L'ex ct della nazionale balcanica avvisa gli Azzurri: "Attenti a Broja"
Mancano due giorni a Italia-Albania, match d'esordio degli Azzurri a Euro 2024, e a parlare dell'avversario che attenderà i ragazzi di Spalletti è Gianni De Bias, ct della nazionale balcanica tra il 2011 e il 2017: "Non so che partita sarà, sicuramente difficile per tutte e due - le parole del tecnico all'Ansa -. È la partita d'esordio, è difficile prevedere cosa accadrà. La mia speranza è che passino tutte e due il turno. Per chi farò il tifo? Diciamo 50 e 50".
De Biasi è stato selezionatore della nazionale albanese per cinque anni e mezzo, portandola a una storica prima qualificazione agli Europei nel 2016 e meritandosi anche la cittadinanza onoraria, oltre a un invito ufficiale a Dortmund da parte della federazione per assistere alla partita: "In Germania ci sarà una cornice di pubblico importante, sarà uno spettacolo di colori. Entrambe le tifoserie hanno delle comunità numerosissime qui, di sicuro ci sarà una bellissima atmosfera".
Ora la squadra è guidata da Silvynho e De Biasi è sicuro che Spalletti saprà trovare le contromisure giuste: "Luciano conosce molto bene l'Albania, perché tanti dei loro giocatori giocano nel nostro campionato. Non ha bisogno di consigli, avrà preparato al meglio la squadra. Allo stesso tempo devo dire che ormai in questo calcio non ci sono più segreti. Giocatori a cui stare più attenti? Sicuramente Broja del Fulham davanti, è un giocatore che ha buone qualità fisiche. Assomiglia a Scamacca. Sugli esterni ci sono poi Bajrami e Seferi che hanno dei bei colpi, anche se non so chi giocherà sabato contro l'Italia. Inoltre gli Azzurri dovranno stare attenti al grande orgoglio dell'Albania".
Infine una battuta sulle sue sensazioni verso la sfida e sul suo futuro: "Ho una grande curiosità e interesse per quello che vedrò e anche per quello che proverò sabato. Per me che sono stato dentro le sensazioni dal di fuori sono diverse e particolari. Il mio futuro? Spero di trovare un'altra situazione all'estero, anche in un club, mi sto guardando intorno. Di sicuro non allenerò in Italia come dissi nel 2010. E pensare che nel 2016 rischiai di diventare il ct della nazionale italiana...".