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CASO ERIKSEN

Danimarca, ct Hujlmand al vetriolo: "Rinvio per Covid, non per infarto..."

Dopo il malore di Eriksen non sono mancate le polemiche tra la federazione e i calciatori danesi e la Uefa. Al centro del botta e risposta la questione su quando giocare la partita sospesa

15 Giu 2021 - 17:49
kasper hjulmand, tecnico della Danimarca © Getty Images

kasper hjulmand, tecnico della Danimarca © Getty Images

Polemiche che non si placano tra la Danimarca e la Uefa in merito a quando giocare la partita sospesa per il malore che colpito Christian Eriksen. "Con i casi di coronavirus è possibile posticipare una partita di 48 ore. Ma a quanto pare per un arresto cardiaco no. E penso che sia sbagliato. Non trovo un buon modo di condurre le cose e i protocolli. A volte a guidarci deve essere la compassione" ha detto il ct dei biancorossi Kasper Hjulmand

Giocatori e staff non hanno preso bene l'offerta della Uefa di poter tornare in campo la sera stessa dell'incidente o a mezzogiorno della giornata successiva. Hanno visto questa decisione come l'essere messi in "una situazione estremamente difficile", ha ribadito il tecnico.

L'ATTACCO DI PETER SCHMEICHEL

Inoltre Peter Schmeichel, leggenda del Manchester United e padre del portiere della nazionale danese Kasper, ha affermato che la Uefa avrebbe addirittura "minacciato" i danesi di sconfitta a tavolino: "Ho visto una dichiarazione ufficiale dell'UEFA che diceva che i calciatori hanno insistito per giocare seguendo l'indicazione di Eriksen, ma so che non è la verità. O è come si vuol vedere la verità – spiega Peter Schmeichel – Erano state date tre opzioni: una era quella di giocare subito gli ultimi 50 minuti del match, la seconda era giocare il giorno successivo a mezzogiorno e la terza opzione era quella di rinunciare alla partita, incassando un 3-0 a tavolino. Era quindi il desiderio dei calciatori giocare? Avevano davvero scelta? Non credo che l'avessero. Anche l'allenatore si è seriamente pentito di aver rimesso in campo i giocatori". Lo stesso Kasper ha affermato "Siamo stati messi in una posizione ingiusta. La Uefa ci ha dato due opzioni: tornare subito a giocare o riprendere domenica pomeriggio". 

LA RISPOSTA DELLA UEFA

Le affermazioni di Schmeichel, ritenute molto gravi dalla maggiore federazione continentale, hanno generato la quasi immediata risposta della Uefa con un comunicato ufficiale molto duro: "La questione è stata gestita con estremo rispetto. Possiamo categoricamente smentire che una squadra sia stata minacciata con la sconfitta a tavolino". 
Lo scontento all'interno della nazionale danese è papabile, con continue accuse di malagestione della ripresa del match alla Uefa per una polemica che non accenna a placarsi. Martin Braitwhite, punta della nazionale danese, ha inoltre commentato: "In quella situazione ci sarebbe piaciuta una terza opzione, perché non vuoi entrare e giocare a calcio in quel momento. Ma la UEFA ha detto: o subito o il giorno dopo alle 12" confermando sostanzialmente che le opzioni proposte sono state solo due.

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