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Hakan Calhanoglu ce l'ha fatta. A 30 anni ha finalmente vinto il primo scudetto in carriera e lo ha fatto da assoluto protagonista. E' stato il turco, infatti, a dettare ritmi e tempi della favolosa cavalcata dell'Inter, alla sua prima stagione completa come regista. Nato numero 10, passato poi mezzala, Calha è diventato uno dei migliori registi al mondo, l'uomo ideale a cui affidare le chiavi del centrocampo. Inzaghi se lo è inventato regista per necessità, quando l'anno passato ha sostituito a lungo nel ruolo Marcelo Brozovic. E lo ha fatto talmente bene che l'Inter si è separata in estate dal croato senza pensarci più di tanto, avendo trovato in casa il più che degno sostituto. Un affare sia dal punto di vista tecnico che economico. La sua seconda vita calcistica è iniziata nella giornata dei gironi di Champions League. A San Siro arriva il Barcellona e non c'è il titolare di ruolo, Brozovic. Ci sarebbe Kristjan Asllani, ma l'albanese è ancora acerbo e allora Inzaghi punta su Calha. Una mossa azzeccatissima, perché il turco sfodera una prestazione di alto livello, condita dal gol vittoria.
Non ci sono dubbi che la stagione culminata con la seconda stella sia stata la migliore della sua carriera, sia in termini realizzativi (11 gol, eguagliato il record con l'Amburgo di 10 anni fa) che a livello di prestazioni. Per forza di cose ha dovuto abbassare il baricentro per iniziare l'azione, è cresciuto tantissimo in fase difensiva senza perdere le sue principali qualità, il tiro dalla distanza e i cambi di gioco precisi come un orologio svizzero. Il suo bagaglio tecnico non è mai stato in discussione, ma ora ha trovato anche quella continuità di rendimento tipica dei grandi campioni che in passato gli è sempre mancata. Per finire, un altro fattore tutt'altro che irrilevante: Calhanoglu è diventato un autentico spauracchio per tutti i portieri, grazie alla sua infallibilità dal dischetto. Sono 15 i gol di fila, una striscia iniziata nel 2020 quando ancora indossava la maglia del Milan. Meglio di lui solo Giampaolo Pazzini, capace di segnarne 16 di fila in Serie A.
Scherzo del destino (o forse no), Calhanoglu ha conquistato la seconda stella proprio contro il suo passato, quel Milan a cui ha detto addio nell'estate del 2021 a parametro zero. L'arrivo all'Inter, però, è stato piuttosto casuale e legato a un bruttissimo episodio, quando Christian Eriksen ha subito un arresto cardiaco a Euro 2020 nel match tra Danimarca e Finlandia. Marotta è stato costretto a correre ai ripari, mettendo sotto contratto il turco che aveva deciso di non rinnovare con il Diavolo. Un trasferimento che diversi giocatori del Milan e i suoi vecchi tifosi non gli hanno mai perdonato. E mentre Calha ha sempre tenuto un basso profilo e ricorda con affetto i suoi anni a Milanello, non altrettanto si può dire degli ex compagni. In occasione dei festeggiamenti per lo scudetto del 2022, Ibrahimovic ha aizzato i propri tifosi, rivolgendosi a loro microfono in mano dal pullman: "Mandate un messaggio ad Hakan" e via gli insulti più impronunciabili. "La vendetta è un piatto che fa gustato freddo" recita un vecchio adagio. E ora, dopo due anni, Calha può finalmente togliersi qualche sassolino dalle scarpe.