Il trofeo è stato assegnato a partire dal 1967 e realizzato da allora da parte della Tiffany & Co che ogni anno si prende in carico il compito di replicare il progetto disegnato da Oscar Riedener
di Marco CangelliIl Vince Lombardi Trophy è una delle coppe più ambite dello sport americano, ma non solo. Metterne in bacheca uno significa aver trionfato nel Super Bowl e aver segnato così la propria carriera sportiva per sempre. A differenza della Coppa del Mondo per il calcio, della Stanley Cup per il baseball del Larry O'Brien Championship Trophy per il basket, il trofeo viene assegnato annualmente alla franchigia vincitrice del torneo e rimane in loro possesso per sempre. Il titolo dedicato all'allenatore di chiari origini italiane ha dietro di sé una storia curiosa che lo rende ancor più unico rispetto ai suoi "parenti".
Per ripercorrere la storia di questo simbolo è necessario fare un passo indietro sino al 1966, anno in cui si disputò il primo match fra i vincitori della AFL e della NFL che avrebbe definito il "campione del mondo" di football americano. A partire da quell'incontro si sarebbe deciso di fondere l'American Football League e la National Football League, tuttavia era necessario trovare un trofeo che potesse designare il vincitore.
La questione finì al centro di un pranzo di lavoro fra il commissario della NFL Pete Rozelle e Oscar Riedener, vice-presidente di Tiffany & Co, unica azienda propostasi per l'impresa. Prima di giungere all'idea giusta fu necessario attendere ancora un po' di tempo con Riedener che, non conoscendo in alcun modo il football americano, decise di acquistare un pallone e lasciarlo sul tavolo della cucina.
Un mattino, mentre faceva colazione, il dirigente di Tiffany & Co. ebbe l'illuminazione. Dopo aver versato i cereali nella tazza di latte, Riedener rimase colpito dalla scatola e iniziò a ritagliarla per posizionarci dentro il curioso oggetto. A quel punto il dirigente di origine svizzera incontrò nuovamente Rozelle a pranzo abbozzando un disegno del trofeo su un tovagliolo di carta e realizzando così il trofeo.
Il titolo è ancora oggi legato in maniera indissolubile a Vince Lombardi, primo vincitore dell'ambito trofeo e campione nel 1967 con i Green Bay Packers. Come ricordato dal cognome, Vincent Thomas Lombardi aveva origini italiane con i nonni che erano emigrati rispettivamente da Salerno e da Vietri di Potenza. Primo di sei fratelli, Lombardi nacque a Brooklyn l'11 giugno 1913 e all'età di tredici anni si avvicinò al football entrando a far parte di una squadra di Sheepshead Bay, località vicino a casa propria.
Terminò le scuole primarie inferiori a 15 anni e in seguito entrò in seminario per diventare sacerdote cattolico dovendo accantonare il football a favore del baseball e del basket, inseriti all'interno del programma dell'istituto. La sua gracilità fisica non lo aiutò a brillare nello sport, tuttavia ciò non gli impedì di continuare con il primo amore abbandonando dopo quattro anni il seminario e iscrivendosi nel 1932 alla St. Francis Preparatory.
A quel punto la sua carriera prese una svolta diventando nel 1954 assistente dei New York Giants, tanto da condurre la squadra al titolo in NFL nel 1956. Intimorito di non poter mai ottenere un posto da capo-allenatore complice le sue origini italiane, Ad aiutarlo ci pensò l'allenatore dei Giants, Jim Hell Howell il quale numerose raccomandazioni per aiutare Lombardi a ottenere quel ruolo. Vince fece domanda per il posto di capo-allenatore a Wake Forest, Notre Dame e altre università e, in alcuni casi, non ricevette nemmeno una risposta.
A puntare su di lui ci pensarono i Green Bay Packers, reduci da un record di 1–10–1, il peggiore della loro storia, e una situazione finanziaria che favorevole tanto da spingere la società a puntare sul rampante Lombardi che improvvisamente cambiò la situazione con un regime di allenamento durissimo e deciso a puntare sulla dedizione dei giocatori. A quel punto la situazione cambiò radicalmente con Lombardi in grado di inanellare una serie di successi costellata da cinque affermazioni nel campionato NFL e imponendosi così anche nelle prime due edizioni del Super Bowl.
Quando nel 1970 si decise di ufficializzare l'unione delle due leghe, Vince Lombardi era appena scomparso, motivo per cui si decide di dedicargli quel trofeo che ancora oggi porta il suo nome.
