Il fuoriclasse del Barcellona: "Il mio calcio viene dalla strada. Chi mi ha chiesto la maglietta? Mbappé e Chiesa"
Lamine Yamal compie 17 anni ed è già atteso da un appuntamento con la storia. Domenica sera il giovanissimo fuoriclasse del Barcellona avrà la possibilità di alzare al cielo il trofeo di Euro 2024 nella finale di Berlino contro l'Inghilterra, a cui la Spagna si è qualificata anche grazie al suo gol-capolavoro in semifinale contro la Francia: "Ho detto a mia madre che se vinciamo non voglio niente in regalo - le parole rilasciate a Marca nel giorno del suo compleanno -. Chiedo solo di poter celebrare la vittoria a Madrid, con i miei compagni di squadra. Questo è tutto. Può essere una giornata folle, con i tifosi impazziti di gioia ad accoglierci all'aeroporto".
Per Yamal è la prima grande occasione di una carriera appena cominciata. Nel suo palmarès annovera la Liga 2022/23, ma in quella stagione disputò appena 7', quelli del suo esordio ufficiale con la maglia del Barça. Ora, la chance di un trionfo da protagonista assoluto: "Dobbiamo continuare come abbiamo fatto contro la Germania o la Francia. Rimanere noi stessi, mantenere il possesso della palla per controllare il gioco in ogni momento. Credo che siamo i migliori in questo e nessuno potrà fermarci se ci riusciamo. Stiamo vedendo che come squadra non c'è nessuno all'altezza della Spagna. Alla fine, quell'intensità è la chiave".
La nazionale di De La Fuente ha demolito lo scetticismo di tanti a suon di prestazioni di altissimo livello: "Già prima dell'Europeo avevamo detto che meritavamo fiducia e che potevamo essere tra i favoriti, anche se la gente non la pensava così. Si diceva che non saremmo arrivati tra le prime cinque. C'è voluto un po', ma tutti quelli che saliranno sul carro saranno i benvenuti".
Yamal ha parlato anche del suo legame col passato: "Il mio calcio viene dalla strada, dal giocare con gli amici. Da quello viene anche il guardare in una direzione e passare la palla nell'altra. È lì che si impara. I miei amici? Stanno impazzendo". Mi hanno detto che nella mia via, a Mataró, tutti gridavano il mio nome. Alcuni verranno a Berlino, ma altri non saranno in grado. Proverò a portarne io qualcuno".
Infine si ha spiegato qual è il suo rapporto con i giocatori più esperti e affermati, sia all'interno della nazionale spagnola sia all'esterno: "Tutti mi trattano molto bene, non come un ragazzino di 16, 17 anni, ma come uno più grande. Chi mi ha chiesto la maglia finora? Me l'hanno chiesta Mbappé, nello spogliatoio e Chiesa quando abbiamo affrontato l'Italia".