Il 20enne brindisino ha superato 16-12 il tunisino Jendoubi, salendo sul gradino più alto del podio nella categoria -58 kg
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Arriva dal taekwondo il primo oro olimpico per l'Italia a Tokyo 2020. Vito Dell'Aquila ha trionfato nella finale della categoria -58 kg superando 16-12 il tunisino Mohamed Khalil Jendoubi al termine di un match combattutissimo e in bilico fino all'ultimo. Dell'Aquila è stato autore di un grande cammino olimpico, con tre brillanti vittorie nelle tre sfide disputate dagli ottavi di finale in poi, prima dell'apoteosi finale.
Nonostante i soli 20 anni, Vito Dell'Aquila ha dimostrato un'esperienza impressionante nel corso di tutta la giornata, dal primo turno alla finale. Ha rischiato sempre poco e si è guadagnato l'atto conclusivo con grandissimo merito. Il suo battesimo olimpico a Tokyo è stato un netto 26-13 contro l'ungherese Omar Salim, mai davvero all'altezza dell'azzurro. Ai quarti di finale il livello si è comprensibilmente alzato con il thailandese Ramnarong Sawekwiharee, comunque battuto di 20 punti, 37-17. Nella semifinale contro l'argentino Lucas Lautaro Guzman la posta in palio era altissima - uno dei due gradini più alti del podio -, ma Dell'Aquila non si è fatto problemi e ha dominato il sudamericano fisicamente e mentalmente fino al 29-10 finale. Decisamente più in bilico l'ultimo incontro, decisosi a favore del ragazzo di Mesagne solamente allo scadere del terzo round, con una serie rapida serie di calci al tronco andati a segno, che gli hanno regalato la medaglia d'oro proprio nei secondi conclusivi.
DELL'AQUILA: "MI SONO VACCINATO PER PRENDERE L'ORO, DEDICATO A MIO NONNO"
"Questo oro è dedicato a mio nonno, che non c'è più da un mese e stasera mi guardava da lassù: ero certo che avrei vinto". Sono le prime parole di Vito Dell'Aquila, dopo aver vinto nel taekwondo il primo oro dell'Italia a Tokyo 2020. Poi il fresco oro olimpico lancia l'appello: "Mi sono vaccinato dal Covid per venire a Tokyo a prendermi un oro olimpico - ha detto all'Ansa -. Sono sincero,
io avevo un motivo in più. Ma aderisco molto volentieri alla campagna lanciata dal presidente del Coni Malagò per promuovere
la vaccinazione: è giusto che lo facciano tutti".
E ancora: "Sono fiero di essere il primo medagliato italiano nato negli anni 2000, spero che possano arrivarne delle altre. Dopo tutto quello che l'Italia ha passato con il Covid, i Maneskin hanno vinto l'Eurovision, l'Italia di Mancini l'Europeo e ora io. È un onore". È stato un anno molto duro, specie dal punto di vista personale a causa del Covid. Sembrava che tutto andasse storto. Nel 2021 mi sono ritrovato, mentalmente sono tornate me stesso e immaginavo che i Giochi potessero andare bene ora direi che è andata più che bene. "Il segreto di Mesagne? Abbiamo Roberto Baglivo, un maestro speciale, due campioni olimpici nella stessa palestra non è un caso (l'altro è Carlo Molfetta, oro a Londra 2012), poi la grinta di noi del Sud. Vengo da una famiglia umile dove mi hanno insegnato a lottare per i miei sogni. Penso di essere stato anche fortunato, l'incontro poteva anche girare in suo favore, ma in questi anni mi sono fatto un 'mazzo' sia in allenamento che nella vita pensando solo al taekwondo", ha concluso.
CITO: “MEDAGLIA SIMBOLO DELL’ITALIA CHE RIPARTE”
"Questa medaglia è il simbolo di un'Italia che sa ripartire, anche quando cade. Dopo l'oro di Molfetta a Londra, a Rio abbiamo avuto un passaggio a vuoto, ma il taekwondo è ripartito: abbiamo lavorato sui giovani, e il talento di Dell'Aquila ha fatto il resto". Angelo Cito, presidente della federazione taekwondo, esulta parlando al telefono con l'ANSA per la vittoria dell'azzurro a Tokyo 2020. "Siamo orgogliosi di aver portato il primo oro di questa Olimpiade alla squadra azzurra: stasera, più che mai, ci sentiamo profondamente italiani".