L'attaccante della Juve a Radio Cope: "Vorrei che le persone capissero cosa significa sentire qualcuno che spera che i tuoi figli muoiano"
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Alvaro Morata sfoga tutta la propria frustrazione ai microfoni di 'Radio Cope' per essere finito nel mirino dei tifosi dopo la gara con la Polonia. "Ho passato 9 ore senza dormire. Ho ricevuto minacce, insulti verso la mia famiglia, persone che speravano che i miei figli morissero - le parole dell'attaccante della Spagna -. Forse qualche anno fa, sarei stato ‘incasinato', ma sto bene. Ho passato qualche giorno isolato da tutto".
Morata fa anche mea-culpa per queste gare complessivamente sottotono. "Forse non ho fatto il mio lavoro come avrei dovuto e capisco le critiche per non aver segnato, ma vorrei che le persone si mettessero nei miei panni e immaginassero cosa significa ricevere minacce e sentire qualcuno che spera che i tuoi figli muoiano. Ogni volta che entro in una stanza, sposto il telefono altrove. Ma lo dicono comunque a mia moglie, o ai miei bambini".
A fare infuriare una parte dei tifosi sono state soprattutto le dichiarazioni rilasciate da Morata proprio al termine della gara contro la Polonia. "Se ascoltiamo tutto quello che dicono sulla nostra nazionale non va bene, ci aspettano sempre al varco per poterci criticare - il suo sfogo - In genere in queste competizioni tutto il Paese supporta i giocatori ma noi arriviamo da anni in cui la Spagna ha vinto tutto e per noi questo confronto non è semplice".
"Non le ho fatte con arroganza, erano frutto della rabbia. Io do sempre la vita per la Spagna e non capisco perché i tifosi si arrabbiano se dico che parlare è gratis. Se dicessi che siamo i migliori e vinceremo gli Europei sarebbe stato meglio? Tutto ciò che dico o non dico viene interpretato. Capisco le critiche ma c'è un limite".