L'attaccante dopo il rigore fallito: "Non volevo provocare Neuer, lui non se n'è nemmeno accorto"
"Il mio europeo resta positivo? Non me ne frega niente, sono triste e chiedo scusa agli italiani". Il giorno dopo di Graziano Pellè risponde così all'Ansa sul bilancio a Euro 2016. "Se avessi segnato sarei diventato un fenomeno, così invece.. Mi dispiace per tutti, ma non si dica che volevo provocare Neuer: lui neanche se n'è accorto, semplicemente facendo il gesto dello 'scavetto' lo volevo costringere a rimanere fermo. Non sono uno sbruffone".
"A fine partita - prosegue Pellè - Neuer è venuto anche a farmi i complimenti. Nessuno dica che volevo fare lo sbruffone. Certo, mi dispiace davvero tanto per quello che è successo: e pensare che in allenamento sia io che Zaza la mettiamo sempre dentro la palla. Il fatto è che a Bordeaux ho provato ad allargare il tiro, diciamo che ho allargato troppo". L'attaccante spiega poi il meccanismo di selezione dei rigoristi: "La lista l'ha fatta Conte e più o meno era quella. Poi ognuno diceva se se la sentiva di tirare. E io purtroppo me la sentivo molto...".
Pellé ha pensato al cucchiaio perché nella sua carriera, in tre occasioni, aveva tirato e segnato così dal dischetto. La prima volta al Mondiale Under 20 del 2005, contro il Marocco: gol. La replica nel 2007, sempre in maglia azzurra, con l'Under 21: agli Europei, contro il Portogallo, Pellè "scavò" il rigore, segnando. Un gesto ripetuto, con esito positivo, anche nel 2012, con la maglia del Feyenoord. A farne le spese l'Heerenveen.
In maglia azzurra sono due i cucchiai storici, riusciti, ed entrambi realizzati agli Europei. Il primo in grado di emulare Panenka (che segnò così ad Euro 1976, dando il nome al modo di calciare, quando con la sua Cecoslovacchia segnò alla Germania di Sepp Meier) fu Francesco Totti, agli Europei del 2000, nella serie della semifinale contro l'Olanda: Van der Saar battuto. Poi Pirlo, nel 2012, ai quarti contro l'Inghilterra, battendo Hart.