Menta. Tanto (anzi, poco) il divario tra il dream team di casa Xavier Gachet-William Bon Mardion e i nostri Robert Antonioli-Davide Magnini “in vetta” a quasi undicimila metri di dislivello positivo, spalmati sui quattro giorni di gara di quello che (con termine un po’ inflazionato ma sempre efficace) viene definito il Tour de France dello scialpinismo. Quattro tappe in altrettanti giorni (da mercoledì 13 a sabato 16 marzo) sulle montagne del Beaufortain (Savoia) a monte del campo base di Arêches-Beaufort: un festival dello skialp a base (proprio come la Grande Boucle ciclistica) di tapponi mitici e di luoghi altrettanto evocativi come il Grand Mont e il Col de la Forclaz, dove la gara si decide e dove gli atleti arrancano sbuffando o sfilano a tutta velocità (a seconda del senso della pendenza) in mezzo a migliaia di appassionati, letteralmente tra due ali di folla. Eccitazione e adrenalina a fondo scala e spesso oltre: sia per chi suda a profusione, sia per chi urla a squarciagola! Un evento che teme pochi confronti nel mondo nello scialpinismo alla sua massima potenza: si contano in pratica sulle dita di una mano e tra di loro - in Valle d'Aosta - il Trofeo Mezzalama che torna nel 2025 nello scenario del Monte Rosa e l’imminente Tour du Rutor Extrême, sulle montagne del versante italiano del Monte Bianco. 

© Maurizio Torri

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Sia in senso storico e statistico, sia sul campo (o meglio ad alta quota e a cura delle più forti coppie dello skialp-gara), sono numeri da vera e propria vertigine quelli della Pierra Menta che - già da alcuni anni e almeno fino al 2026 - ha per main sponsor l'azienda italiana Karpos che ci ha permesso di vivere nel senso letterale della parola in prima fila un evento sportivo la cui continua tracimazione ai confine del rave d'alta quota meriterà prossimamente un approfondimento dei suoi aspetti "life": quelli che superano la dimensione strettamente agonistica.

© Maurizio Torri

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Nella lunga e sempre accesissima (anche tesissima!) sfida tra beniamini local e challengers italiani, a spuntarla questa volta sono stati i padroni di casa Gachet e Bon Mardion. Per il primo si tratta del battesimo con il gradino più alto del podio. Per il suo compagno di squadra della seconda vittoria, che arriva però (ed è un titolo di merito) a ben undici anni di distanza dalla prima, nell'ormai lontano 2013! Un successo allo sprint, in volata, per un’incollatura. Vien da dire quasi al fotofinish, tenendo presente il suo format di gara e sua la fiche tecnica.

© Maurizio Torri

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Solo trentaquattro secondi hanno separato sul traguardo finale i vincitori (tempo finale che ha sfuorato di soli 43 secondi il muro delle dieci ore di gara) dagli Alpini del Centro Sportivo Esercito Robert Antonioli e Davide Magnini (una e due vittorie rispettivamente alla Pierra), che hanno completato la loro cavalcata in dieci ore, un minuto e 17 secondi. Più staccato ma altrettanto meritevole (e infatti sul terzo gradino del podio) il binomio sovranazionale formato dall’austriaco Jakob Herrmann e dal francese Mathéo Jacquemoud (quest'ultimo già due volte vincitore), staccati di sei minuti e 25 secondi dalla vetta.

© Maurizio Torri

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Ai piedi del podio stesso ha chiuso la Pierra la coppia composta dal belga Maximilien Drion e dal valdostano Nadir Maguet, con un distacco di 33 minuti e 40 secondi. Il “Mago” di Torgnon che il prossimo weekend al Tour du Rutor unirà ne forze con il bergamasco William Boffelli. A completare la top ten maschile un altro binomio di casa: quello composto dagli affiatati Simon Bellabouvier e Aurélien Dunand-Pallaz (+40’23”).

© Maurizio Torri

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Nella seconda parte della top ten brilla di luce propria il nono posto del team formato dal “mostro sacro” del trailrunning long distance François D’Haene (un vero e proprio beniamino del pubblico) e dal connazionale Gédéon Pochat, a tratti letteralmente spinti in avanti da un tifo da stadio nei passaggi chiave della Pierra che - per inciso - è ormai l'unica grande classica dello skialp ad andare in scena (sulle montagne olimpiche di Albertville 1992) con cadenza annuale.

