La 32enne friulana proverà a guidare il quartetto tricolore che prenderà parte alla rassegna a cinque cerchi il prossimo 4 agosto
di Marco Cangelli© Getty Images
Elena Cecchini è una delle colonne portanti della Nazionale Italiana di ciclismo femminile. Spesso chiamata a svolgere il ruolo di regista nella compagine di Paolo Sangalli, la 32enne friulana ha conquistato un argento agli Europei 2019 oltre a una serie di medaglie internazionali nelle crono-squadre che la conferma un'atleta su cui puntare. La portacolori del Team SD Worx - Protime ha già vissuto un'esperienza olimpica a Rio de Janeiro 2016, tuttavia è pronta ad ampliare la propria esperienza in vista di Parigi 2024 dopo aver lavorato nel corso della stagione fianco a fianco con fuoriclasse come Lotte Kopecky, Lorena Wiebes e Demi Vollering.
È pronta per prendere il via al Giro d’Italia Women. Cosa si aspetta da questa competizione?
Il Giro è sempre una gara a cui tengo molto. Quest'anno ci sarà una nuova organizzazione quindi siamo molto curiose, anche se sappiamo che il percorso sarà particolarmente esigente. Ci saranno atlete che verranno per provare a vincerlo, altre per prepararsi al meglio alle Olimpiadi. Ci sono tappe molto dure, ma non saremo al via con la scalatrice più forte del mondo (Demi Vollering, NdR), motivo per cui gareggeremo alla garibaldina, cosa strana per il nostro team.
Come si lavora per tre fuoriclasse come Lotte Kopecky, Lorena Wiebes e Demi Vollering?
Ognuna con le proprie caratteristiche, ma sono le più forti. Al Giro ci sarà solo Lotte, una ragazza che ama molto l'Italia, motivo per cui credo sarà felice di tornare a correre qui. Nella maggior parte delle volte corro a loro disposizione, sapendo benissimo che probabilmente arriverà il risultato, motivo per cui ho una motivazione in più per essere al loro servizio. Sono onorata di avere un ruolo del genere nel team.
Gareggiare in una squadra olandese aiuta ad affrontare meglio le Classiche del Nord? Si imparano delle tattiche diverse rispetto ad altre squadre?
Come conoscono loro quelle strade in Belgio e Olanda non c'è nessuno, lo stesso vale per il vento. Quando ci sono le Classiche è come se si trattasse di un Mondiale perché ci tengono le ragazze, gli sponsor e il management. Vincerle dà soddisfazione per un intero anno e quindi è appagante essere in questa squadra, soprattutto in quel periodo. Sono gare che mi piacciono moltissimo sia come caratteristiche che come clima, motivo per cui ho cercato di imparare il più possibile nel correrle.
Vi sentite la squadra più forte al mondo come vi definiscono dall’esterno?
Lo siamo, visto che è una realtà che ha già conquistato quarantasei vittorie durante questa stagione. Da una parte, essere i migliori è un onore, dall'altra è una responsabilità visto che vincere non è scontato come mantenere le ambizioni sempre ad alti livelli. Il Fiandre lo abbiamo conquistato più volte, tuttavia quest'anno non ci siamo riuscite e ciò ci è pesato. Questo vuol dire che si vuole qualcosa in più. Il segreto di questa squadra è quello di non accontentarsi mai e fa piacere essere considerate forti. Non è facile mantenere sempre questi livelli, ma andiamo alle gare per vincere. Avere il roster sempre giusto per ottenere questi obiettivi è la chiave del successo. Speriamo di continuare anche nei prossimi anni.
Visto che SD Worx punta molto sul ciclismo femminile, quanto si percepisce questo investimento?
Rispetto all'Italia, le cose sono diverse. C'è una grande cultura ciclistica, ma manca una squadra di riferimento che possa sostenere coloro che possano accompagnare i giovani. Questo sport richiede molti membri nello staff e tantissimi studi scientifici, quindi non ci si possono inventare degli investimenti importanti. A livello globale si vede che i nostri sponsor non sono solo quello. Oltre a conoscerci di persona, il CEO di SD Worx è il nostro primo tifoso. Da noi conta la persona, come stai, come lo affronti mentalmente. Condividere i successi con le compagne significa anche condividere le esperienze con loro e questo è all'interno della politica del nostro sponsor.
