L'ex presidente: "Con Suning è tornato il sereno. Hakimi come Maicon. Io non torno"
Massimo Moratti può dire di aver definitivamente lasciato il testimone a Suning, che ha conquistato il suo primo scudetto con l'Inter: "C'è tutto per avviare un ciclo e fare bene anche in Champions come capitò a noi col primo titolo che servì ad aprire un quinquennio unico". L'ex presidente nerazzurro rende onore a Conte: "Ha enormi meriti, ci ha messo a lungo la faccia e ora bisogna andare avanti con lui. In Coppa Italia contro la Juventus ha sancito la nascita del Conte anti-juventino, che soddisfazione".
Moratti, parlando a La Gazzetta dello Sport, commenta così le voci sul futuro societario nerazzurro: "Le variabili Covid e Pechino non erano facili da immaginare ma credo che sia tornato il sereno. Certo non è stato il massimo quando l'Inter ha sperato di entrare nella Super League senza farsi notare e di uscire senza che nessuno se ne accorgesse. Ieri dopo lo scudetto ho avuto un toccante scambio di messaggi con Steven Zhang".
L'ex patron prima smentisce un suo eventuale ritorno ("Direi di no") poi distribuisce meriti: "Hakimi è stato come Maicon, a Barella è entrata l'Inter sotto la pelle. Voglio citare Darmian e Ranocchia, gente che gioca meno ma merita ugualmente il titolo. Poi Lukaku ed Eriksen".
Infine, messaggio ad Andrea Agnelli: "Spiace perché l'hanno martellato tutti ma veniva da 9 scudetti consecutivi. Certo che con la Super League ha fatto un bel pasticcio con Florentino Perez...".