Il campione olimpico di Tokyo 2021 lotta come un leone anche per la vittoria, ma deve cedere nel finale per una condizione non ottimale a causa dell'infortunio di aprile
di Redazione Sprintnews© Colombo/FIDAL
Massimo Stano non è riuscito a ripetere l'impresa di Tokyo 2021 nella 20 km di marcia della prima giornata di atletica della trentatreesima edizione delle Olimpiadi in corso di svolgimento a Parigi, ma ha chiuso la sua prova in un eccellente quarto posto frutto di tanto coraggio, determinazione e classe, tenendo quasi sempre la testa ma venendo frenato a due giri dall'arrivo da un doppio problema alla caviglia infortunata ad aprile che lo ha rallentato, facendogli perdere terreno, anche se poi si è ripreso arrivando a solo 1 secondo dal terzo, lo spagnolo campione del mondo Alvaro Martin, mentre il successo è arriso all'ecuadoriano Daniel Pintado davanti al brasiliano Caio Bonfim.
La prova, iniziata questa mattina alle ore 8.00 con 30 minuti di ritardo rispetto al programma originario, è stata caratterizzata per la prima metà da ritmi non esagerati che in qualche modo hanno certamente favorito l'azzurro il quale, spesso, se riesce ad arrivare agli ultimi 5 km nelle primissime posizioni, fa poi valere il suo finale irresistibile e così sembrava anche oggi, ma purtroppo nel momento dell'attacco decisivo, a circa 2 km dall'arrivo, si è ripresentato il problema alla caviglia infortunata ad aprile, che ha spezzato irrimediabilmente il suo ritmo e fatto scappare i tre atleti poi saliti sul podio, i quali hanno chiuso rispettivamente in 1h18'55 Pintado, 1h19'09 Bonfim, 1h19'11 Martin con Stano a 1h19'12.
Rimane certamente il rammarico per un'occasione persa ma la consapevolezza di essere tornato a grandissimi livelli, in proiezione anche della staffetta mista della marcia che si disputerà il 7 agosto, mentre degli altri due azzurri va segnalato il ventesimo posto di Francesco Fortunato in 1h20'38 e il quarantunesimo di Riccardo Orsoni in 1h25'08.
LE DICHIARAZIONI DI STANO
"Ci ho provato e sono stato davanti sino a quando ho avuto un problema allo sbloccaggio dell'anca, derivante dalla caviglia infortunata, che dovrò analizzare per capire da cosa sia dipeso, ma sinceramente sono soddisfatto di quanto fatto. Ho dato il massimo ma oggi non è stato sufficiente. Mi sono trovato più volte davanti perché mi sentivo bene. Ci ho provato fino all’ultimo, ho utilizzato tutte le energie di riserva che avevo. Più volte ho girato la caviglia, perdendo stabilità per cui non è soltanto la bottiglietta di Antalya, probabilmente c’è qualcosa da sistemare anche dal punto di vista della muscolatura. Non era scontato essere qui, tra i primi, con appena 55 giorni di preparazione e sono orgoglioso di questo".
© Grana/Fidal