Alla nostra Nazionale basterebbe un punto nello scontro di giovedì per essere quasi certi dell'approdo agli ottavi
© Getty Images
Una cosa è certa: il possesso prolungato con rotazioni, falsi nueve, spazi da occupare ossessivamente e tutto il corollario del calcio posizionale di Luis Enrique, appartengono al passato. La semifinale del 2021, quindi, non è una pietra di paragone per immaginare Italia-Spagna di giovedì. De la Fuente ha portato la Roja a dimensioni diverse, magari meno belle (ma la valutazione estetica del calcio è la cosa più soggettiva del mondo) ma sicuramente più concrete, almeno a valutare prestazione e risultato con la Croazia.
Il dato del possesso lasciato agli avversari, prima volta in 10 anni, dimostra come la Spagna abbia intrapreso una strada nuova. De la Fuente vuole che i suoi sappiano interpretare copioni diversi, e l'iniziativa lasciata alla Croazia nella ripresa (atteggiamento peraltro più che logico visto che la Roja era già sopra di tre gol), spiega meglio di mille parole come sia finito il tempo degli assolutismi e integralismi nell'atteggiamento tattico. Questa Spagna mutante fa più paura di quelle recentissime e l'Italia ne dovrà tenere conto. Innanzitutto non si fa grandi problemi a cercare l'imbucata verticale anche senza troppo crogiolarsi nel possesso prolungato. Appena c'è un varco, insomma, colpisce. Il gol di Morata contro i croati è l'esempio più evidente. Per il resto si affida a una manovra in cui i due esterni bassi (Carvajal e Cucurella) appoggiano con costanza, anche internamente, due laterali offensivi (Yamal e Nico William) con i piedi quasi sulla linea. La costruzione è affidata a Rodri, organizzatore della manovra, con Fabian Ruiz che regala uno sfogo in posizione più avanzata, aiutando Pedri, libero di muoversi su tutta la trequarti.
L'Italia dovrà fatalmente affrontare un copione diverso rispetto a quello della partita con l'Albania. Non ci sarà un'esercitazione di possesso ma, quando le condizioni della partita lo richiederanno, la necessità di mantenere un'attenzione ossessiva alle transizioni difensive e alle coperture preventive, aumentando le caratteristiche in non possesso richieste da Spalletti: riaggressione, quando si può, o riappropriazione collettiva degli spazi da occupare scappando all'indietro. Le caratteristiche in fase offensiva, con il posizionamento nei mezzi spazi, la ricerca degli uno contro uno sull'esterno e la palla in verticale per la sponda di Scamacca per chi arrriva da dietro, potrebbero creare dei seri problemi agli spagnoli.