Il ministro per lo Sport e i Giovani: "Carini mi ha detto di aver subito da Khelif colpi di una violenza devastante"
Andrea Abodi è tornato sul match tra Angela Carini e Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024: "Il Cio ha sottovalutato l'incolumità delle atlete. Adesso regole chiare. Quando si è fermata (la Carini, ndr) sono rimasto disorientato. Ho visto salire Angela sul ring col piglio giusto e lo sguardo deciso, e vederla piangere dopo pochi secondi mi ha spiazzato. Dopo il match siamo stati insieme un bel po', ho voluto comprendere il suo stato d'animo. Nonostante la sua esperienza, mi ha confidato di aver percepito nei colpi dell'avversaria una violenza che ha definito devastante, alla quale non era abituata. In casi delicati come questi bisogna saper chiedere un supporto alla scienza, che vada al di là della burocrazia del passaporto. Mi riesce difficile immaginare che in ambito sportivo si possano declinare più generi, al di là di quello maschile e femminile".
Il ministro per lo Sport e i Giovani, intervistato da La Verità, a un bilancio azzurro dei Giochi: "Le medaglie sono un motivo di orgoglio, accrescono la reputazione di un Paese, non solo nella dimensione sportiva. Rappresentano anche uno strumento formidabile per promuovere lo sport e i suoi valori".
Poi una sottolineatura su "errori da matita blu commessi contro l'Italia. Nel pugilato, nella scherma, nel judo, nella pallanuoto. Non credo ai pregiudizi nello sport, tanto più nei confronti dell'Italia. Salvo prova contraria, nella speranza che dietro non ci siano questioni 'personali'. Rivedendo, ad esempio, le immagini di Italia-Ungheria di pallanuoto maschile, questi dubbi non solo si confermano, ma diventano certezze".
Critiche anche alla cerimonia di apertura: "Credo che quella cerimonia non abbia rappresentato appieno lo spirito olimpico - conclude Abodi - non mi è piaciuta la mancanza di rispetto nei confronti della tradizione olimpica, dei valori tradizionali. L'inclusività è un valore irrinunciabile".