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PARALIMPIADI

Valentina Petrillo risponde alle accuse di JK Rowling: "Si preoccupa solo se uso il bagno delle donne"

La 51enne napoletana ha deciso di replicare alla celebre scrittrice inglese che aveva criticato la sua partecipazione alla rassegna a cinque cerchi in qualità di atleta transgender

di Marco Cangelli
10 Set 2024 - 12:16
 © Getty Images

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"Era la vita perfetta. Era bellissima. Sono stata accolta da tutti. Fuori, so che non sarà la stessa cosa”. Valentina Petrillo racconta così la partecipazione alle Paralimpiadi di Parigi 2024, la prima per un atleta transgender che ha visto la 51enne napoletana disputare i 200 e i 400 metri T12 dove ha conquistato la semifinale. Una presenza che ha fatto scalpore e ha scatenato numerose polemiche nei confronti della portacolori dell'A.S.D. Omero Bergamo che ha dovuto far i conti anche con JK Rowling

La creatrice della saga di Harry Potter aveva accusato l'atleta partenopea di essere "un'imbrogliona dichiarata e orgogliosa" ricevendo pronta risposta dalla prima che in un'intervista rilasciata al Times ha risposto così: "JK Rowling è preoccupata solo del fatto che io usi il bagno delle donne, ma non sa nulla di me”.

Petrillo ha inoltre raccontato tutte le difficoltà incontrate nella sua vita a partire da quando a 14 anni ha dovuto far i conti con la diagnosi di sindrome di Stargardt, una malattia che gradualmente l'ha portata a perdere la vista e diventare così ipovedente. Un percorso che l'ha avvicinata all'atletica paralimpica dove fra gli uomini ha conquistato 11 titoli italiani Master prima di iniziare nel 2017 la transizione verso il genere femminile annunciando la propria decisione all'ex moglie Elena e al figlio Lorenzo.

"Avevo sempre detto che era un segreto che avrei tenuto fino alla tomba. Significava distruggere tutto ciò che avevo creato. È stato molto doloroso. Abbiamo visto insieme uno psicologo sessuale. Dopo quattro mesi, hanno detto che avevo una disforia di genere. L’omosessualità è stata rimossa dalla Classificazione Internazionale delle Malattie dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1990, ma essere transgender è considerato un disturbo mentale. Non è bello“.

Prima di completare il proprio percorso Valentina ha dovuto affrontare numerose difficoltà anche dal punto di vista fisico, dovendosi apportare anche con i cambiamenti del proprio fisico e i rapporti con le colleghe nel mondo dell'atletica: "L’inizio è devastante. Ho preso 10 chili nel primo mese. Il mio metabolismo è cambiato completamente. Nel primo anno, il mio petto è cresciuto e, mentalmente, tutto era diverso. Ho iniziato ad avere una sensibilità molto maggiore. La più piccola cosa mi faceva venire voglia di piangere - ha raccontato Petrillo -. Meglio essere una donna lenta e felice che un uomo veloce e infelice è diventato il mio motto. A un evento master ad Ancona non mi hanno permesso di utilizzare gli spogliatoi femminili. Alla fine della gara, ho detto alle ragazze: ‘Vi rendete conto che non ci vedo nemmeno?’. Tutti questi aspetti negativi erano nel mondo olimpico. Nel mondo paralimpico, non ho mai avuto problemi”.

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