Nulla da fare per l'Italia. Esulta l'Ungheria: oro Rasovszky e bronzo Betlehem
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Sfuma il sogno di una doppia medaglia nella 10km in acque libere per l'Italia che questa volta si arena nelle acque della Senna. Gli azzurri Domenico Acerenza e Gregorio Paltrinieri fanno gara di testa, ma sono giù dal podio: per loro la quarta e nona posizione, col crollo di Greg nel finale. L'oro va all'ungherese Rasovszky, che precede Klemet e il connazionale Betlehem. Per l'Italia, dunque, l'ennesima medaglia sfumata in extremis, allo sprint.
Una gara ad altissima tensione, nelle turbolente acque della Senna, non regala la gioia della seconda medaglia nella 10km all'Italia, che colleziona il ventesimo quarto posto e l'ennesima delusione delle sue Olimpiadi. La prova maschile si disputa nelle medesime condizioni di quella femminile: cielo sereno, un lato con vento a favore e l'altro con una fortissima corrente. Gli atleti qui si schiacciano al muretto, per ridurre il consumo di energie, e si forma subito un gruppetto. Sono undici i nuotatori all'attacco, con gli italiani Domenico Acerenza e Gregorio Paltrinieri. Greg sbatte contro una boa nel primo giro, ma non perde terreno e resta in scia al duo Rasovszky-Wellbrock. Uno stallo che prosegue fino a metà gara, quando il gruppetto si screma, sempre col duo italiano in scia alle medaglie. La vera svolta avviene però nell'ultimo giro, quando si forma un quartetto: Rasovszky, il tedesco Klemet, Acerenza e Paltrinieri. Greg perde però terreno nella seconda metà del giro finale, affondando fino alla 9a posizione con 1'06" di ritardo. Lo rileva l'ungherese Betlehem, che precede allo sprint Domenico Acerenza per soli sei centesimi. L'Italia chiude quarta, mentre l'Ungheria festeggia un bronzo e soprattutto l'oro: Kristof Rasovszky è infatti imprendibile e non lascia scampo a Klemet, che chiude secondo a 2"1. L'Italia resta dunque a secco sotto gli occhi del presidente del CONI Giovanni Malagò, presente alla gara.