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SCI ALPINO

Sofia Goggia promuove la parità di genere: "Mai più differenze. Lo sport deve essere d'esempio"

La vice-campionessa olimpica di discesa libera è intervenuta in occasione della Giornata Internazionale delle Donne erigendo lo sport come esempio da seguire

di Marco Cangelli
08 Mar 2024 - 13:03

La parità di genere passa attraverso lo sport. Ne è convinta Sofia Goggia che si è espressa sul tema in occasione della Giornata Internazionale della Donna sostenendo come lo sci alpino e le discipline sportive più in generale possano ergersi a esempi per tutti affinché si possa raggiungere una vera uguaglianza fra generi. "Mi sento orgogliosa e privilegiata in quanto inserita in quello che considero l’unico, vero, sistema meritocratico del nostro Paese: quello sportivo. A differenza di altre discipline, dove il risultato delle competizioni è valutato su criteri tecnici e soggettivi, il cronometro è un giudice imparziale: l’apertura del cancelletto parte democraticamente a zero per tutti gli sciatori e premia chi riesce a essere il più veloce. Un solo centesimo di secondo, un tempo infinitesimale difficilmente concepibile, può sancire la Gloria di un Oro olimpico o l’oblio di un podio mancato". 

Come spiegato dalla 31enne di Astino in un lungo articolo scritto per La Gazzetta dello Sport di fronte al cronometro non ci si può nascondere e per questo motivo vince soltanto chi è più preparato prendendosi così tutti i meriti indipendentemente dal genere d'appartenenza. A distanza di quasi ottant'anni dall'attivazione del suffragio universale e la concessione del voto alle donne, la situazione non sembra essersi evoluta in altri campi, tanto che sarà necessario attendere ancora diversi decenni prima che l'uguaglianza possa veramente diventare realtà. 

"Ricordo le parole della nota giornalista Anna Garofalo, autrice di 'L’italiana in Italia': 'Stringiamo le schede come biglietti d’Amore'. Questa semplice frase racconta la storia di noi donne, ancora oggi in bilico tra i valori della famiglia e quelli del lavoro, come fossero obiettivi contrapposti. Secondo una stima la parità di genere in Italia si raggiungerà circa nel 2155: ad esempio per lo stesso ruolo e preparazione scolastica uomini e donne avranno pari opportunità di carriera e di salario. Parità di genere vuol dire parità per tutti - ha spiegato la vice-campionessa olimpica di discesa libera -. Lo sci alpino è una realtà privilegiata: la FIS non prevede distinzioni tra atleti di sesso femminile e maschile. Tutti gli atleti accedono allo stesso cache per vittoria e piazzamento: solo alcuni premi dati dalle organizzazioni locali, proprio per la loro particolarità di importanza nei due circuiti, hanno delle differenze nei loro montepremi. Nel 2027 la Coppa del Mondo di sci femminile compirà sessant’anni: lo sport e i suoi valori sono sempre stati legati da un sottile filo rosso alla “questione” della parità di genere tra uomini e donne. Proviamo a seguire la trama sottile che unisce la storia della parità di genere alla storia dell’emancipazione femminile nello sport".

L'emancipazione passa quindi dall'attività agonistica e non solo anzi, come ricordato da Goggia, ha per certi versi anticipato i tempi consentendo alle donne di salire sul gradino più alto del podio sia alle Olimpiadi Estive che Invernali ben prima che fossero concordati i diritti civili. Per questo è fondamentale seguire l'esempio di atlete come Laila Nilsen, sciatrice, stella del pattinaggio velocità e tennista, bronzo in combinata in occasione del primo appuntamento a cinque cerchi dedicato agli sport della neve. E proprio dallo sci si può trarre molto visto che, davanti al cronometro si è tutti uguali, soprattutto si decida di mettere a punto qualche accorgimento utile a realizzare quella che è stata definita dalla fuoriclasse bergamasca come l' "uguaglianza sportiva".

"Oggi, vi è un dialogo infra-genere per un arricchimento comune attraverso la parità; possiamo addirittura dare una data probabile a un traguardo di un viaggio lungo più di un secolo. La parità di genere non è un’uguaglianza piatta bensì, un’uguaglianza che definirei “sportiva”. Cos’è l’uguaglianza “sportiva”? Ve la racconto. Uomini e donne spesso nello sci alpino corrono sulle stesse piste, ma date le caratteristiche fisiche differenti, vengono usati accorgimenti differenti (ad esempio: barratura della pista), così da potersi esprimere al meglio in tutto il potenziale agonistico, che ci caratterizza. Vi sono, certamente, dei tracciati come la nota “Streif” di appannaggio solo maschile. Non è un esempio di una volontà di esclusione, mi piace pensare che sia un riconoscimento di ammissione di differenza di genere e di rispetto delle reciproche caratteristiche: chissà magari dopo la mitica discesa della Lindsey Vonn, che tanto insistette in carriera per poter prendere parte a quella gara, un giorno esisterà una versione della Hahnenkamm Rennen femminile". 

Non resta far altro che combattere, come fatto in passato da campionesse come Steffie Graff, Serena Williams o Valentina Vezzali, capaci di far coincidere i propri successi agonistici con le gioie della maternità. Un appuntamento che Goggia preferisce rimandare per via della sua "mentalità, unita alla ferocia agonistica", ma che si può tranquillamente far coincidere con una carriera carica di vittorie. A questo punto bisogna alzarsi ogni giorno e lottare, come quella bambina che anni fa ha deciso di battagliare "per la propria libertà interiore".

"Quella bambina non conosce alcuna discriminazione, vuole solo rincorrere un sogno, dove il coraggio guida il cuore oltre ogni ostacolo. Il futuro della parità è nostro, in ogni piccolo gesto educato e gentile, nella scelta di essere persone migliori e nel non reiterare esempi imposti, essere noi in ogni singolo gesto e azione accogliendo l’altro senza il quale non ci sarebbe un Io. È la competizione che mi ha insegnato a sfidare me stessa e imparare da chi mi supera, per diventare più forte in un dialogo continuo tra sé, in sé e con le altre atlete. La parità di genere è un altro modo per dire no alla violenza, una triste realtà che spesso calca le cronache dei giornali. Spero un giorno di potermi guardare indietro e sapere di avere contribuito, anche io, con il mio essere atleta e donna, a un piccolo passo in più verso la costruzione della parità di genere. Forse oggi in questo breve attimo condiviso, anche senza gli sci ai piedi, abbiamo vinto qualche pregiudizio insieme, perché 'only the brave' non è solo uno slogan simpatico con cui affrontare una gara, ma un’ispirazione per i piccoli grandi gesti quotidiani che cambiano il mondo, un allenamento alla vita che continua per un mondo migliore. Grazie Fans".

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