A Monaco di Baviera sfida che vale una finale, mentre CR7 è atteso dall'Ungheria nella bolgia di Budapest
Agli Europei itineranti è il giorno del debutto del girone di fuoco, ultimo a scendere in campo a conclusione della prima tornata di partite. L'attesa è tutta per la sfida tra i campioni del mondo della Francia e la Germania, in programma questa sera a Monaco di Baviera. Prima, invece, sarà la volta del Portogallo di Cristiano Ronaldo, detentore del titolo continentale, sfidare l'Ungheria nella bolgia di Budapest.
FRANCIA-GERMANIA ORE 21
Una supersfida che "sa" di finale, nel girone di ferro tra le favorite per la vittoria finale di Euro 2020. E' anche un 'classico' del calcio continentale, la partita che vedrà opposte, all'Allianz Arena di Monaco di Baviera, Francia e Germania. E' ovviamente grande l'attesa per lo scontro tra le nazionali vincitrici delle due ultime edizioni dei Mondiali, che condividono il girone con i campioni d'Europa in carica del Portogallo. La freschezza e la velocità di Mbappé, unita a qualche screzio con Giroud, la potenza di Pogba da una parte e la storica compattezza della Mannschaft, che pure in una fase di transizione va sempre o quasi in fondo a tutte le competizioni. Chi vince farà un passo decisivo verso la fase successiva. Ne è convinto il ct transalpino, Didier Deschamps, secondo il quale "in partite come quelle di domani sera la tecnica conta molto, e spesso fa la differenza, ma sarà anche una sfida in cui la parte atletica ha un ruolo importante. I tedeschi sono preparati per questo tipo di battaglie. Penso ci sarà un impegno totale da parte di entrambe le squadre". Rispetto al passato, i tedeschi possono contare su un attacco molto mobile, con Gnabry, Werner o Sané. Ma Deschamp ammonisce: "Chiedete a Joachim Loew quale sarà il piano per bloccare il nostro".
Il ct tedesco si limita a sottolineare la "buona atmosfera nella nostra squadra, ma c'è anche molta ambizione - ha aggiunto - e gusto per l'azione. Siamo ben preparati e non vediamo l'ora di iniziare. Dentro sono molto calmo e sereno. Lo spirito di squadra è ottimo. Tutti sono molto, molto affamati di successo e questo mi rende fiducioso". Il portiere e capitano dei Bleus, Hugo Lloris, teme soprattutto la carica casalinga degli avversari: "È una partita d'esordio molto dura per noi che siamo campioni del mondo, e' vero, ma i tedeschi sono in fase di ricostruzione. Saranno molto motivati all'esordio, anche per il fatto di giocare in casa". Lo conferma l'estremo difensore tedesco Manuel Neuer: "Sappiamo di dovere qualcosa ai tifosi e cercheremo di ripagarli con il nostro modo di giocare. Abbiamo bisogno di ogni tipo di supporto, da casa e qui allo stadio. Stiamo per fare la rifinitura e faremo gli ultimi preparativi come squadra. Siamo molto eccitati per poterci allenare qui allo stadio. Attendiamo con impazienza l'inizio e speriamo in un Europeo di successo".
UNGHERIA-PORTOGALLO ORE 18
Nessuno come lui ha mai giocato cinque Europei, ma l'unico pensiero che Cristiano Ronaldo giura di avere in testa e' vincere il secondo di fila. A ridosso del debutto contro l'Ungheria a Budapest non c'e' spazio quindi per le preoccupazioni sul Covid, che ha privato il suo Portogallo campione in carica di un'arma importante come Joao Cancelo. E nemmeno per preoccuparsi del suo futuro. "Ho giocato massimi livelli per molti anni. Non mi influenza: se avessi 18, 19 anni forse non dormirei la notte. Ma ne ho 36 - ha tagliato corto -. Qualsiasi cosa succederà, sarà per il meglio. A prescindere se resterò alla Juventus o andrò via. La cosa cruciale ora è l'Europeo. È il quinto ma è come se fosse il primo. Voglio essere concentrato e cominciare con il piede giusto: pensieri positivi, dal primo all'ultimo match". Parole che lasciano aperto ogni scenario, con Manchester United e Paris Saint Germain ipotesi di destinazione tutt'altro che remote per Ronaldo. "Più importante di tutto ora è vincere il secondo Europeo consecutivo - ha ribadito piu' di una volta -. La nostra squadra e' giovane ma sono convinto che faremo un grande torneo".
Intanto il portoghese è il pericolo pubblico numero uno per la nazionale magiara guidata da Marco Rossi, piemontese, compagno di squadra di Roberto Mancini negli anni '90 alla Sampdoria, e discepolo di Marcelo Bielsa. "Ci preoccupa in particolare il loro attacco, ma sono tutti calciatori stracelebrati, io potrei fare il giardiniere o l'autista per alcuni di loro...", ha sorriso Rossi, che appena approdato alla guida della nazionale si e' fatto tradurre e ha imparato l'inno magiaro, ed e' determinato a rendere "orgogliosi una nazione e un movimento calcistico che in tempi non recenti ha fatto la storia del calcio mondiale". "Campioni come Ronaldo sanno che in un torneo del genere e' piu' importante come si finisce. Per loro questa e' solo la prima partita. Noi - avverte Rossi - dobbiamo andare in campo come se fosse l'ultima partita della nostra carriera". L'Ungheria sara' sostenuta da 60mila tifosi, quanti non se ne vedono da 35 anni alla Puskas Arena, l'unico degli undici stadi aperti al 100%. Ma in un girone con Francia, Germania e Portogallo è difficile avere grandi ambizioni per una squadra priva dell'unica stella, Dominik Szoboszlai, che ha dato forfait un paio di settimane fa. "Non condivido l'opinione pessimistica dei tifosi ungheresi - è cauto il ct portoghese, Fernando Santos -. Penso che sia una delle squadre più forti della nazionale ungherese. Ha qualità, e anche organizzazione e passione".