Il difensore azzurro a pochi giorni dall'esordio europeo: "Non abbiamo CR7 o Lukaku, ma vogliamo riportare la Nazionale dove merita"
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Leonardo Bonucci è carico in vista del debutto europeo dell'Italia, in programma venerdì all'Olimpico contro la Turchia: "L'abbiamo atteso un anno e finalmente è arrivato - ha detto il difensore della Juventus in conferenza stampa -. Il comportamento di questa squadra è sempre stato esemplare, l'unione e il rispetto sono il bello di questo gruppo. Il mercato? Ci sarà sempre, ma ho visto i diretti interessati concentrati sulla Nazionale e sull'Europeo. Siamo professionisti, anche i più giovani, la cosa non mi preoccupa". Sui punti di forza della squadra Bonucci non ha dubbi: "Il fuoriclasse qui è il gruppo. Non abbiamo singoli come Cristiano Ronaldo o Lukaku, giocatori che segnano tanto e ti svoltano la gara. Però il gruppo qui ha sempre fatto la differenza, è questo che deve risaltare".
Il percorso alle spalle e gli obiettivi futuri sono ben chiari: "Abbiamo intrapreso una strada con Mancini, quella di impostare il gioco dal basso, e lo si è visto anche nell'ultima amichevole. Davanti a noi ci sono nazionali che hanno vinto tutto, ma noi ci siamo. Vogliamo lottare e il modo di giocare è ben impresso nei ragazzi. Serviranno tranquillità e spensieratezza. Per chi ha meno esperienza non è facile, ma vogliamo aiutarli. E giocare a Roma, finalmente, col pubblico, è importante in questo senso. Ringraziamo chi ha spinto per far sì che Roma fosse presente, che gli italiani potessero esserci. Ce la metteremo tutta. Quello che mi rassicura è l'entusiasmo che vedo. Quando c'è stato in Nazionale abbiamo ottenuto risultati importanti. Dopo una parentesi così nera come quella del Mondiale 2018 vogliamo riportare l'Italia dove merita".
I valori della squadra sono ormai sotto gli occhi di tutti: "Non abbiamo avuto modo di confrontarci con nazionali di alto livello, ma abbiamo sfidato squadre con un'idea di gioco precisa. E lì abbiamo imposto noi il nostro gioco. Questo è un bel biglietto da visita per l'Europeo, perché il progetto sta prendendo sempre più forma. Ci sono gare dove dovremo soffrire, ma sappiamo farlo. In un Europeo, in una competizione così corta, ci sono anche altri valori che inficiano sul risultato finale. Il gruppo è sano, c'è entusiasmo e il giusto mix di talenti, giovani ed esperienza. Quando sono entrato qui a Coverciano ho respirato un'aria positiva e dobbiamo portarcela avanti fino all'ultimo giorno dell'Europeo, speriamo".
La difesa, che non prende gol da otto gare consecutive, sembra una delle chiavi del gioco azzurro: "Quando non si prende gol il merito non è solo dei difensori. Puoi averli tra i più forti al mondo, ma se non c'è lavoro di squadra il muro cade. In queste partite che abbiamo disputato, oltre a proporre gioco, c'è stato anche un lavoro sporco da parte di tutti. Ci auguriamo di mantenere questo trend all'Europeo, significherebbe fare un percorso netto, preciso. E poi vincere 1-0 fa sempre piacere...".
Il primo avversario sarà la Turchia del suo compagno di reparto nella Juve, Merich Demiral: "Meritano rispetto. Contro la Francia hanno dimostrato di essere solidi, di sapere quello che vogliono. Hanno talento, da Calhanoglu a Under, da Demiral a Yilmaz, che ha portato il Lille a vincere la Ligue 1. Sono una squadra interessante, in crescita, ci sarà da fare un grande lavoro di squadra. Ho parlato con Hakan e Merih, li ho visti carichi: sono due amici, ci sentiamo spesso, abbiamo riso e parlato. Merih ha detto che non mi farà fare gol...".
Un suo ex compagno, invece, è stato escluso all'ultimo dalla lista dei convocati: "Sono scelte del mister, qui non c'è mai stato nessuno fuori dal coro. Tutti si sono comportati in maniera egregia e credo che quella riguardante Kean sia stata una scelta tecnica. Nessuno in questo gruppo ha mai mancato di rispetto a regole e persone. Forse per la prima volta non c'è stato nessuno che è andato fuori dalle righe. Conosco Moise da diversi anni, alterna momenti in cui sembra il migliore del mondo ad alcuni in cui vive un po' nel suo mondo, ma durante il ritiro in Sardegna è sempre stato pronto a mettersi in gioco".
Il torneo può rappresentare anche un'occasione di riscatto personale per Bonucci: "Non vedevo l'ora di tornare in Nazionale. Farlo mi ha dato entusiasmo. A Torino abbiamo fatto un po' fatica a mantenerlo quest'anno per i risultati che sono arrivati e non arrivati. Abbiamo però portato a casa gli obiettivi minimi, due trofei e la qualificazione Champions. Ci sono stati problemi come possono capitare a tutti, ma va dato a Pirlo il merito di aver gestito tanti campioni nello spogliatoio. Per me dopo il Covid l'ultimo mese e mezzo è stato difficile, ma mi sono sentito di nuovo me stesso in questa settimana".
Il ritorno di Max Allegri in bianconero lo ha accolto con favore: "È stata la scelta giusta. Una volta tolto l'incarico a Pirlo è stato giusto scegliere un allenatore con grandissima esperienza, che conosce la Juventus e che ci aiuterà nella gestione e nell'arrivare agli obiettivi che un club come la Juventus si prefigge ogni anno".
A proposito di tecnici, non poteva mancare un confronto tra ct, in particolare Conte e Mancini: "Come motivatore carismatico Conte è il migliore al mondo. Riusciva a sopperire ad alcune carenze tecniche che avevamo. Con Mancini abbiamo ritrovato entusiasmo, spensieratezza e talento. Sono due tecnici diversi, che hanno dimostrato di essere i numeri uno. Nel 2016 è stato un grande Europeo, auguro a Mancini di fare meglio ancora".
Infine la gioia di ritrovare il pubblico sugli spalti: "È tutto un altro sport. Giocare coi tifosi, con la parte passionale del calcio, con chi ti spinge e aiuta, è tutta un'altra cosa. Finalmente torneremo nello stadio con tanti tifosi. Sono sicuro che sarà tutta un'altra atmosfera e speriamo di dare loro tante gioie. Chiudo gli occhi e penso ai 15.000 che canteranno l'inno venerdì e questo mi mette carica e adrenalina, scenderei in campo già adesso".