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Euro 2024 è stato vinto dalla nazionale che ha mostrato il miglior gioco e i migliori giocatori: de la Fuente, asso delle finali, ha fatto trionfare la squadra migliore
di Stefano Fiore© Getty Images
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Quante volte si è detto che il bello del calcio è la sua imprevedibilità, quel cambio di traiettoria inaspettato che lascia tutti a bocca aperta? Beh ieri sera è accaduto l'esatto opposto, eppure la bocca resta spalancata. Perché nessuna nazionale più della Spagna meritava di vincere Euro 2024, per ciò che messo in campo, come lo ha messo in campo e per chi lo ha messo in campo. Lo sappiamo bene noi italiani che contro le Furie Rosse, nel girone, abbiamo iniziato a capire che molto probabilmente non avremmo fatto tanta strada a questi Europei, ma alla fin fine lo hanno saputo tutti: Albania e Croazia (nel girone), Georgia (ottavi), Germania (quarti), Francia (semifinale) e ovviamente Inghilterra in finale. Sette vittorie su sette, quindici gol fatti, quattro subiti, solo una volta andata sotto (con la Georgia): i numeri parlano per de la Fuente, parlano per Lamine Yamal, per Nico Williams, per Morata, per Carvajal e per un gruppo che ha saputo mascherare l'assenza di uno come Pedri senza alcun problema, o affrontare tutta la ripresa della finale senza Rodri.
Chiaro che negli occhi di tutti resterà l'enorme talento di questa nazionale, dall'età media molto bassa ma che ha leader ben riconosciuti nello spogliatoio, un mix che il ct scelto per il dopo Luis Enrique nel 2022 ha saputo mescolare con maestra, crescendo col passare del tempo. Non bisogna scordare, poi, che de la Fuente è un vero specialista di finali: aveva vinto l'Europeo Under 19 (nel 2015), poi quello Under 21 (2019) e ora anche l'Europeo dei grandi (possiamo aggiungerci anche la Nations League 2023), a testimonianza di una capacità oggi senza eguali nel percorso delle selezioni nazionali.
Le idee del ct spagnolo sono ormai chiare e ben riconoscibili: ormai archiviato l'infinito tiki-taka col quale comunque aveva alzato i suoi bei trofei, c'è una maggiore disponibilità della squadra ad alternare il palleggio a improvvise ripartenze, senza dimenticare le giocate individuali che vengono più facilmente se hai giocatori come Yamine Lamal (resta il merito di aver scelto come titolare inamovibile un 17enne, nonostante l'innegabile talento sconfinato) o Nico Williams o Dani Olmo. Il pressing alto con riaggressione è ciò che ha messo in difficoltà un po' tutti gli avversari, compresi gli inglesi.
E il problema, mettendoci dalla parte delle altre nazionali, è che questo ciclo sembra solo all'avvio considerando qualità tecnica dei giocatori ma anche personalità nonostante l'età media molto bassa. Tanto che, almeno tra le europee, è impossibile non indicare la Spagna come favorita ai prossimi Mondiali. Inutile, però, andare troppo in là con la mente pensando a un bis mondiale dopo il 2010: ora è tempo di festeggiare il quarto Europeo. Meritatissimo.