Il francese, con la sua corsa e intelligenza, è subito diventato un elemento chiave del centrocampo bianconero: Allegri per fargli spazio è passato al 4-3-3...
Giocatori così sono il desiderio di ogni allenatore, perché per vincere nel calcio non basta il talento dei fenomeni: serve anche l'intelligenza dei gregari. "Matuidi ha una qualità straordinaria: sta zitto, corre e rincorre". Basterebbero le parole di Massimiliano Allegri, pronunciate a settembre, per descrivere al meglio l'importanza del francese nello scacchiere bianconero. E non a caso, come più volte ricordato dallo stesso tecnico juventino, una ragione ci sarà se l'ex Psg ha sempre giocato con tutti gli allenatori che ha avuto. Il motivo principale? La parole chiave è equilibrio.
Matuidi è diventato ufficialmente un giocatore della Juventus il 18 agosto 2017. Per le sue qualità - dopo un lunghissimo corteggiamento iniziato l'anno prima - la Signora verserà (lo farà in tre esercizi) nelle casse del Psg un totale di 20 milioni di euro, più altri (eventuali) 10,5 milioni di bonus in funzione del numero di partite ufficiali fino al 30 giugno 2020, data di scadenza del contratto. Cifre non banali per un giocatore di 31 anni, giustificate però da una costanza di prestazioni non così semplice da trovare a certi livelli e in quella zona del campo.
L'arrivo di Matuidi ha indotto Allegri ha trasformare il 4-2-3-1 della scorsa stagione in un 4-3-3: una scelta precisa e convinta, tanto che per fare spazio al francese il primo a rimetterci è stato uno come Dybala, spostato dalla trequarti per essere dirottato sulle corsie laterali o, addirittura, in panchina.
L'ex Psg, che quando era in Francia veniva chiamato Blaise Runner per le incredibili doti da podista, è stato un elemento fondamentale per il settimo tricolore consecutivo della Signora. D'altronde chi - con un solo corpo - è in grado di garantire corsa, interdizione, inserimenti, gol ed equilibrio, diventa presto un elemento insostituibile per qualsiasi squadra. Allegri sin qui l'ha utilizzato 32 volte in campionato (tre gol), nove in Champions League (un gol, a Madrid) e cinque in Coppa Italia. Considerando lo stop di un mese a inizio febbraio a causa di un problema muscolare, si tratta di numeri notevoli esattamente come il suo rendimento: una delle nuove certezze per una squadra sempre più nella leggenda del calcio italiano.