Come si trova quando corre con la maglia della Nazionale e deve affrontare le sue compagne come delle avversarie?
È sempre strano perchè sono una persona che sarebbe pronta ad andare attraverso il fuoco durante la stagione ed è particolare ritrovarmele come avversarie in alcune occasioni. Sono anche estremamente orgogliosa di essere italiana e, quando vesto la maglia della Nazionale, cerco sempre di dare il meglio di me per le mie colleghe. I ricordi più belli sono legati alla maglia azzura e si trovano sempre le motivazioni per cambiare mentalità per quei due o tre giorni l'anno. La competizione è però sempre sana, non ci sono scorrettezze, ovviamente si conoscono i punti forti e deboli dell'una e delle altre, motivo per cui si sa come battere le altre sportivamente.
Cosa consiglia alle più giovani che vestono per la prima volta la maglia azzurra?
A me è successo a diciassette anni, motivo per cui non sapevo se il ciclismo sarebbe stato il mio lavoro. Vivevo tutto con grande spensieratezza, non troppo seriamente a differenza come accade oggi. A quell'età si è poco più che bambine, si deve ancora capire cosa piace veramente e cosa si voglia fare nella vita, motivo per cui consiglio di prendere questa disciplina come una palestra di valori da applicare in futuro. Oltre a ciò consiglio di prenderla come esperienza in cui provare qualcosa di nuovo, dal stare in stanza con una ragazza che si è conosciuto poco durante le gare all'andare per la prima volta all'estero o comunque rimanere per qualche giorno fuori casa.
Sarà presente ai Giochi Olimpici?
I nomi verranno ufficializzati il 5 luglio, quindi non si sa ancora nulla, anche se ho buone possibilità. Adesso siamo in training in quattro al Passo San Pellegrino. Ci sono in ballo 5 o 6 nomi, ma spero di essere fra i quattro decisivi perché è un grande obiettivo per me. Ho sperimentato già questa esperienza a Rio de Janeiro e posso dire che è stato totalizzante, un'occasione che ogni sportivo dovrebbe vivere almeno una volta nella vita. Mi auguro di esserci.
In Nazionale lavorerete per Elisa Balsamo?
Sia per lei che per Elisa Longo Borghini, visto che è un percorso che sembra semplice sulla carta, ma che nella realtà non lo è. Abbiamo fatto una ricognizione e abbiamo visto le difficoltà che ci sono, anche perché si gareggerà il 4 agosto nel bel mezzo di una città con il caldo che potrebbe farsi sentire. Sarà una classica, dove potrebbe succedere di tutto. E' una gara di un giorno dove bisognerà svegliarsi con le gambe giuste, inoltre è l'Olimpiade è particolare visto che si gareggia una volta ogni quattro anni con un numero ridotto di atlete, motivo per cui tutte e quattro le ragazze al via potrebbero essere della partita per qualcosa d'importante.
Spesso e volentieri disputa la cronosquadre durante le competizioni internazionali. Perché il ct ha sempre deciso di puntare su di lei?
Le cronometro ti devono piacere, altrimenti puoi anche essere fortissima, ma se non ti piace la specialità non si può far bene. Mi sono allenata molto con la squadra precedente, però ho continuato a mantenerla, soprattutto in una specialità che rappresenta un ibrido fra strada e crono, dove gareggi anche con delle compagne. Proprio per questo motivo mi consente di dare il 110% e di fare uno sforzo più adatto a me. Mi ha dato tante soddisfazioni e spero di poterla fare nuovamente anche in futuro.
Quali sono gli obiettivi futuri di Elena Cecchini?
Sono molto concentrata su quello che potranno essere il Giro e le Olimpiadi, poi fino a fine stagione non ci saranno grandissimi obiettivi. Spero di raccogliere molto in questi due mesi, poi ci sarà una piccola pausa prima di ripartire in vista del Giro d'Olanda e gli Europei su strada.