Il tedesco non convocato: "Mi è crollato il mondo addosso". L'olandese non gioca mai: "Parlare dei momenti duri con qualcuno può aiutare"
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Cos'hanno in comune Robin Gosens e Matthijs de Ligt? La risposta scontata è che entrambi hanno giocato in Serie A. Quella che, invece, finora nessuno sapeva è che entrambi per superare i momenti duri della loro professione si rivolgono allo psicologo. Lo ha fatto il tedesco ex Inter quando non è stato convocato dalla Germania per Euro 2024 e lo ha fatto anche l'ex difensore della Juve che finora ha assistito all'Europeo dalla panchina dell'Olanda.
Gosens, che aveva lasciato l'Inter per mancanza di minuti ed era tornato in patria per conquistarsi un posto a Euro 2024, si è rivolto a uno specialista per superare il trauma della mancata convocazione. "Ho visto infrangersi il sogno di una vita e non sapevo come affrontare la cosa. Non sapevo come uscire da quella situazione, dopo una stagione deludente. Non è stato facile vedere che non sarei stato parte dell’Europeo dopo che la mia famiglia si è trasferita con me dall’Italia in Germania proprio nell’ottica della mia partecipazione a questo evento. Ho dedicato tutto a questo sport e ho lavorato duramente ogni giorno solo per far parte dell’Europeo - ha detto l'ex terzino di Atalanta e Inter in una intervista alla ZDF - Qui non si tratta solo di non esserci, accettarlo e andare avanti, perché mi è proprio crollato il mondo addosso. Per questo ho imparato che parlare con uno psicologo come sfogo aiuta molto".
Chi, invece, a Euro 2024 ci è andato ma pensava di avere ben altro ruolo è de Ligt. Dopo due giornate, il difensore del Bayern non ha ancora giocato nemmeno un minuto. Il ct Koeman, un po' a sorpresa, gli ha preferito l'interista de Vrij. "Certi momenti possono essere duri e parlarne con qualcuno può aiutare a sentirsi più leggeri e pronti a rimettere le energie sul campo, anziché esaurirle tra mille pensieri negativi - ha dichiarato dal ritiro olandese -. Alleno me stesso per allenarmi meglio. Durante la mia carriera nel calcio ho imparato che l'inizio di una stagione o di un grande torneo sembra sempre bello, ma ciò che conta è la fine, vedere fin dove sei arrivato. Per questo ora sono relativamente calmo: ho la sensazione che nel corso di questo torneo qualcosa accadrà, e mi permetterà di dimostrare che sono ancora un giocatore importante".