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Il portavoce Adams: "È una questione di diritti umani"
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"Non riconosciamo i test Iba sul genere perché il loro procedimento non è lecito. Nessuno vuole tornare ai giorni in cui si facevano i test sui genitali". Così il Cio, attraverso il portavoce Mark Adams, prende posizione sulla disputa con la federazione mondiale di pugilato (Iba) per le due pugili intersex presenti ai Giochi, l'algerina Imane Khelif e la taiwanese Lin Yu Ting. Adams ha ribadito che il Cio non tiene conto dei test Dna. "È una questione di diritti umani. Sono test non leciti, condotti in modo arbitrario. Una cosa è il dibattito sui social, un'altra la privacy e i diritti umani: quelli non si condensano in 140 caratteri".