Gli azzurri devono cambiare marcia alla vigilia di una nuova fase dell'Europeo, è necessario ripartire dal gol di Zaccagni e l'attacco deve tornare a segnare
“Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò” sì, non è da prendere letteralmente ma sicuramente l’ultima parte dell’Inno di Mameli deve essere percepita come “sveglia” dagli azzurri, che domani affronteranno la Svizzera negli ottavi di finale dell’Europeo. Un promemoria utile a tutta la squadra, ma che servirebbe forse di più agli attaccanti della nazionale, i numeri parlano chiaro. Era dagli Europei del 2008 che i nostri centravanti non avevano un media gol più bassa: zero gol nelle prime tre giornate di un grande evento. Sicuramente la colpa non è solo del reparto offensivo, ma questo è un dato che fa riflettere.
Nelle prime tre partite della competizione europea Scamacca e Retegui non hanno realizzato nessuna rete, solo un tiro nello specchio della porta in due, realizzato dal nerazzurro. Sicuramente l’attaccante della Dea è sceso in campo per più minuti rispetto all’attaccante del Genoa, 162 i minuti del primo contro i 123 del secondo, ma questo non giustifica le uniche due azioni pericolose create da Scamacca, una nello specchio della porta avversaria e una da fuori area. Numeri troppo bassi, questo potrebbe essere un vero problema per Spalletti non solo alla vigilia della gara contro la Svizzera ma anche per un eventuale percorso nella competizione, serve un cambio di marcia.
Ripartiamo dal buon primo tempo dell'attaccante nerazzurro disputato contro l'Albania, con la realizzazione dell'unico tiro in porta di questo Europeo verso la porta di Strakosha. Solo da quella prima parte di partita perché poi nella ripresa sono iniziati i problemi da parte di tutta la squadra e di conseguenza di Scamacca, che si è perso in colpi di tacco inutili e tocchi leggeri. Riniziamo da lì dimenticandoci la partita con la Spagna, in cui anche Retegui ha coperto più che attaccato. L'attaccante italo-argentino contro la Croazia è andato vicino a realizzare un gol di testa, cercando più e più volte di creare azioni pericolose. Ripartiamo da quei trenta secondi conclusivi di Croazia-Italia, dal gol di Zaccagni che ci ha permesso di poter approdare agli ottavi, e che ha dato tanta speranza a tutti. Ripartiamo da questa energia.