Il valore del Vince Lombardi Trophy non è legato solo all'ambito sportivo, ma anche a quello economico. Alto 22 pollici (56 cm), il premio pesa 107,3 once o circa 7 libbre (3,2 kg) e raffigura un pallone da calcio in posizione di calcio su un supporto a tre lati concavi ed è interamente realizzato in argento sterling.
Le parole "Vince Lombardi Trophy" insieme ai numeri romani del Super Bowl di quell'anno sono incise e lo scudo della NFL è affisso alla base. La produzione è destinata esclusivamente alla Tiffany & Co. che ci lavorano per 72 ore suddivisi su circa quattro mesi per una spesa complessiva di 50.000 dollari. Una volta assegnato, il trofeo torna nelle mani degli artigiani che, all'interno del loro laboratorio nel New Jersey, sostituito a partire dal 2017 da quello situato a Cumberland (Rhode Island).
A quel punto si provvede a incidere i nomi delle squadre partecipanti, la data, il luogo e il punteggio finale del match prima di tornare nelle mani dei vincitori.
Per decenni il trofeo non veniva consegnato direttamente in campo, ma negli spogliatoi al termine del Super Bowl, lontano quindi dagli occhi dei milioni di spettatori collegati. La situazione cambiò nel 1996 quando per la prima volta in occasione del Super Bowl XXX con i Dallas Cowboys che ebbero modo di alzare al cielo il trofeo davanti a tutti. I giocatori hanno invece modo di ricevere una piccola riproduzione da conservare e dal valore di 1500 dollari.
Come anticipato il trofeo viene realizzato ogni anno e rimane in possesso della franchigia vincitrice per sempre con un'unica eccezione, quella riguardante gli Indianapolis Colts. La squadra originariamente aveva un altro e faceva riferimento alla città di Baltimora dove hanno giocato sino al 1984. Complice la fatiscenza dello stadio, l'impossibilità da parte dell'amministrazione comunale di investire su una nuova struttura e lo scarso interesse da parte del pubblico, la franchigia decise di trasferirsi a Indianapolis che avrebbe messo a disposizione dei Colts un nuovo stadio.
In accordo con l'amministrazione di Baltimora il Vince Lombardy Trophy vinto nel 1968 contro i Dallas Cowboys rimase nella città del Maryland lasciandolo così in eredità ai Baltimore Ravens che oggi vivono il capoluogo americano.
La commistione fra football americano e baseball si è compiuta ufficialmente il 9 aprile 2019 con Rob Gronkowski che, dopo aver annunciato due settimane prima il ritiro dalle scene e l'addio ai New England Patriots, ha deciso di utilizzare il Vince Lombardi Trophy conquistato durante il Super Bowl LIII come mazza. Il tight end ha risposto al lancio di Julian Edelman che avrebbe inaugurato la stagione dei Boston Red Sox lasciando nell'argento un'ammaccatura gradne quanto una palla da baseball.
Il video dell'azione è diventata virale grazie anche ai Patriots che hanno deciso di cavalcare l'onda sui social lasciando aperta la porta a una sistemazione in futuro come riportato dal vice-responsabile delle relazioni con la stampa Stacey James: "Forse [l'organizzazione] risolverà il problema in futuro. È qualcosa che potranno sempre risolvere in futuro, ma almeno per ora, manterremo l'ammaccatura".
Il Vince Lombardi Trophy vede ancora oggi i Pittsburgh Steelers e i New England Patriots al comando della graduatoria delle franchigie più vincenti con i primi che hanno imposto un dominio quasi assoluto nella seconda parte degli Anni Settanta, replicato in parte da Tom Brady e compagni nel corso degli Anni Duemila. Alle loro spalle rincorrono invece i Dallas Cowboys e i San Francisco 49ers, unica squadra ancora in gioco in questa stagione per agganciare la vetta. Più distanti i Green Bay Packers e i New York Giants con quattro, mentre i campioni uscenti dei Kansas City Chief si fermano a quota tre vittorie insieme a Oakland/Los Angeles Raiders, Washington Redskins (oggi Commanders) e i Denver Broncos.
Non c'è giocatore più celebre della storia del Super Bowl che Tom Brady. Il quaterback nativo di San Mateo si è imposto per sette volte (2002, 2003, 2005, 2015, 2017, 2018, 2020) aggiudicandosi il titolo per sei volte con i New England Patriots e una con i Tampa Bay Buccaneers. Alle sue spalle con cinque affermazioni spicca il nome di Charles Haley, a segno nel 1989 e nel 1990 con i San Francisco 49ers e nel 1993, 1994 e 1996 con i Dallas Cowboys.