Romy Gai, Business Officer Fifa, ha parlato del torneo in programma quest'estate negli Stati Uniti: dalle bodycam sugli arbitri all'audience da 3,2 miliardi
Un torneo che "mancava". Il Mondiale per Club 2025 sarà un qualcosa di nuovo e "epocale" per il mondo dello sport, almeno secondo quanto raccontato da uno dei deus ex machina ovvero Romy Gai, Business Officer Fifa. Un'idea che parte da molto lontano quella di mettere a confronto i migliori club di diversi continenti: "Il mondiale per club è stata una delle prime idee a cui il presidente Gianni Infantino ha cominciato a lavorare nel 2016", rivela Gai, che poi rimarca la lacuna colmata da questa competizione: "È oggettivo che mancasse una opportunità per i club di confrontarsi a livello internazionale in un torneo che legittimasse il vero campione del mondo".
Il format non sarà l'unica novità del Mondiale per Club. Gai infatti, nel corso dell'evento "Un fenomeno mondiale - Fifa Club World Cup 2025" presso l'Università Luiss di Roma, organizzato in collaborazione con Tuttosport, ha rivelato anche altri elementi: "Il prodotto sarà innovativo. Durante il mondiale per club verrà testata la bodycam sugli arbitri: potremo vedere con gli occhi del direttore di gara cosa sta succedendo in campo".
Anche le previsioni sull'audience totale della competizione sono numeri nuovi per le competizioni tra club: "Abbiamo lavorato per simulare la total audience in senso ampio, comprendendo anche il digitale. I numeri dicono 3,2 miliardi, numeri straordinari. E solo per la finale la previsione è di circa 2 miliardi. Facciamo un esempio con la Spagna che ha 50 milioni di abitanti, se pensiamo al Real Madrid pensiamo a numeri che vanno oltre 1 miliardo, moltiplichiamo tutto questo per 32", ha aggiunto Gai. "In un momento storico in cui la comunicazione si è evoluta, è importante offrire a tutti l'opportunità di mostrarsi su una ribalta internazionale, pensate a tutti gli sponsor che gravitano attorno. Il calcio è globale per definizione, mancava per i club un'opportunità per dimostrarlo", ha concluso
L'introduzione del nuovo Mondiale per Club ha fatto molto discutere. In un periodo storico in cui il calendario dei calciatori è già pesantemente ingolfato, aggiungere altre partite non è sembrata una grande idea agli occhi di molti. Ma Gai ci tiene a specificare che le responsabilità per l'elevato numero di impegni non sono della Fifa: "Si gioca troppo? Come Fifa siamo responsabili dell'1 per cento del totale delle partite, siamo più spettatori che attori. Inoltre, se guardiamo ai minuti, si giocava molto di più negli anni Settanta rispetto ad adesso, anche per le rose ridotte". Poi il Business Officer Fifa batte sulla recente abitudine dei grandi club di impegnarsi in lunghe tournée estive molto lucrative ma molto poco funzionali per la preparazione atletica delle squadre: "Se non ci fosse il Mondiale per club avremmo tutti i grandi club in America a giocare partite amichevoli per aumentare la loro visibilità. Tutto quello che è nuovo e modifica le abitudini è sempre oggetto di critica e di analisi, il mondo dello sport si evolve di pari passo col mondo dell'intrattenimento. Questo non vuole dire perdere il contatto con la tradizione".
E, come dice Gai, per non perdere il contatto con la tradizione, il Mondiale per Club si giocherà ogni quattro anni, come la Coppa del Mondo: "È stato stabilito che la scadenza sia quadriennale, come per il mondiale per nazionale, il prossimo appuntamento sarà nel 2029, non abbiamo ancora deciso dove, sarà una decisione imminente".