Secondo "United for Navid" è un membro del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. Il Cio: "Lo dimostrino con delle prove"
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A Tokyo 2020 la medaglia d'oro dell'iraniano Javad Foroughi nella pistola 10 metri diventa un caso diplomatico. L'organizzazione "United for Navid" ha accusato l'atleta di essere "un terrorista" perché farebbe parte del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica, organizzazione nella "blacklist" dei gruppi terroristici stilata dagli Usa. Accusa pesantissima, seguita anche dalla richiesta di aprire un'indagine etica e di revocare il titolo all'iraniano. Presa di posizione a cui il Cio ha subito replicando chiedendo agli attivi di dimostrare le accuse.
"Se hanno delle prove, che ce le facciano avere: noi siamo qui", ha commentato il portavoce del Cio Mark Adams, mentre sui social sono partite petizioni per ritirare l'oro di Foroughi. L'olimpionico, quest'anno già primo in Coppa del Mondo a New Delhi ed Osijek, ufficialmente svolge la professione di infermiere, ed è stato definito dal giornale del suo paese Javan, "una medaglia inaspettata, vinta da un infermiere dei Guardiani che è allo stesso tempo difensore della salute e del santuario".
Questo perché, come si sa dice da tempo nel mondo del tiro, Foroughi è inquadrato nel corpo dei Guardiani della rivoluzione anche se come infermiere. Ed è proprio mentre serviva la patria iraniana in un ospedale in Siria che, nel 2013, che ha cominciato a sparare con la pistola diventando poi uno dei migliori atleti in questa disciplina.
Una vicenda che a Tokyo 2020 ha fatto esplodere un caso diplomatico, soprattutto dopo le dichiarazioni del sudcoreano Jin Jongoh, 15.mo nella stessa gara. "Come può un terrorista vincere l'oro? Questa è la cosa più assurda e ridicola", si è chiesto alimentando la polemica e attirando le attenzioni di altre associazioni che sono subito intervenute a sostegno di questa tesi. Tesi su cui, per ora, non si registrano invece alcune reazioni dall'Iran.