Il ct delle Furie Rosse alla vigilia dell'ottavo contro la Croazia: "Siamo a Copenaghen per dare una gioia ai tifosi"
"Insultare qualcuno e augurargli la morte è un qualcosa che va messo nelle mani della polizia, e deve essere perseguito in modo deciso". Così, in conferenza stampa, il ct della Spagna Luis Enrique risponde a una domanda sul caso di Alvaro Morata e le minacce che il calciatore e la sua famiglia hanno ricevuto via social. "Comunque ora siamo a Copenaghen per cercare di dare una gioia ai nostri tifosi", aggiunge il ct della 'Roja'.
Avversario agli ottavi di Euro 2020 la Croazia che dovrà fare a meno di Perisic positivo al Covid. Luis Enrique sta portando avanti la Spagna e le proprie scelte forti: "Ho una rosa completa e tutti possono giocare - ha commentato da Copenaghen -. Pedri è un giocatore unico per esempio, dentro e fuori dal campo. Prendere il controllo del centrocampo per noi sarà fondamentale per contenere la Croazia".
Le due squadre si conoscono molto bene: "La cosa potrebbe rendere la partita ancora più interessante - ha continuato Luis Enrique -, ma abbiamo un solo risultato ossia vincere, ma per farlo dovremo controllare la partita e fare in modo che i palleggiatori croati come Modric e Kovacic tocchino pochi palloni. Ci sarebbe piaciuto continuare a giocare in Spagna, ma siamo professionisti e ci adattiamo alle situazioni. Siamo qui a Copenaghen per dare una gioia ai nostri tifosi".
Tifosi, o pseudotali, che nei giorni scorsi si sono resi protagonisti di insulti e minacce nei confronti di Morata e della famiglia del bianconero: "Cose del genere, come insulti o minacce di morte, sono un fatto gravissimo che va messo nelle mani della Polizia per perseguire gli autori in maniera giusta".