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IL COMMENTO

Eicma compie 110 anni: il mito della moto, una storia unica

Dalla prima edizione a oggi: si celebra il movimento, senza discriminazioni

di Giorgio Terruzzi
31 Ott 2024 - 09:32
 © Foto da web

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Eicma. Esposizione Internazionale Ciclo Motociclo e Accessori. Vale a dire Milan Motorcycle Show. Più amichevolmente, Salone del Ciclo e Motociclo, data la relazione, ultracentenaria, con tutti noi che in moto, in bici abbiamo percorso almeno qualche metro. Prima edizione 1914. La sede Kursaal Diana, Porta Venezia, albergo leggendario, liberty firmato dall’architetto Achille Manfredini. Sede del primo bagno pubblico italiano.

Con un antipasto avanguardista datato 1901, all’alba del secolo del motore. Dunque, celebrando l’Eicma, celebriamo una storia molto legata a ciò che eravamo, siamo stati e siamo. Bici e poi motociclette, sempre più ambite e diffuse per una mobilità popolare agganciata alla modernità. I primi viaggi, la prima moto, un sogno e poi una scelta profumata di progresso e autonomia perché la moto venne prima dell’automobile. Il mezzo di trasporto più accessibile per chi, di mezzi economici, disponeva in scala ridotta. Una esposizione carica di sogni in rapida evoluzione. Motocarri e motorette. Per lavorare, muoversi, portare a spasso una fidanzata e poi una famiglia intera. Fotografie come un prezioso interminabile amarcord, al passo con ogni tempo, ogni epoca.

Le corse, dal circuito del Lario alla Milano-Taranto come spot, cilindrate e posture da velocità, da passeggio, con la Vespa come capitolo a parte, fatta per permettere anche alle signorine di saltar su con tanto di gomma a pieghe, sotto il ginocchio si capisce. A cambiare segno e corso furono le utilitarie. Fiat 500 e poi 600, apparse a metà degli anni cinquanta. Una virata del costume che ha modificato i rapporti con le due ruote. Passione e godimento. Libertà, in luogo di una necessità essenziale, una evoluzione stilistica che continua ancora oggi, in sintonia con l’ecosistema, con una tecnologia futuristica, con un amore ritrovato e crescente per la bicicletta.

Sullo sfondo c’è il bisogno di stare al passo. Pedivelle e pedali per città più intasate, caotiche; per itinerari dedicati. Ciclabili, percorsi alternativi, strade bianche, luoghi altrimenti e finalmente inaccessibili solo così. Per questo l’Eicma resiste e conquista, attira e coinvolge. Una vetrina, oggi come allora, che riflette aspirazioni e urgenze; propone soluzioni e soeprese piccole o mirabolanti. Un godimento che dalle gare del Motomondiale alle mountain o city bike, coinvolge proprio tutti perché tutti, allora come ora, vogliono e possono. Centodieci anni dedicati al movimento, senza discriminazioni. Lo specchio di ogni sogno perché una bicicletta, una moto, compaiono dentro sogni che ciascuno di pensa di realizzare. Prima o poi, per davvero.

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