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Lo show, in programma il prossimo 11 febbraio a Las Vegas, vedrà protatonista il rapper statunitense, alla seconda esibizione dopo la partecipazione nel 2011
di Marco Cangelli© Getty Images
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Il Super Bowl è uno degli eventi sportivi più seguiti da tutto il mondo. La sfida in programma il prossimo 11 febbraio non richiama milioni di spettatori soltanto per scoprire chi sarà ad alzare il Vince Lombardi Trophy, ma anche per osservare da vicino l’Halftime Show che quest’anno vedrà la presenza di Usher. Il rapper americano avrà il compito di accompagnare l’esordio di Las Vegas in una finale di NFL prendendo così l’eredità lasciata da Rihanna e provando a seguire le orme dei grandi come Michael Jackson.
Nativo di Dallas (Texas), il cantante statunitense ha vissuto il picco di notorietà nella seconda metà degli Anni Novanta quando con gli album My Way e 8701 ha aperto una nuova era per il genere R&B In grado di vendere oltre 60 milioni di copie nell’ultimo decennio, Usher ha conquistato 8 Grammy Awards toccando il punto più alto della sua carriera con l’album Confessions in grado di vendere 10 milioni di copie nel 2004 e rendendolo uno degli artisti più vincenti del mondo del rhythm and blues.
Co-fondatore insieme a Scooter Braun delll'etichetta discografica Raymond-Braun Media Group che si occupa fra gli altri di Justin Biber, Usher è noto anche per le sue canzoni DJ Got Us Fallin' in Love (con Pitbull) e Yeah! (con Lil Jon e Ludacris) con il quale ha ottenuto il numero 1 nella Billboard Hot 100. Pochi giorni prima dello show del Super Bowl la star americana presenterà il suo nono album in studio, Coming Home, che con ogni probabilità verrà presentato durante l’Halftime. Una situazione che ha spinto gli organizzatori a invitarlo per l’esibizione che potrebbe vederlo in compagnia di altri artisti, ancora da definire. “È un onore di una vita poter finalmente avere una performance al Super Bowl. Non vedo l’ora di portare al mondo uno spettacolo diverso da qualsiasi altra cosa abbiano mai visto prima da me” ha commentato Usher dopo l’annuncio lo scorso settembre.
Nfl Super Bowl - Usher: il precedente del 2011
In realtà Usher non è nuovo al palcoscenico del Super Bowl. L’artista cresciuto nel Tennessee è già stato parte nel 2011 dell’evento organizzato dall’agenzia Roc Nation del rapper Jay-Z e da Apple Music. In quel caso Usher si esibì con i Black Eyed Peas e a Slash, chitarrista dei Guns N'Roses, il quale affrontò in compagnia del gruppo di Los Angeles una rivisitazione di Sweet Child o' Mine. La combo non andò benissimo con la leader dei Black Eyed Peas Fergie che venne criticata per la sua performance sottotono.
L’Halftime è da sempre un appuntamento imperdibile per il Super Bowl, sin dalla sua nascita nel 1967 quando ad animare il pubblico presente allo stadio ci pensarono le "Marching bands", le bande musicali delle principali università degli States che riproducevano alcuni classici della cultura a stelle strisce. Insieme a loro potevano emergere alcuni artisti come Al Hirt, così come alcuni celebri complessi come l'Angeles Super Drill Team o la Los Angeles Unified All-City Band. Diversi i tributi dedicati ad alcune stelle del firmamento musicale, come quello compiuto nel 1972 da un singolo artista come Ella Fitzgerald in ricordo di Louis Armstrong. Il cambio arrivò nel 1991 con l’esibizione dei New Kids on the Block che aprirono le porte ai divi del pop, anche se la vera svolta arrivò con Michael Jackson nel 1993.
Se in occasione di un tradizionale appuntamento della regular season l’intervallo ha una durata che varia dai 12 ai 15 minuti, con il Super Bowl tutto si dilata per consentire agli addetti ai lavori di montare il palco per l’esibizione. Per questo la durata media dell’Halftime è di circa mezz’ora con gli artisti che mantengono il pubblico incollato allo schermo per poco più di dieci minuti. Il record di durata spetta a Justin Timbarlake che nel 2018 a Minneapolis cantò per quattordici minuti.
Da Paul McCartney a Bruce Springsteen passando per Michael Jackson, Lady Gaga, gli U2, Beyoncè, Madonna, Bruno Mars, Andy Lewis, Britney Spears, Gloria Estefan, Lionel Hampton, Martha Reeves, Mickey Rooney, Nicki Minaj, Tom Petty e Travis Tritt, tutti i fuoriclasse della musica leggera hanno solcato almeno una volta l’erba del Super Bowl facendo segnare picchi d’ascolti che probabilmente nessun appuntamento agonistico può anche soltanto pensare di avvicinare. Fra i più iconici spicca sicuramente quello del 2007 con Prince che, sotto una vera e propria tempesta, ha intonato Purple Rain nel cielo di Miami.
Numerosi sono i cantanti che non sono passati alla storia per le proprie performance come Dr Dre, Eminem, Snoop Doog, Mary J Blige e Kendrick Lamar che sono andati in scena nel 2022 così come Gloria Estefan, Stevie Wonder, Big Bad Voodoo Daddy e Savion Glover nel 1999. Scorrendo la lista dei nomi di coloro che sono saliti sul palco del Superbowl vi sono anche Pete Fountain, Doug Kershaw e Irma Thomas nel 1990, Gloria Estefan, Brian Boitano e Dorothy Hamill nel 1992, Patti LaBelle, Indiana Jones & Marion Ravenwood, Teddy Pendergrass, Tony Bennett, Arturo Sandoval e Miami Sound Machine nel 1995, Phil Collins, Christina Aguilera, Enrique Iglesias, Toni Braxton ed Edward James Olmos nel 2000,
L’ultima a esibirsi sul “palco più scottante” d’America è stata Rihanna con la pop star delle Barbados che ha annunciato a sorpresa la seconda gravidanza. "Non salgo su un palco da sette anni, ma c'è qualcosa di esaltante in questa sfida – spiegò alla vigilia -. Ed è importante per me farlo quest'anno. È importante per la rappresentazione, è importante che mio figlio lo veda".
Nonostante qualche appuntamento flop, la finale dell’NFL ha sempre attirato spettatori nell’ordine delle centinaia di milioni. Il picco è arrivato nel 2023 con Rihanna che si stima abbia toccato una punta di 121,017 milioni di views. Sul podio dei più seguiti si attestano Katy Perry con Lenny Kravitz e Missy Elliott, capaci di richiamare nel 2015 l’attenzione di 118,4 milioni di persone superando la concorrenza di Lady Gaga che nel 2017 non è andata oltre la soglia dei 117,5 milioni.
Se gli ascoltatori si contano in milioni, lo stesso vale anche per i costi che spesso toccano numeri da capogiro. L’esempio arriva da Jennifer Lopez, Shakira, J Balvin e Bad Bunny che strapparono un compenso pari a 13 milioni di dollari, uno per ogni minuto di show. La spesa è però ampiamente ripagata dai ricavi pubblicitari che si aggirano fra i 40 e 50 milioni di dollari.