Grande partita degli azzurri. Super Buffon nel finale. Ora la Germania, nei quarti
Italia-Spagna 2-0. E il sogno continua. Col gol di Chiellini al 33', con una partita perfetta per 70 minuti e poi di sofferenza, come dev'essere. Un enorme Buffon nel finale e il solito Pellè per il raddoppio dopo il 90'. L'Italia di Conte ha compiuto il suo primo (o secondo) miracolo europeo, cacciando gli spagnoli bi-campioni, quelli che ci avevano fatto piangere nel 2008 e nel 2012. E ora la Germania.
Le parole, fino all'eccesso. Ora i fatti. E quel che accade a St. Denis, pronti via, è la piacevolissima vista di un'Italia (quasi) padrona di una Spagna costretta a svestire i suoi panni, i panni abituali. E' azzurro -non iberico- il mare di gioco che sovrasta i bi-campioni d'Europa, lo si capisce dai primi cento secondi nei quali tre palloni avvelenati danzano nell'area di De Gea. Cos'è? Un fuoco?
Nossignori, l'Italia c'è e non ha paura. Anzi: fa paura. Il pallone scorre dalla difesa a Parolo e Giaccherini, Pellè ed Eder raccolgono, difendono e ripartono, De Rossi governa seppure con qualche ansia, Florenzi è una freccia, De Sciglio prova a ritagliarsi una parte di eccellenza.
Il profumo del gol lo si assapora all'8', sullo stacco aereo di Pellè (assist di Florenzi) e De Gea compie il prodigio. Siamo pronti, freschi, veloci. All'11' Giaccherini vola nel cuore dell'area, rovesciata, parata di De Gea e palo. Cakir (l'arbitro) ferma per una scorrettezza in quel gesto di Giac (perché?), ma è lo stesso quel profumo di gol che avanza.
La pausa, da lì al 25', per non eccedere subito. E anche perché Iniesta e compagni provano a capirci qualcosa in quel mare azzurro che ha ridotto al minimo la rotta disegnata da Del Bosque. Un tiro di Fabregas, contrato da De Sciglio, è il preludio alla manovra -splendida e corale- che porta Parolo a provare, di testa: palla fuori. Ma fa niente.
Il vento tira dalla nostra parte, perché così lo indirizzano i ragazzi di Conte. Il vento che spinge Sergio Ramos a sfiorare l'autorete al 29', per salvare su Pellè, e che conduce -finalmente- al gol al 33'. Punizione omicida di Eder dai 22 metri, respinge come può De Gea e due falchi vestiti d'azzurro planano sul pallone: prima tocca Giac, poi è Chiellini che spinge in porta. Uno a zero. E via.
La fine del tempo si avvicina, l'1-0 è il premio minimo che diventa ancor più minimo al 44' e al 45' quando Florenzi spreca un contropiede e Giaccherini si vede deviare da Gea (monumentale, il portiere spagnolo) un tiro da manuale del campione. A riposo felici e contenti. O magari anche no: ne meritavamo due, almeno, di gol. Gli spagnoli? Quasi non pervenuti.
Può cambiare faccia la Spagna, dopo un primo tempo così? Del Bosque toglie Nolito, dentro Arduiz per dare più spinta. E un po' d'imbarazzo nella difesa azzurra si avverte: Morata due volte procura momenti di tensione, De Rossi sbuffa, Conte fa scaldare Thiago Motta e dopo 8 minuti chiama il cambio. E quel cambio riaggiusta un po' le linee davanti al trio-Juve. Si chiude il cerchio azzurro, ripartiamo con contropiede introdotti da Pellè ed Eder.
E sono occasioni. E anche disperazione. Al 10' tacco di Pellè, Eder ridicolizza Piqué, ma solo davanti a De Gea colpisce... il portiere. Al 16' groviglio di gambe ed emozioni nell'area spagnola, il 2-0 scappa via per la voglia azzurra di portare il pallone in porta. Accidenti, che spreco!
Il tempo scorre. Esce Morata, stretto nella morsa juventina poco ha fatto, o potuto, entra Vazquez. La Spagna ora aggredisce di più, sono le energie da spendere per raddrizzare una sfida fatta di troppi smarrimenti. Ed è logico anche soffrire, per noi. Logico perché siamo agli ottavi, logico perché loro sono pur sempre dei campioni, ed eravamo sfavoriti: ricordiamolo.
Si soffre, appunto. La sfida cambia faccia: ora ci si difende, Buffon ci mette del suo, come è nelle attese e nei suoi mezzi. Al 31' devia il tiraccio carogna di Iniesta, al 32' ne respinge uno di Piqué. E questo è il frutto del mancato 2-0, delle tante occasioni prodotte e anche sprecate.
I minuti finali, col cuore in gola e la palla che va un po' dove vuole. Entra Insigne, ha subito il pallone del raddoppio, c'è un diagonale di David Silva che sibila a fil di palo. Mancano tre minuti, più recupero. E il finale è una meraviglia, è la fantasia che va oltre la realtà. Quando Buffon al 44' para il colpo ravvicinato di Piqué e chissà come ha fatto! Un prodigio. E quando al 46' Pellè ripete quel che ha fatto col Belgio, tap in in mezza rovesciata sul tiro di Darmian liberato da una meraviglia di Insigne. E' finita, 2-0. I campioni spagnoli sono fuori. I campioni siamo noi. Il sogno azzurro continua: sabato, la Germania.
ITALIA-SPAGNA 2-0
Italia (3-5-2): Buffon 8; Barzagli 7,5, Bonucci 8, Chiellini 8; Florenzi 7 (39' st Darmian 6,5), Parolo 7, De Rossi 6,5 (8' st Thiago Motta 6,5), Giaccherini 7,5, De Sciglio 7,5; Pellè 7,5, Eder 7,5 (37' st Insigne 7). A disp.: Sirigu, Marchetti, Ogbonna, Sturaro, Bernardeschi, El Shaarawy, Zaza, Immobile. All. Conte 8
Spagna (4-3-3): De Gea 8; Juanfran 6, Piqué 5, Sergio Ramos 5, Jordi Alba 6; Fabregas 6, Busquets 5,5, Iniesta 6; David Silva 6,5, Morata 6 (25' st Vazquez 5,5), Nolito 5 (1' st Aduriz 6, 36' st Pedro sv). A disp.: Casillas, Sergio Rico, Bartra, Bellerin, Azpilicueta, San José, Soriano, Koke, Alcantara. All. Del Bosque 5
Arbitro: Cakir (Tur)
Marcatori: 33' Chiellini, 46' st Pellè
Ammoniti: De Sciglio, Pellè, Thiago Motta (I), Nolito, Busquets (S)