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IL CASO

Niente Olimpiadi per Lia Thomas: la nuotatrice transgender perde la causa con la World Aquatics

L'atleta statunitense aveva fatto ricorso con le regole imposte dalla federazione internazionale sulla partecipazione alle gare di prima fascia per le nuotatrici che hanno attraversato il periodo di pubertà maschile

di Marco Cangelli
14 Giu 2024 - 12:53
 © instagram

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Lia Thomas ha perso la sua battaglia e per questo motivo dovrà dire addio definitivamente alla possibilità di partecipare ai Giochi Olimpici. La nuotatrice transgender ha provato in ogni modo a modificare il divieto imposto dalla World Aquatics riguardante la partecipazione alle gare di prima fascia per coloro che hanno trascorso il periodo di pubertà maschile. L'atleta statunitense era ricorsa al Tribunale Arbitrale dello Sport, tuttavia l'ente giuridico ha respinto l'istanza spiegando come Thomas non avesse i requisiti per avanzare una causa nei confronti della Federazione Internazionale. 

La battaglia della nuotatrice è cominciata nel 2022, anno in cui l’ex FINA ha introdotto una nuova norma regolamentare che di fatto esclude qualsiasi persona che ha cominciato il percorso di transizione dopo i dodici anni. Una norma che rischia di bloccare la carriera dell'atleta a stelle e strisce, vittoriosa ai Campionati di Prima Divisione dell’American University di Atlanta, dove riuscì a battere Emma Weyant, argento nei 400 misti a Tokyo 2020, ed Erica Sullivan. Un successo contestato pure dal Governatore della Florida, Ron De Santis e che è sostenuto dalla tesi secondo cui le donne transgender siano più avvantaggiate rispetto alle donne cisgender non solo in semplici termini di potenza, ma anche come capacità di resistenza, velocità e dimensione dei polmoni. 

Thomas ha provato a ricorrere rispetto a questa decisione, tuttavia il TAS ha bloccato tutto impedendo che l'americana seguisse l'esempio di Laurel Hubbard che partecipò a Tokyo 2020 nel sollevamento pesi. "World Aquatics si impegna a promuovere un ambiente che promuova l’equità, il rispetto e le pari opportunità per gli atleti di tutti i sessi e riaffermiamo questo impegno - ha spiegato la Federazione con un comunicato -. Le nostre politiche vengono continuamente valutate per garantire che siano coerenti con questi valori fondamentali, che hanno portato all’introduzione della nostra categoria aperta. Rimaniamo impegnati a lavorare con tutte le parti interessate per sostenere i principi di inclusione nel settore acquatico e siamo fiduciosi che la nostra politica di inclusione di genere rappresenti un approccio equo". 

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