Appelli e ordinanze ad hoc in molte città per fronteggiare il pericolo Covid: "No agli eccessi, siate prudenti"
Sostenere la Nazionale con la mascherina in piazza. O almeno in quelle dove sarà consentito tifare. In vista della finalissima degli Europei di domenica contro l'Inghilterra, l'Italia è divisa tra la voglia di sognare le notti magiche e il rischio contagio da assembramenti dei supporter in vari luoghi del Paese. A Roma salta il progetto della sistemazione di un maxi-schermo allo stadio Olimpico - che avrebbe potuto potenzialmente ospitare 16mila tifosi - mentre in altre città come Milano, Venezia, Padova, Trieste, Palermo, Cagliari e Sassari non ci saranno proiezioni in piazza e, in alcuni casi, sono previste ordinanze ad hoc per "salvaguardare la sicurezza dei cittadini nel rispetto delle anti-covid".
Un invito alla cautela per domenica è arrivato innanzitutto dal ministro per la Salute, Roberto Speranza: "Tifiamo Italia ma attenzione, va usata la mascherina in ogni situazione, anche all'aperto, in cui c'è il rischio di assembramenti e di non tenere almeno un metro di distanza". E il difensore azzurro Leonardo Bonucci ha lanciato un appello ai tifosi, invitando i ragazzi a festeggiare nel rispetto di se stessi e del prossimo: "Ho visto immagini dure, difficili, poco rispettose, che vanno stigmatizzate".
A Roma - nonostante l'impegno della sindaca, Virginia Raggi, al lavoro con il prefetto per dare accesso allo stadio domenica prossima nei limiti del 20% di pubblico per la proiezione del match - non è stato possibile permettere l'iniziativa: non essendo considerato un evento sportivo, ma di pubblico spettacolo, avrebbero potuto partecipare mille persone al massimo e con deroga a 1.500. A Roma però altre aree dedicate ai supporter sono già state collaudate in occasione della semifinale vinta dalla Nazionale contro la Spagna: piazza del Popolo - tra le più grandi aree allestite in Europa per questo tipo di evento - accessibile solo tramite prenotazione forse almeno tre ore prima, con una capienza massima consentita di 2.500 posti e altri mille ai Fori Imperiali, ma si stanno valutando anche altri punti per diluire le presenze.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, resta invece prudente ed esclude proiezioni in piazza. Anzi. "Cercheremo anche di vigilare rispetto a possibili festeggiamenti", ha annunciato. Un esplicito divieto dei maxi schermi in luoghi pubblici arriva dai sindaci di Sassari e di Cagliari. Ma ci saranno i locali, soprattutto quelli all'aperto, dove si potrà vedere la partita con numeri contingentati, distanziamento e mascherina se all'interno. Stesse decisioni dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: "E al termine della partita - ha spiegato - siamo con le forze dell'ordine pronti ad interventi di alleggerimento della tensione, ma ovviamente qualunque ordinanza rischia di essere inutile se non cè senso di responsabilità da parte della cittadinanza".
Il Comune di Rimini corre invece ai ripari con un'ordinanza che vieta domenica, nella zona dei locai sul lungomare, la vendita di bevande da asporto in contenitori di vetro e lattine. Ordinanze anche a Venezia e Padova entreranno in vigore dalle 19 dell'11 luglio alle 6 del 12 luglio: nel capoluogo il divieto toccherà alle attività commerciali, artigianali e agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.
Infine stop a botti, petardi e fuochi d'artificio. La febbre della finale assale anche religiosi e fedeli anconetani, che invece sono pronti a festeggiare il ct degli Azzurri: la parrocchia di Santa Maria del Piano di Jesi, dove è cresciuto Roberto Mancini, anticipa la messa della domenica sera e invita tutti a tifare la Nazionale nella finale degli Europei sul maxi schermo all'aperto, nel campetto a fianco della chiesa di San Sebastiano, dove 'il Mancio' tirò i primi calci al pallone, da bambino. L'invito è stato diffuso via social e ricordato anche durante le funzioni religiose dal giovane viceparroco.