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LOTTA LIBERA

Olimpiadi, Frank Chamizo tuona contro gli arbitri: "Il sistema è marcissimo. A Parigi spero di non incontrarli"

L'atleta di origine cubana ha espresso il proprio pensiero a margine della presentazione della squadra olimpica della Fijlkam andata in scena a Roma

di Marco Cangelli
03 Lug 2024 - 14:00
 © Getty Images

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Frank Chamizo non ci sta. Dopo aver ottenuto il pass per Parigi 2024 grazie alla riallocazione delle quote dovuta all'esclusione degli atleti russi e bielorussi, il 31enne di origine cubana è tornato a parlare dell'eliminazione del torneo preolimpico a margine della presentazione della squadra olimpica della Fijlkam andata in scena a Roma. "La federazione mondiale, dopo quello che è successo, mi ha detto di non parlare. Io l’ho gestita con Malagò che mi ha aiutato tantissimo, ma il sistema è marcissimo - ha sottolineato l'azzurro -. Se dopo la mia denuncia ho avuto solidarietà dai colleghi? Un po', tanti di loro mi hanno chiamato. Non sono il primo scappato di casa, ho un social con cui posso comunicare, ha avuto un po' di successo. Ma questa cosa non è successa solo a me, è successo a tanti atleti, ma non hanno mai avuto mai l’opportunità di esprimersi. Magari non hanno il pubblico che ho io, quindi sono stato un po' trascurati".

Al portacolori dell'Esercito non sono andate giù le scelte arbitrali subite nel corso del match contro l'azero Turan Bayramov andato in scena lo scorso aprile a Baku, decisioni che hanno rischiato di cancellare le speranze olimpiche di Chamizo e che hanno lasciato il segno nella sua anima: "Se dovessi rincontrare quegli arbitri a Parigi? Mi dovete tenere... Io sono una persona molto schietta e onesta. Quando li vedo tenetemi, perché a questi vado addosso. Loro lo sanno: se mi vedono, vadano dall'altra parte. Se ci sarà una accortezza da parte della federazione internazionale? Speriamo proprio, già il fatto che loro sono rientrati prima di me è vergognoso". 

A questo punto non resta altro che prepararsi per la terza Olimpiade e farlo concentrandosi sulle sfide in programma a Parigi, senza farsi condizionare dall'esterno come ha spiegato il bronzo di Rio de Janeiro 2016: "La vicenda mi ha caricato? Io sono sempre stato carico. Voglia di rivalsa? Si'. Pero' la preparazione è una, con quella non si scherza. Adesso vado a Courmayeur, cerchiamo di mettere tutto quello che abbiamo mancato nei mesi in cui siamo stati fermi. A che percentuale di preparazione arrivo a Parigi? Pochissima, sono stato quasi due mesi fermo. Sara' la mia terza Olimpiade, già per me è tantissimo esserci. E punto alla quarta, tutti pensano che finirò ma si sbagliano, ci vediamo a Los Angeles - ha concluso Chamizo -. Sono un professionista, so gestire la mia 'rabbia', il punto è che questi atleti sono quelli che sono e sono in una botta di ferro, riescono a fare qualsiasi cosa e nessuno dice nulla. Adesso siamo arrivati al punto che qualcuno ha detto 'basta'. Sono protetti. Ma stavolta gli è andata male

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