Chiusa la polemica scoppiata dopo Croazia-Italia per una domanda posta da un collega e mal interpretata dal ct
L'accesa conferenza di Luciano Spalletti con tanto di riferimento alle spie presenti nel ritiro dell'Italia, si è presa la scena nel post Croazia-Italia. Il tutto è partito da una domanda del collega Dario Ricci de Il Sole 24 Ore, che chiedeva lumi al tecnico toscano in merito a un presunto patto siglato tra lo stesso ct e la squadra prima della sfida da dentro fuori con Modric e compagni. L'ex allenatore del Napoli, visibilmente risentito per il quesito posto dal collega, ha alzato leggermente i toni finendo poi per tirare un siluro: "Chi fa la spia non fa il bene della Nazionale".
Spalletti, inizialmente molto infastidito, aveva interpretato nella domanda posta da Ricci un fine chiaro: voler ridurre agli occhi dei tifosi l'autorevolezza del 65enne di Certaldo, 'costretto' a stringere un accordo con i leader dello spogliatoio per non perdere di mano la situazione. L'intenzione del giornalista era ben diversa, e un primo chiarimento era arrivato subito dopo la conferenza stampa con Gabriele Gravina, numero uno della Figc, a fare da mediatore.
In piena notte poi, intorno alle ore 2, la chiamata dello stesso Spalletti a Ricci come rivelato da Il Sole 24 Ore: un modo per chiudere la faccenda e far calare il sipario sul caso. Una chiamata cordiale nella quale il ct si è scusato per i toni e qualche parola di troppo. "Scuse accolte - si legge sul noto quotidiano economico - ma neppure necessarie dal punto di vista del cronista”.