Tifosi che calpestano la bandiera italiana e poi lasciano lo stadio prima della premiazione, la patria del football non ha dato l'immagine migliore di sé
Bandiere italiane calpestate, inno di Mameli fischiato, medaglie d'argento tolte dal collo al momento stesso della consegna. La serata che ha sancito la fine del sogno inglese di salire per la prima volta sul tetto d'Europa ha messo in evidenza non solo i limiti tecnici della squadra di Southgate, per lunghi tratti della gara messa sotto da quella di Mancini, ma anche la scarsa sportività di un popolo (o quantomeno, senza generalizzare, di molti) arrivato forse troppo carico a un appuntamento con la storia.
Gli episodi di scarso fair play, quando non di vero e proprio vandalismo, sono stati parecchi nella serata Wembley. Prima del match hanno cominciato a circolare sul web le immagini di alcuni supporter inglesi che calpestavano la bandiera italiana, qualcosa che va ben al di là dei normali sfottò. In quegli stessi istanti, per altro, decine di tifosi locali tentavano di far irruzione nello stadio, prima di essere bloccati e arrestati dalla Polizia metropolitana di Londra.
Prima del fischio d'inizio, nonostante gli appelli di Southgate e la multa già comminata dalla Uefa alla Federazione inglese dopo il match contro la Danimarca, sono arrivati puntuali i fischi all'inno di Mameli da parte dei quasi 60.000 presenti allo stadio, che per altro potrebbero aver avuto l'effetto di caricare ulteriormente gli azzurri, come aveva lasciato intendere lo stesso ct nella conferenza stampa della vigilia. Quegli stessi tifosi, poi, hanno deciso di abbandonare immediatamente l'impianto dopo il rigore fallito da Saka e parato da Donnarumma, senza attendere la premiazione e senza rendere omaggio ai vincitori.
A far indignare molti è stato poi il comportamento dei giocatori della nazionale dei Tre Leoni al momento della premiazione: quasi tutti, infatti, si sono sfilati la medaglia d'argento dal collo immediatamente dopo che era stata loro consegnata. Un gesto di scarsa sportività che però, va detto, è molto comune tra i calciatori al termine delle finali e che è spesso dettato solamente dalla frustrazione del momento.
Quel che è certo è che il fair play inglese, nella serata più difficile per i sudditi della Regina, da tanti è stato messo da parte. E forse anche per questo, alla fine, il calcio non è "tornato a casa"...
50 ARRESTI A LONDRA
Sono salite a una cinquantina le persone, quasi tutte inglesi e quasi tutte alticce, arrestate fra ieri sera e la notte dalla polizia a Londra nell'ambito di tafferugli sparsi o episodi di resistenza alla forza pubblica a margine della finale degli Europei di calcio persa dall'Inghilterra ai rigori a Wembley con l'Italia. Lo ha reso noto Scotland Yard, mentre Priti Patel, ministra dell'Interno del governo di Boris Johnson, ha condannato quella che ha definito "una minoranza violenta di teppisti e non di veri tifosi", rivolgendo un messaggio di gratitudine agli agenti. I fermi sono legati fra l'altro al tentativo di sfondamento degli ingressi allo stadio che ha portato alcune persone senza biglietto a riuscire a fare irruzione nell'impianto, tra scene di violenza testimoniate da diversi video amatoriali e qualche evidente buco nel sistema di protezione. Gli stessi video e alcuni testimoni hanno raccontato anche di qualche italiano (o simbolo tricolore) preso di mira qua e là, anche se al momento non si ha notizia di conseguenze gravi. Denunciate infine violazioni (inevitabili dato il numero di persone ammesso nelle strade e allo stadio) delle residue norme anti Covid sugli assembramenti non autorizzati: in via di rimozione nel Regno, ma per ora in parte ancora sulla carta in vigore sullo sfondo del recente rimbalzo di contagi alimentato dalla variante Delta.