L'austriaco: "Ora mi diverto con i motori. Odermatt sembra imbattibile, ma..."
di Simone Redaelli© ufficio-stampa
Marcel Hirscher si voltava solo per vedere la luce verde accesa dopo il traguardo. Ora l'austriaco, che si è ritirato tre anni fa, guarda avanti: "Non mi mancano le gare e non ho mai pensato seriamente di tornare. Ho scelto di lasciare l'attività agonistica al momento giusto". Nel futuro ci potrebbero essere i motori: "Mi diverto, ma per poter gareggiare serve tanta preparazione". Adesso c'è Odermatt che domina la scena dello sci mondiale: "Sembra imbattibile, ma...".
Tre anni senza gare di sci, cosa le manca di più?
"In generale, non mi manca molto il mondo delle gare. Se gareggi devi impegnarti al 100% e pensare a ogni piccolo dettaglio, giorno dopo giorno. L'organizzazione, l'allenamento, il recupero, il viaggio, il cibo. È chiaramente un lavoro 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e non c'è molto spazio intorno a esso se vuoi vincere consecutivamente ed essere il campione per alcuni anni di fila".
Ha mai pensato a un ritorno?
"Non proprio. Sono contento della mia decisione. Innanzitutto, perché è stata una mia decisione e l'ho presa nel momento giusto. Ho gareggiato agonisticamente 15 anni quando ero più giovane, e ora mi godo a pieno le giornate di sci al di fuori della competizione. Posso ancora andare ad allenarmi e provare a fare un tempo. Adoro sciare durante una giornata che è legata unicamente allo svago e al divertimento".
In questi anni si è dedicato molto ai motori, due e quattro ruote. L'adrenalina è la stessa?
"Mi piace la combo accelerazione, velocità e forza G. Non è lo stesso tipo di adrenalina che provavo durante le gare di sci. Quando ero al gate, sul punto di iniziare una gara della Coppa del Mondo, davo ogni volta il 100%. Quando mi siedo su una moto o in una macchina da corsa, l'adrenalina è sicuramente legata più al divertimento, e lo vivo in maniera diversa".
Nel suo futuro ci sono le corse automobilistiche? Dakar o GT?
(Ride) "È difficile dirlo. Ho avuto il piacere di provare entrambi i tipi di auto. La scorsa estate, l'esperienza di guida in pista con l’Audi R8 LMS GT, è stata molto divertente e ho apprezzato davvero questa opportunità. Ho guidato anche l'Audi RSQ E-tron e anche quella volta è stato molto cool. Non l’ho guidata nel deserto ma immagino che un'esperienza a Dakar sarebbe stata molto speciale. Il fatto è che entrambi i mondi delle corse automobilistiche, richiedono molta preparazione e concentrazione, dal momento che è piuttosto pericoloso. Se vuoi farlo bene e in sicurezza, devi impegnarti come ho fatto io quando facevo gare di sci".
Tornando allo sci, qual è stato il segreto per restare al top per tanti anni consecutivi?
"Come ho detto prima, si tratta della cura di ogni piccolo dettaglio, e sono riuscito a farlo impegnandomi 24/7. Ho vinto 67 gare e raggiunto più podi, tra cui 20 Coppa di cristallo. Sono grato alla mia abilità nello sci e a mio papà che mi ha insegnato e mi ha allenato ma, alla fine, è stato grazie al mio impegno che sono riuscito a diventare il migliore al mondo e sono orgoglioso di ciò che ho raggiunto nei miei anni di attività".
Che rapporto aveva con i suoi rivali? Con qualcuno è diventato amico?
"Con la maggior parte di loro il mio rapporto era buono e con alcuni ragazzi mantengo ancora un’amicizia. Cerco sempre di rispettare e apprezzare le altre persone e gli altri atleti competitors. Non hai bisogno di amici durante una gara o alle porte del gate. Ma vivere è più di questo, è più di una gara, e io sono cresciuto con i giusti valori".
Tra i giovani di oggi, austriaci e non, vede un suo erede?
"Il nostro sport è molto individuale. Ogni persona scia e si comporta in modo diverso, o ha una geometria del corpo diversa. È importante che ognuno segua la propria strada e rimanga concentrato. Quello che spero è che il mio percorso sia stimolante e d’ispirazione per i giovani. Mi alleno ancora 1-2 ore al giorno, perché mi piace, è sano per il mio corpo ed è divertente. Essere attivi e fare sport è il miglior stile di vita che possa immaginare".
Odermatt è ancora il favorito per la coppa del mondo generale?
"In questo momento lo è. Ma ci sono altri sciatori affamati fuori, come l’atleta del Team Oakley Aleksander Aamodt Kilde, che hanno anche la possibilità di batterlo. In questi giorni Marco sembra essere imbattibile, soprattutto in GS, ma deve anche essere consapevole che ci sono un sacco di altre persone motivate là fuori".
C’è un prodotto Oakley a cui sei particolarmente affezionato e che ti ha accompagnato durante questi anni?
"O sì. Il mio primo paio di Oakley da sole. Mi è sempre piaciuto molto il brand, fin da quando ero molto giovane. Mi ricordo che una volta ho messo da parte dei soldi dalla mia paghetta per riuscire a comprare un nuovo paio di occhiali da sole. L'iconicità e anche la qualità del prodotto è la migliore della gamma. Vorrei questo tipo di aspirazione per tutte le mie attività. Posso fidarmi del prodotto, funziona ed è cool".
Ti senti in sintonia con lo spirito di unione e il senso di community che Oakley incarna? Da quali valori di Oakley ti senti ispirato?
"Sicuramente mi identifico con lo spirito del brand e con le persone coinvolte nel progetto. Oakley è stato in grado di creare una community di atleti, il Team Oakley, tra cui molti campioni di diversi tipi di categorie sportive. Sono orgoglioso di farne parte e mi sento a casa".