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Diavoli Rossi all'inizio del ciclo che li ha portati al n.1 del ranking Fifa, azzurri rivoluzionati ma conta sempre il gruppo
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Cinque anni dopo, sarà ancora Italia-Belgio agli Europei. Se la sfida di venerdì varrà la semifinale di Euro 2020, quella di 1825 giorni fa era il primo match di Euro 2016: in mezzo gli azzurri hanno vissuto una rivoluzione, sia tecnica che tattica, mentre i Diavoli Rossi hanno sostanzialmente confermato quel gruppo, che era all'inizio del ciclo che oggi li ha portati ad essere in vetta al ranking Fifa.
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Parolo, De Rossi (78’ Thiago Motta), Giaccherini, Darmian (59’ De Sciglio); Pellè, Eder (75’ Immobile). Già dalla formazione scelta dall'allora ct Conte si capisce quanta acqua sia passata dalle parti di Coverciano, la ferita del mancato Mondiale 2018 (ct Ventura) ha rivoluzionato sia giocatori, che allenatore che vertici della Federcalcio. Se Chiellini recuperasse, sarebbero solo due i titolari confermati rispetto a quel 13 giugno, tre contando Immobile che ad Euro 2016 era subentrato nel finale (Insigne rimase in panchina).
Eppure, qualche punto di contatto possiamo ritrovarlo anche nella gestione Mancini il quale, proprio come Conte, non ha potuto contare su un ricambio particolarmente fortunato sotto il punto di vista delle individualità e ha lavorato tanto sotto il profilo del gruppo e del gioco collettivo. Sebbene il calcio dell'ex allenatore dell'Inter fosse molto più energico e basato sui meccanismi del 3-5-2 mentre quello attuale è più fluido e di manovra, è proprio la forza del gruppo a fare la differenza. Non a caso il 2-0 italiano di cinque anni fa arrivò grazie ai gol di Giaccherini e Pellè, esemplificazione di un calcio senza stelle ma con tutti protagonisti. Un po' come quello di Mancini che sfrutta la freschezza di un convocato last minute come Pessina o la forza della panchina come Chiesa.
Il Belgio è invece una squadra più rodata: Courtois, Alderweireld, Vermaelen, Vertonghen, Witsel, De Bruyne, Hazard e Lukaku ci saranno venerdì come nel 2016, infortuni permettendo. Per completezza, sono Ciman, Nainggolan e Fellaini i soli tre cambi rispetto ad allora. Il ciclo del ct Martinez iniziò proprio dopo quell'Europeo, chiamato dopo l'esonero di Wilmots che perse ai quarti di finale contro il Galles. In mezzo il terzo posto ai Mondiali 2018, oggi il numero 1 nella classifica Fifa per nazionali e l'ambizione di alzare il primo trofeo della sua storia.