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Dai gol di Giroud nel derby e a Napoli alle reti di Tonali contro Lazio e Verona passando per le accelerazioni di Theo e Leao, le parate di Maignan e… la papera di Radu
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Da Ibra a Ibra. L’attaccante svedese è l’unico superstite dell’ultimo Milan da scudetto, che i rossoneri tornano a festeggiare a undici anni dall’ultima volta al termine di una stagione da cardiopalma, vissuta tra sorpassi e controsorpassi con Inter e Napoli, ma vissuta costantemente nei piani altissimi della classifica. Una vera e propria cavalcata che ha portato al trionfo la squadra di Pioli, il 19esimo nella storia del Diavolo, nonostante i tantissimi infortuni che ne hanno condizionato la stagione e nonostante una tra le età medie più basse di tutta la Serie A (26,2 anni). A guidare il gruppo, purtroppo per lui più dalla tribuna che dal campo, il veterano Zlatan, ma la squadra in questa stagione ha avuto il grande merito di emanciparsi dalla Ibra-dipendenza ed è stato forse questo il vero capolavoro di Pioli, che di giornata in giornata ha sempre trovato altri protagonisti importanti, anche in zona gol (Leao 11, Giroud 11, Kessie 6, Tonali, Messias e Theo 5).
INIZIO SPRINT
Dieci vittorie nelle prime undici partite (pari solo sul campo della Juve) portano subito i rossoneri in cima alla classifica. Dopo la vittoria di Genova al debutto (1-0 Diaz), arrivano quelle con Cagliari e Lazio e i primi gol a San Siro di Giroud, nuovo numero 9, che inizia subito a far capire che la ‘maledizione’ che avvolge quella maglia non lo riguarda. Dopo il pari di Torino e i successi con Venezia e Spezia, arrivano la vittoria per 3-2 di Bergamo, una delle migliori partite giocate in stagione dai rossoneri, e la rimonta di San Siro contro il Verona, che sommate alle vittorie con Bologna (2-4), Torino (1-0) e Roma (1-2) portano i rossoneri al derby del 7 novembre con la grande chance di spedire l’Inter a -10.
L’ESULTANZA DI CALHA LASCIA IL SEGNO
Quel derby il Milan però non lo vince (palo di Saelemaekers al 90’), finisce 1-1, e la firma sul gol nerazzurro è dell’ex Calhanoglu, che segna e mostra le orecchie alla Curva Sud in segno di sfida. Il primo vero indizio che sarà derby scudetto fino alla fine della stagione anche perché dopo quella partita, fiaccato dalle fatiche di Champions e da tantissimi infortuni, il Milan rallenta. L’assenza di Maignan pesa e a Firenze arriva il primo ko stagionale (4-3), poi il Sassuolo sbanca San Siro e pochi giorni dopo arriva anche l’eliminazione dall’Europa per mano del Liverpool. In campionato il Diavolo ha la forza di rialzarsi contro Genoa e Salernitana, ma poi arrivano il mezzo passo falso di Udine (Ibra firma il pari nel recupero) e il ko interno (con polemiche) contro il Napoli, che aggancia il Milan al 2° posto a -4 dall'Inter campione d'inverno. L’anno solare si chiude col successo di Empoli quando Pioli, ancora una volta in emergenza, propone per la prima volta Kessie nel ruolo di trequartista.
L’EFFETTO SERRA E QUELLO… GIROUD
L’anno nuovo comincia col bel successo di San Siro contro la Roma e con le vittorie contro Venezia e Genoa, ma il 17 gennaio Serra non concede il vantaggio sul gol di Messias e il Milan cade in casa contro lo Spezia perdendo altro terreno dall’Inter. Dopo il pari con la Juve, i rossoneri arrivano al secondo derby stagionale con lo spettro di finire a -7 in classifica (e con l’Inter con una partita in meno) ma la doppietta in 4’ nel finale di Giroud ribalta i nerazzurri e riapre il campionato portando i rossoneri a un solo punto dalla vetta. Una rimonta che ha anche il merito di mandare in crisi i cugini, che in queste giornate rallentano la loro corsa, ma il Milan non ne approfitta in pieno e dopo aver battuto la Samp si fa fermare sul pari da Salernitana e Udinese. Il sorpasso arriva a inizio marzo col successo sul campo del Napoli firmato ancora Giroud, sempre più l’uomo dei gol pesanti.
IL BRACCINO E LA SVOLTA TONALI-RADU
Sono proprio i gol però il problema della squadra in questo periodo e quindi Pioli blinda la difesa. Dopo la vittoria del Maradona arrivano i successi di misura contro Empoli (Kalulu) e Cagliari (Bennacer), ma la pressione della sfida a distanza con l’Inter sembra appesantire i rossoneri, che sono meno brillanti del solito. Alla squadra di Pioli sembra essere venuto il ‘braccino’, arrivano due 0-0 in fila con Bologna e Torino, ma dopo il successo di San Siro col Genoa ecco la svolta: a pochi giorni dal 3-0 subito in Coppa Italia dall’Inter, che nel frattempo in campionato è tornata a correre, i rossoneri dopo pochi minuti sono sotto all’Olimpico contro la Lazio ma riescono a ribaltare il match col gol allo scadere di Tonali e tornano in vetta. Davanti a tutti e senza asterischi, perché in settimana la clamorosa papera di Radu nel recupero della sfida col Bologna fa cadere l’Inter al Dall'Ara e scivolare i nerazzurri al secondo posto. Un regalo inaspettato che rende improvvisamente molto concreto il sogno scudetto: il Milan sembra essersi tolto un peso e torna la squadra brillante e propositiva di sempre. Maignan blinda la porta e Leao stende la Fiorentina, poi arrivano la vittoria, ancora in rimonta, sul campo del Verona firmata Tonali e quella di San Siro contro l'Atalanta con il super gol di Theo Hernandez. L'Inter però non molla e si arriva all'ultima giornata con lo scudetto ancora in bilico...
TUTTO FACILE A REGGIO EMILIA: SCATTA LA FESTA
Al Mapei Stadium, praticamente interamente rossonero, il Milan impone subito ritmo e voglia: Consigli nega più volte il gol agli uomini di Pioli ma il castello del Sassuolo crolla dopo l'1-0 firmato Giroud, ovviamente su assist di Leao. I rossoneri allungano e chiudono il match tra il 32' e il 36': ancora il francese e poi Kessie portano a tre i gol di vantaggio per una ripresa comoda comoda. Non serve neppure ascoltare le notizie in arrivo da San Siro e dall'Inter: scatta la festa scudetto!