Il Toro torna decisivo per la sua nazionale dopo le critiche, resta un mistero invece Dybala: ancora neanche un minuto in tutto il torneo
È stata la notte del riscatto per Lautaro Martinez: incisivo quando è entrato in campo nel finale del secondo tempo regolamentare, decisivo quando si è presentato sul dischetto per il quinto e ultimo rigore della serie contro l'Olanda. Quello che ha eliminato gli Oranje e mandato la sua Argentina dritta in semifinale. Dopo due partenze da titolare nelle prime due partite, contro Arabia Saudita e Messico, l'attaccante dell'Inter era scivolato indietro nelle gerarchie di Scaloni che, anche a causa di alcune noie fisiche, gli aveva preferito Julian Alvarez come punto di riferimento offensivo.
Il Toro però non si è fatto abbattere: dopo aver disputato una manciata di minuti tra l'ultima gara del girone con la Polonia e l'ottavo di finale con l'Australia ha risposto presente nel momento in cui il ct lo ha gettato nella mischia ai quarti. Si è costruito due grandi occasioni nel secondo tempo supplementare, trovando prima il muro di Van Dijk, poi la parata di Noppert, ma soprattutto è stato glaciale dagli undici metri, quando aveva sulle spalle tutta la responsabilità e le aspettative del popolo argentino dopo l'errore di Enzo Fernandez.
Le critiche per i gol sbagliati e gli accostamenti a quel Gonzalo Higuain che non riusciva mai a essere decisivo nelle grandi competizioni sembrano ormai alle spalle. Martedì l'Argentina è attesa dalla semifinale con la Croazia e Scaloni ha davanti a sé una decisione importante: proseguire con Alvarez, che a dir la verità contro l'Olanda si è visto poco e niente, oppure tornare a puntare tutto sul bomber nerazzurro? Se Lautaro dovesse essere al top della condizione, c'è da scommetterci, la scelta potrebbe non essere così difficile.
L'altra faccia della medaglia tra gli argentini di casa in Serie A è senza dubbio quella di Paulo Dybala. La Joya, infatti, non ha ancora disputato un solo minuto in questi Mondiali, confermandosi all'ultimo posto nelle gerarchie di Scaloni. Il ct ha sottolineato più volte che vede il talento della Roma solo ed esclusivamente come alternativa a Messi, che però non è mai stato sostituito: 480' su 480 per la Pulce e zero chance per l'ex Juve. Anche per l'assalto finale al fortino olandese si è dovuto accontentare di sostenere i suoi compagni dalla panchina. Lui, comunque, continua a prenderla con filosofia e non fa mai mancare il proprio supporto, anche a livello virtuale con i messaggi social. Un comportamento esemplare, da vero uomo squadra, anche se la frustrazione non gli mancherà di certo...