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Prima di passare alla Pierra femminile (e a quella Jeunes) occorre menzionare anche la sfortuna di Michele Boscacci e di Matteo Eydallin che puntavano entrambi alla quinta vittoria (una in coppia). L’altra supercoppia del CS Esercito ha pagato dazio ad una serie di circostanze sfortunate. Il valtellinese Boscacci è stato costretto al forfait nell’immediata vigilia fa un quantomai inopportuno attacco febbrile, costringendo il suo fortissimo compagno di squadra piemontese a cercarsi (trovandolo nel francese Thibaut Anselmet) un valido rimpiazzo.

© Jocelyn Chavy

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L’inedito binomio ha dato battaglia nelle prime due tappe, prima che Matteo fosse vittima nel corso della terza di una brutta caduta che gli ha provocato una frattura molto instabile a un piede (per via della rottura di molti legamenti) e problemi cervicali che lo hanno costretto ad abbandonare. Per Eydallin stagione terminata e intervento chirurgico durato tutta la mattinata di lunedì 18 marzo, necessario per riallineare una vertebra, stabilizzandola per mezzo di quattro viti e due barre. Matteo dovrà portare un collare per un paio di mesi.

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Pierra senza storia in gara-donne. In coppia con Emily Harrop, la beniamina local Axelle Mollaret ha deliziato il pubblico di casa, aggiudicandosi la sua quinta Pierra, la terza consecutiva e la seconda (anch'essa consecutiva!) con Emily. Le vincitrici hanno scavato tappa dopo tappa un solco sempre più profondo e incolmabile nei confronti della concorrenza.Tra parentesi, Axelle Mollaret è spostata con il vincitore di gara-uomini Xavier Gachet. Sono affari di famiglia insomma ma... a portare i pantaloni in casa è evidentemente lei, con cinque successi a uno!

© Maurizio Torri

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Axelle ed Emily hanno chiuso la loro performance vincente in undici ore, 54 minuti e 4 secondi, scalando la classifica assoluta fino alla ventesima posizione di un ranking da 195 finishers su 210 formazioni al via. Le ultime ad arrendersi sono state le nostra Alba De Silvestro e Giulia Murada (venticinquesima posizione assoluta). Secondo gradino del podio con un ritardo di venti minuti e 10 secondi per le nostre ragazze (vincitrici della Pierra Menta 2021, in quella occasione nel format "mondiale" da una singola giornata di gara), che hanno così pareggiato il risultato finale dei nostri in gara-uomini e anche loro per i colori del Centro Sportivo Esercito.

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Alba e Giulia hanno “comodamente” regolato l’altro team transalpino di Lorna Bonnel e Célia Perillat-Pessey (P30 overall) che hanno chiuso a 31 minuti e 50 secondi dalla vetta. Si è fermata solo ai piedi del podio la Pierra di Léna e Candice Bonnel (sorelle tra di loro e cugine di Lorna), mentre a chiudere una top five monopolizzata dalle atlete francesi e italiane sono state la veneta Martina Valmassoi e la bresciana Corinna Ghirardi. Da segnalare anche il sesto posto (alle spalle delle nostre) del binomio elvetico formato dalle giovanissime Caroline Ulrich e Thibe Deseyn (quarantatré anni in due!), speranze rossocrociate per i Giochi Invernali di Milano e Cortina 2026.

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Hanno sbaragliato il campo ad Arêches le migliori speranze italiane dello skialp, impegnate nella Pierra Jeunes, anche in questo caso nel format per squadre da due elementi. Nella categoria Under20 Edoardo Mottini e Simone Compagnoni si sono imposti al maschile, mentre Anna Pedranzini ha vinto tra le ragazze, in coppia con la spagnola Mari Butxaca Brau. Lorenzo Milesi e Umberto Ferrazza sono saliti sul gradino alto del podio Under20, imitati tra le ragazze da Olga Corti e Annalisa Pitscheider. Successo di Leonardo Milesi e Alex Vavassori tra gli Under16, unica categoria che - al femminile - è sfuggita ai nostri... per mano delle francesi Laura Berthod e Coline Verney.

© Maurizio Torri

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Per vincitori già decisi a riconfermarsi e per sconfitti (a loro volta pronti al riscatto), la trentanovesima edizione della Pierra Menta è già in calendario per la settimana centrale del mese di marzo del 2025, quando la prova tornerà a far parte del calendario biennale di La Grande Course, il circuito che riunisce le grandi classiche dello scialpinismo. Senza dimenticare che - su roccia e prateria d'alta quota invece che sulla neve - il primo fine settimana di luglio gli stessi luoghi della Pierra invernale saranno teatro d'operazioni delle tre tappe della Pierra Menta Été, impegnativa versione per così dire "green" della classica scialpinistica.

© Maurizio Torri

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