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Sono stati individuati i corpi senza vita dei due alpinisti emiliani bloccati da domenica in un canalone sul Gran Sasso. Lo confermano i soccorritori, che sono tornati al lavoro solo oggi, dopo aver interrotto le ricerche per il forte maltempo in quota. Cristian Gualdi, 42 anni, e Luca Perazzini, 48, entrambi di Sant'Arcangelo di Romagna, erano scivolati durante la discesa. Una trentina le persone impiegate nelle ricerche, con una squadra della guardia di finanza impegnata via terra con i cani molecolari, mentre tre elicotteri hanno sorvolato a lungo l'area con il Sonar Recco, un dispositivo in grado di individuare l'eventuale presenza di materiale metallico sotto il manto nevoso.
Giovedì, nonostante il pericolo marcato di valanghe e delle condizioni meteo non buone, quattro finanzieri del Soccorso delle Fiamme gialle erano riusciti a raggiungere il Vallone dell'Inferno, il luogo da cui è arrivato l'ultimo sos dei due alpinisti, ma non avevano trovato traccia dei dispersi, almeno in superficie. Circoscritta l'area delle ricerche La funivia del Gran Sasso, riaperta dopo il maltempo durato giorni, nella giornata di venerdì è stata riservata soltanto agli operatori dei soccorsi. L'area di ricerca è stata circoscritta a 150 metri dal luogo dell'ultima telefonata, quando i due avevano avvisato di aver perso parte della loro attrezzatura, guanti e scarponi. Il sonar impiegato nelle ricerche è lo stesso che a febbraio 2021 era servito per cercare un gruppo di escursionisti dispersi sotto una valanga sul Monte Velino. Sarebbe stato proprio il sonar a segnalare la presenza di metallo, rintracciano così i corpi dei due alpinisti.