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DOPO ITALIA-UNGHERIA

Ricorso respinto, Settebello protesta: spalle agli arbitri durante l'inno e 4' in inferiorità numerica

E' successo prima della partita contro la Spagna, valida per la classifica dal quinto all'ottavo posto: la protesta è continuata in acqua

09 Ago 2024 - 17:31
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Il TAS di Losanna ha respinto il ricorso dell'Italia presentato in merito alla partita di pallanuoto contro l'Ungheria alle Olimpiadi di Parigi 2024, caratterizzata da una decisione arbitrale che ha danneggiato pesantemente l'Italia. In risposta il Settebello ha fatto sentire la propria voce protestando all'inizio della sfida di semifinale per il 5/8° posto contro la Spagna. I ragazzi di Sandro Campagna hanno dato le spalle ai giudici durante l'Inno di Mameli, rivolgendo il proprio sguardo verso il pubblico. La protesta del Settebello è continuata in vasca: gli azzurri hanno giocato volutamente per quattro minuti in inferiorità numerica, con un giocatore che si è disinteressato sistematicamente dell'azione, rinunciando anche ad attaccare. Durante quei minuti la Spagna si è portata avanti 3-0. Gli azzurri sono poi stati sconfitti per 11-9: sabato si giocheranno la finale per il settimo e l'ottavo posto.

Le decisioni arbitrali di Italia-Ungheria alle Olimpiadi di Parigi 2024 continueranno a far discutere a lungo. A seguito della richiesta alle parti di nuove memorie, la Federnuoto aveva ribadito nelle memorie aggiuntive che la World Aquatics e il management commettee nelle loro motivazioni avevano confermato che non c'era stata violenza nel gesto tecnico di CondemiIl ricorso poteva essere accettato solo se c'era abuso di arbitrarietà o discrezionalità. In questo caso il Tas, che ha una sezione speciale ai Giochi, è stato chiamato a decidere se ripetere il match dei quarti di finale. Il ricorso però è stato respinto. 

"Me l'hanno detto pochi minuti prima di entrare in acqua, sapevo che erano belli amareggiati. So che la squadra e i ragazzi erano molti urtati e a disagio. Alla fine sono loro che entrano in acqua, meglio che ci siano entrati piuttosto che non entrarci per niente". Così il presidente della Fin Paolo Barelli ha commentato la protesta del Settebello: "Voltare le spalle? Si sono rivolti verso la tribuna d'onore, al pubblico. Certo non hanno mancato di rispetto alla bandiera - ha detto a Lapresse - Se condivido la protesta? Questa è l'Olimpiade dei ragazzi, sono persone corrette, laboriose, serie, magari altri avrebbero avuto delle reazioni scomposte. Loro sono entrati in acqua e giocato la partita e in qualche modo hanno ritenuto di manifestare il loro disappunto, sono qui per giocare l'Olimpiade. Sono dei professionisti precisi e si sono sentiti penalizzati. Ringraziamo Dio che c'è stata una reazione contenuta, non è che li possiamo comandare come si fa con degli automi o macchinette. Sono ragazzi che hanno la loro dignità e soffrono questo atto di violenza che loro ritengono tale".

Sul ricorso respinto dal Tas: "Le motivazioni non le abbiamo lette, non ha accettato la nostra richiesta. E questo era abbastanza ovvio, che facevano? Bloccavano il torneo e non facevano le partite? Il problema è che si è rimasti beffati da quell'ammissione, mi risulta che i due arbitri non sono stati più chiamati ad arbitrare nessuna partita, e non so se verranno presi provvedimenti. Ripeto, la gravità è l'ammissione di tre organi della Fina che hanno di fatto detto che Condemi ha fatto un gesto atletico per gettare la palla in porta e ha poi colpito il viso solo in relazione a questo gesto. Non è brutalità e non doveva essere presa questa decisione".

CAMPAGNA: "PROTESTA PER MIGLIORARE LO SPORT"

"Abbiamo lasciato un messaggio nell'interesse costruttivo per pulire e migliorare il nostro sport. E' capitato all'Italia ma può capitare a chiunque. bisogna rispettare gli atleti e lo sport, poi gli errori, anche dell'arbitro, ci stanno, ma quello dell'altro giorno va oltre l'errore dell'arbitro. Inaccettabile alle Olimpiadi". Lo ha detto Sandro Campagna, ct del Settebello, dopo la protesta azzurra nella gara con la Spagna. "Abbiamo dimostrato attaccamento al nostro sport e ai valori dell'olimpismo - ha proseguito -. Non avevamo energie per giocarla questa gara perché sono due giorni che i ragazzi non dormono, compreso me. Ma io non vado in acqua". Campagna ha poi concluso: "Era talmente evidente la dinamica del fatto che non si poteva mettere in discussione, siccome non credo nella malafede degli arbitri allora c'è qualcosa che non va nel Var che non ha portato chiarezza d'immagine. E senza questa non si può prendere una decisione che può cambiare l'esito d'un quarto di finale".

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